25. From sad to happy

2.3K 127 12
                                    

Settembre 1997

Dovevo fare veloce.
"È per il loro bene" continuavo a ripetermi questa frase come un mantra, sperando mi desse la forza di attuare il mio piano.

«Grace non sono sicuro sia una buona idea, potrebbe essere pericoloso» disse Fred scuotendo la testa e camminando avanti in dietro nella sua camera. Gli avevo appena rivelato il mio piano e non sembrava essere molto d'accordo.
«Che altra scelta ho? È pericoloso per loro se rimangono qui, è meglio così» risposi cercando di essere convincente.
«Anche Jane è d'accordo» aggiunsi dopo, sperando di far capire a Fred di non essere l'unica a pensarla così.
«Quindi intendi mentire ai tuoi genitori e con una passaporta spedirli in Italia e lasciarli lì con tua zia? È questo il tuo piano?» Chiese ancora cercando di capire meglio.
«Fred, lo sai anche tu che non possono rimanere qui. È pericoloso, loro sanno del mondo magico e di tu-sai-chi non posso correre il rischio che accada loro qualcosa. Per questo una volta che li avrò portati li cancellerò loro il ricordo della guerra, modificherò i ricordi della partenza facendo creder loro di essere partiti per un viaggio romantico lasciandomi a casa da sola, al sicuro»
«Sei sicura che funzionerà?» Chiese dopo un po' sedendosi sul suo letto affianco a me. Annuii in risposta. L'idea di lasciare i miei genitori, mi portava tristezza certo, ma era per il loro bene, sarebbero stati al sicuro lì, in Italia.
Fred prese la mia mano tra le sue accarezzandomi il dorso, mi stava dicendo implicitamente la sua risposta che sarebbe stato con me, qualunque cosa avessi fatto. Poggiai la testa nell'incavo tra il suo collo e la spalla, inspirando il suo profumo di menta fresca e di pioggia in una giornata d'estate. Mi è sempre piaciuta la piogga, il tichettio sulla finestra, le gara delle gocce sul finestrino della macchina, ma la cosa che mi piaceva di più era l'odore della pioggia, sopratutto l'odore della pioggia in estate ed il profumo di Fred me la ricordava molto.
«E Jane cosa farà?» Domandò Fred cercando di capire al meglio i nostri piani.
«Porterà i suoi genitori nella casa che hanno in Irlanda, il piano è lo stesso, cambia solo il luogo»
«E voi due? Tu non puoi più lavorare alla gazzetta del Profeta, non ora che cacciano, o peggio uccidono i nati babbani»
«Non lo so, Jane credo che si farà ospitare da Charlie, io forse andrò...»
«Da me, vieni a stare da me e George» mi interruppe guardandomi con quel suo sguardo intenso, quello che ha quando è deciso, sicuro di qualcosa. Lo stesso sguardo che si scambiava con George prima dell'attuazione di un loro scherzo. Lo stesso sguardo che mi rivolse prima di baciarmi per la prima volta, quel giorno ora sembra così lontano.
«E George?»
«A lui non darai fastidio»
«D'accordo allora, grazie Fred» dissi baciandogli la guancia.

Non era passato molto da quel giorno, solo due settimane, io e Jane stavamo per mettere in atto il nostro piano. Fortunatamente sono sempre stata brava con gli incantesimi di memoria, quindi ce la potevo fare.
«Mamma, papà venite un attimo qui, per favore»
Sentivo il cuore battere all'impazzata, avevo paura che qualcosa potesse andare storto.
«Grace che fai in camera nostra? E quelle valigie?» Chiese mia madre entrando in camera, mio padre mi scrutava, cercava di capire cosa avessi in mente. Era tutto pronto, avevo reso le loro valigie delle comode e semplici passaporte.
«Scusatemi tanto, ma è per il vostro bene»
Non riuscirono a rispondermi perché con un movimento di bacchetta e l'incantesimo Confundus ebbi il tempo giusto per far prendere loro le valigie. Io li seguii tramite un'altra passaporta.
Quando sentii di nuovo il suolo sotto i piedi aprii gli occhi ritrovandomi nel giardino di casa di mia zia Cristina. I miei genitori erano poco distanti da me, si guardavano attorno spaesati, il sole era quasi del tutto tramontato. Veloce Grace. Se qualcuno avesse scoperto delle passaporte, dei miei genitori, del mio piano sarebbe stata la fine. Veloce Grace la vocina nella mia testa non mi lasciava mai in pace, anzi mi metteva più in ansia
«Cucciolotta che succede?» Domandò mio padre guardandosi attorno.
«Perchè siamo in Italia?» Chiese mia mamma con un tono arrabbiato.
«Vi verrò a prendere appena la guerra sarà finita, lo faccio per voi» mormorai senza guardarli negli occhi perché se avessi incrociato i loro sguardi sarei scoppiata a piangere.
«Grace cosa stai dicendo?»
«Tesoro, non puoi lasc...»
Decisi di non perdere altro tempo, ripresi la bacchetta e la puntai verso mia madre pietrificandola così che non potesse impedirmi di concludere il mio piano. Poi mi girai verso papà il quale mi guardò con uno sguardo deluso e arrabbiato. Abbassai lo sguardo... come potevo continuare se lui mi guardava così?
Sii forte, è per il loro bene
Trattenni le lacrime per poi pronunciare l'incantesimo e modificare i suoi ricordi.

|| Look me again || Fred WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora