•Bentornato•

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Erano ormai passare settimane da quando Christian si era sentito male, non l'avevo più visto.
Mi avevano detto i medici che la situazione era grave poiché non erano semplici pillole quelle che aveva ingerito, che esse avrebbero potuto causare al suo cervello gravi danni irreparabili.
Era stato portato ad un centro di disintossicazione, di lui non avevo più notizie.
Il dormitorio non era così male, Mari e Mar erano simpatici, ma non riuscivo a comunicarci, forse avevo bisogno di più tempo.
Il mio peso era diminuito drasticamente, e oltre a identificarmi un disturbo di borderline i medici avevano confermato la mia anoressia.
Anoressia nervosa, la mia nuova migliore amica.
Rifiutare il cibo era diventato divertente, mi facevo del male semplicemente non mangiando.
Da quando Christian era sparito non avevo più pronunciato una parola.
Il silenzio totale, avevo paura, ma allo stesso tempo mi sentivo terribilmente incolpa, lo ero.
Per colpa mia i suoi ricordi erano tornati e a quanto pare più forti di prima.
Mi mancava, stranamente mi mancava.
Vedevo in lui una figura famigliare, era il mio unico amico.
Credo, forse non proprio amico ma quasi.
Tutto fino a quel giorno.
Stavo seduta da sola in giardino, tirava davvero tanto vento e il libro sul quale stavo scrivendo si era chiuso ed era volato via, in direzione del grande cancello bianco.
Così corsi velocemente per prenderlo, senza accorgermi che era appena arrivata una macchina.
Mi chinai rapidamente e afferrai il mio caro diario stringendolo al petto come se potesse proteggermi dai sentimenti che stavo provando.
Il cuore era impazzito e la mia mente ormai era completamente fuori controllo.
Tremavo, di felicità, sorpresa, stupore.
Cercai di capire se nella macchina c'era davvero la persona che stavo aspettando.
Proprio vicino al mio corpo si fermò l'auto, scese un uomo che aprì la portiera posteriore.
-Christian-. Sussurrai diventando terribilmente rossa.
Il ragazzo mi guardò qualche istante per poi pronunciare un -Ei-. Con poca voglia.
Mi avvicinai a lui, feci cadere un'altra volta il diario per abbracciarlo calorosamente.
-Staccati ragazzina-. Urlò un uomo , ma naturalmente non lo ascoltai.
-Oh menomale che stai bene, temevo tanto per la tua salute, finalmente sei tornato-. Pronunciai stringendo le mie mani al suo collo.
-okay-. Sussurrò cercando di staccarsi dal mio corpo.
-Tutto bene?-. Domandai stranita dal suo atteggiamento.
-Sto alla grande-. Sorrise quasi ironicamente afferrando il borsone nero con i suoi vestiti all'interno.
Mi passò accanto sorpassandomi, senza chiedermi niente.
Nemmeno un " come stai" o " mi sei mancata pure tu" niente di niente.
Rimasi pietrifica a fissare i sassolini sotto ai miei piedi, tutti i sentimenti di felicità si spezzarono e fui travolta da un avaro senso di delusione misto alla tristezza.
Colui che avevo desiderato rivedere da settimane, adesso non sembrava più interessato a me.
Passai il pomeriggio più brutto degli ultimi mesi, forse ero io, ero troppo sensibile.
E Forse lui era troppo stanco parlarmi.
Mi ero fatta troppi film mentali con triplo finale e lieto fine sul suo rientro, per questo ero rimasta delusa.
Faceva freddo, terribilmente freddo, infondo era novembre, quasi dicembre.
Stranamente io amo l'inverno e forse in quel momento era l'unica mia felicità poiché l'inverno era alle porte.
Iniziò a piovere così decisi di rientrare nella struttura, volevo assolutamente sapere dove si trovava Christian è il motivo per il
Quale mi aveva allontana.

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