•Black out•

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La sensazione peggiore che io abbia mai sentito è proprio questa, brucia lentamente, fa male, è un dolore atroce.
Parte dallo stomaco e sale piano fino a raggiungere la gola e in quel momento si ferma , tutto intorno a me si ferma.
Ancora una volta.
Ancora una volta emetto un grido che mi soffoca, non riesco a respirare, l'aria mi manca.
E allora ci provo, ci provo a ripetermi che va tutto bene, che io ce la posso fare.
Ma poi mi rendo conto che sto mentendo, mento perché in realtà io sono fragile.
Perché la verità mi spaventa.
Mi asciugo le lacrime agli occhi che scorrono senza fine.
Sto morendo.
Rimango affacciata alla finestra e continuo a fissare la pioggia, sento le urla dei miei genitori.
Oggi mi sento peggio del solito perché è un giorno diverso, oggi devo uscire di casa.
Mia madre continua a ripetere che non ne ho bisogno ma mio padre non ne vuole sentire.
Dice che mi serve aiuto, che lì starò meglio, perché ci sono persone che mi seguono tutto il giorno.
Ma lui  non capisce cosa si prova a perdere una persona cara, non capisce che io non posso permettermi di essere felice, io non devo.
Chiudo gli occhi e cerco di respirare, vorrei uccidermi, ma non ne ho il coraggio.
Anche in questo sono un disastro, sono una vigliacca, perché non riesco a farla finita anche se vorrei.
Non sono come mia sorella.
Mio padre entra in camera mia lentamente, non mi giro, non lo voglio vedere.
-Piccola-. Sussurra appoggiandosi sul letto alle mie spalle.
-Lo sai che mi dispiace, io non ti porterei mai in quel posto se non ne avessi realmente bisogno.
Ho paura di perdere anche te, non voglio vederti soffrire-.
Dice posandosi una mano sulla fronte.
-Non parli più da quando è morta, l'ho accettato per molto ma adesso sono passati due anni, non puoi continuare così-.
Mi posa una mano sulla spalla ma io subito mi alzo , sento che le gambe tremano, forse non riesco a reggermi in piedi.
No, non ci riesco.
Mi gira la testa, tutto in torno a me sembra ruotare e cambiare colore , inizio soffocare.
Mio padre lo vedo sfuocato, si alza e inizia a urlare, ripete il mio nome più volte e poi chiama mia madre.
Ha una voce disperata, grida follemente, molto probabilmente la voce gli andrà via.
Mi stringe tra le braccia , mi scuote ma io non riesco a fare niente.
Ho avuto tanti attacchi di panico ,ogni volta quando sento quella parola odiosa "morta", un brivido gelido mi percorre, quasi come se io fossi il mare e sul fondo arrivasse una corrente fredda che mi ghiacciasse, mi ghiaccia prima i piedi, le gambe , poi mani e le braccia.
Così cado a peso morto e mi faccio consumare dalle lacrime per il dolore, dolore fisco ma anche mentale.
Mia madre corre per le scale, entra in camera spalancando la porta e facendola sbattere contro il muro.
Mi guarda e mi parla.
-Serena ti prego svegliati, serena ti prego-. Ora piange pure lei, povera donna, è tanto fragile quanto me.
-Amore torna fra di noi-. Pronuncia.
Inizio a vedere nero e a non sentire.
Il vuoto in un secondo mi invade.
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•Borderline è un disturbo di personalità le cui caratteristiche essenziali includono la paura del rifiuto, l'instabilità nelle relazioni interpersonali, nell'immagine di sé, nell'identità e nel comportamento. Possono essere presenti ira incontrollabile e depressione.
I sintomi solitamente includono, oltre alla paura del rifiuto, intensi timori di abbandono, rabbia estrema e irritabilità, una ragione per la quale gli altri hanno difficoltà a comprendere.
Pratiche di autolesionismo, ideazioni suicide e abuso di sostanze sono frequenti.

•Borderline•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora