Credo di essere allegra, ma che sia solo un apparenza o la pura realtà spetta a me deciderlo.
La giornata che ho passato è sicuramente diversa da tutte le altre precedenti.
Mi sono immersa nel lago, ho sfregato i vestiti fra di loro per poi rimuovere eventuali macchie e poi sono uscita, lasciandomi alle spalle Christian che riusciva solo a ridere in quel momento.
Non voglio soddisfare del tutto quel ragazzo scarno dalla pelle bianca.
Ho deciso di fare ritorno alla struttura da sola anche se i vestiti non sono del tutto asciutti.
Mi soffermo a scrutare il cielo, il sole ormai è tramontato e molto probabilmente pioverà.
Le stelle non si vedono, al loro posto però ci sono dei nuvoloni grigi.
Il tempo cambia sempre molto velocemente, un po' come me, come il mio stato d'animo.
Vedo Christian venirmi dietro quindi mi affretto e cammino veloce sorpassando il corridoio che porta alle scale.
Prima di entrare nel mio reparto, ovvero l'ala uno, noto che c'è una donna, essa sta davanti ad una porta in ringhiera , l'ingresso .
Mi guarda con un'espressione ferma e rigida.
-Sei in ritardo di un'ora circa , il coprifuoco è chiaro, a nessuno del reparto arancione è permesso di ritardare.
Mi dispiace ma sono costretta a farti rapporto e ci saranno delle conseguenze-.
Cerco di parlare come ho fatto con Christian, voglio difendermi, nessuno mi aveva detto di tornare prima delle otto.
Io non ne sapevo niente, infondo non è colpa mia.
La vedo estrarre dalla tasca dei suoi jeans blu un telefono, di vecchio modello, sembra uno di quei telefoni risalenti all'era dei dinosauri.
Devo ammettere che anche il suo aspetto è un po' retrò, sembra che abbia sbagliato secolo.
Risaltano i capelli corti, di un colore aranciato molto particolare, e i suoi tacchi bianchi.
-Signore, ho qui davanti a me una ragazzina, è appena tornata, la faccio passare o la porto da lei?-. Domanda al telefono guardandomi un paio di volte dalla testa ai piedi.
Sono un po' spaventata, ho paura che possa scoprire che ho sorpassato il recinto e che la punizione si moltiplichi, non voglio che il mio soggiorno si prolunghi.
-Ah capisco, no, mi scusi non lo sapevo.
Va bene, la accompagnerò io personalmente-.
Dice per poi chiudere la chiamata e rimettersi in tasca il telefono.
Ha un mazzo di chiavi legato alla cintura, ma lo noto solo adesso.
Ne prende una e la porta alla serratura, sposta la grande porta metallica e mi fa segno di entrare con la mani .
-Per questa volta hai avuto fortuna ragazzina-.
Sorpassato l'uscio la luce è assente e la donna è costretta ad accendere una torcia.
Non si vede niente, solo un infinito corridoio buio.
Si sentono delle voci poco gradevoli di persone che si lamentano.
Una volta entrata nel mio dormitorio rimango terribilmente infastidita dalla situazione.
Tutti sono nei rispettivi letti, alcuni dormono mentre la maggior parte è attirata dalla luce della torcia .
Arrivo al letto 16 e poi mi sdraio velocemente, mi infilo sotto le coperte sperando che tutti tornino a fare quello che stavano facendo prima che entrassi ma non se ne parla.
Quando la guardia esce la situazione peggiora perché una ragazza accanto al mio letto inizia a parlarmi.
-Wow-. Sussurra entusiasta.
Si alza dal letto e mi corre incontro.
Non ha la tuta arancione, ha un vestito in tulle celeste con ricami in pizzo, sembra veramente piccola ma forse è più grande di me.
-Una ragazza della mia età, pure simpatica e carina, mi piaci, sei bella-.
La guardo stranita quando salta sul mio letto e si siede vicino ai miei piedi.
-Corri Mat, vieni dai-. Dice dandomi le spalle.
Davanti al mio letto c'è quello di un ragazzo, anche lui giovane.
Ha dei capelli lunghi ma non riesco a notare il colore perché indossa un cappello.
Quando mi vede si copre la testa con le lenzuola e cerca di nascondersi.
-Mat smettila, mi fai arrabbiare, è tutto il giorno che la aspetti, eri tanto felice.
Non fare il fifone-.
Credo che stia soffocando, perche è sotto le coperte da qualche minuto e non intende scoprirsi il viso.
-Zitta Meri, non mentire-. Risponde il ragazzo da sotto le coperte.
La ragazzina si alza, butta in terra il piumone e poi tira per un braccio il ragazzo facendolo alzare.
-Ti ho detto di non farmi arrabbiare, cattivo.
Sei cattivo mat mi hai fatto arrabbiare, ti odio-.
Cerco di non commentare ma la scena è strana.
Ho circa quaranta occhi che moltiplicati per due sono ottanta, che mi fissano.
Devo essere una nuova arrivata molto attesa, credo che l'ultima arrivata prima di me sia stata cinque anni fa a giudicare dalla loro reazione.
I due mi vengo vicini.
-Piacere io sono meri, mentre lui è Matteo ma puoi chiamarlo mat, è timido ma di lui puoi fidarti.
Noi diventeremo grandi amici, ne sono sicura-.
Dice tutto d'un fiato per poi abbracciarmi.
-Cristo mat presentati è un ordine, mi hai capito o no ?-. Urla ancora una volta, perché non si calma e parla normalmente?
Il ragazzo si fa avanti, lo guardo meglio e mi rendo conto che ha due Pearcing una al labbro e uno al sopracciglio.
Credo che per definirlo potrei usare la parola Dark ma forse non è la più adatta perché la faccia è angelica, occhi chiari e labbra rosse risaltati da una matita nera.
Ha un pantalone lungo e molto largo, circa due magliette e una felpa anche essa larga, tutto completamente nero.
-M-A-A--. Dice per poi fermarsi.
-M-A-A che palle!cavolo parla-. Urla un'altra volta Meri.
-Mat-. Dice velocemente per poi coprirsi il viso.
Mi guardo intorno, nessuno ha la tuta arancione, solo io.
-Sere o serenina ?
Come posso chiamarti-. Mi domanda.
Io non rispondo, lei nota che mi sto fissando la divisa.
-Tranquilla ho sicuramente un cambio anche per te -.Sussurra avvicinandosi al suo letto che è praticamente quello accanto al mio.
-Ad ogni nuova arrivata regalo uno dei miei vestiti o sarebbe meglio dire camicia da notte-.
Gracchia mentre da sotto di esso estrae una valigia, la apre e poi torna da me con una camicia da notte di color bianco.
Non credo di averne mai vista una più bella, ha dei ricami molto preziosi ed è ornata da piccoli brillantini argento.
-Questo lo tenevo da parte per un'occasione speciale... e questa mia cara, questa è proprio perfetta!
Cambiati subito-. Si gira e fa girare anche il suo amico.
-Vedi io mi diverto a cucire vestaglie che poi chiamo abiti e mi rende felice vedere questo dormitorio più...vivo-.
Passa qualche secondo e io rimango perplessa a fissare il vestito tra le mie mani.
-Ma come, non ti sei ancora vestita ?
Vestiti!
Ti ho detto di vestirti-. Non voglio che continui a urlare così la ascolto.
Mi tolgo la divisa sotto le coperte e poi indosso l'abito.
-Alzati -. La ascolto una seconda volta e mi alzo.
-O Dio-. Sussurra il ragazzo.
-Meri sei bravissima a cucire-. Aggiunge subito dopo.
La situazione è a dir poco imbarazzante, essere la nuova arrivare e attirare l'attenzione di tutti mi ha sempre infastidita.
-Direi che è quello giusto per te, fidati dormirai meglio con questo, quelle orrende divise arancioni fanno venire i brividi.
Ma ora basta chicchere, è l'ora della nanna.
Devi dormire e riposarti.
Sai che dormire fa bene?-. Mi dà un bacio sulla guancia e poi va nel letto davanti al mio, quello del ragazzo, di mat.
Si sdraia insieme.
-Dormi con me anche stanotte?-. Sussurra lui a bassa voce.
-Si fratellino-. Risponde baciandoli la fronte.
-Buonanotte-. Dicono insieme.
Si abbracciano lentamente e poi si addormentano.
Sono del tutto sconvolta.
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•Borderline•
Romance•Serena a soli 14 anni subisce una grave perdita, una malattia si porta via sua sorella Chiara, con la quale era sempre stata molto legata. La morte di Chiara provoca in Serena un gravissimo disturbo post traumatico. Serena inizia a smettere di viv...