Mi lascio convincere o forse ancora meglio coinvolgere dalla situazione.
Il fango sporca i miei vestiti e per la prima volta provo una sensazione, strana che mi avvolge lo stomaco.
Adrenalina.
Quando il mio corpo passa sotto quel filo mi spunta un sorriso sul volto.
Christian mi vede ridere e si ferma.
Rimango stupita dalla bellezza di quel boschetto, la luce filtra tra i rami degli alberi, non sembra essere la fine del mese di ottobre.
Dei fasci illuminano il viso pallido del ragazzo.
Le sue lentiggini vengono risaltate e mi sento quasi a disagio mentre lo fisso ma non riesco a smettere.
Finché lui non si avvicina al mio corpo sdraiato e mi aiuta ad alzarmi.
Iniziamo a percorrere un sentiero ricoperto di sassi.
Il rumore degli uccelli si è moltiplicato.
Fischiettano tranquilli, appoggiati ai rispettivi alberi.
-Ho la tuta sporca, mi scopriranno e mi puniranno?-. Chiedo.
Christian fa una buffa espressione.
-No, non ti scopriranno perché so come coprire le tracce-. Un altro sorriso compare sul suo volto, non smette di mostrare le sue labbra o mi sbaglio?
Credo di non sbagliarmi.
Camminiamo per circa quindici minuti che però passano in fretta mentre Christian mi racconta della sua passione per la natura .
-Questo è il mio posto preferito, ci vengo da quando mi hanno ricoverato e ci passo intere giornate.
Non mi prendere in giro ma io vengo qui e mi siedo su questa roccia, poi prendo uno dei miei diari e scrivo tutto ciò che mi fa venire voglia di vivere.
Ogni piccola cosa mi aiuta ad affrontare i giorni che passano.
Io parlo attraverso quello che scrivo.
Sai... ho dato un nome a questo fantastico luogo.
L'ho chiamata luna.
Poiché la sera quando essa cala illumina l'acqua del piccolo laghetto.
E vederlo è qualcosa di fantastico, mi stupisco ammirando tale bellezza-.
Guardo quel piccolo lago meraviglioso.
Si tratta di una cala immersa nel verde, circondata da torrenti e racchiusa da due enormi rocce.
L'acqua è così limpida che lascia intravedere il fondale ricoperto da piccoli sassi di color bianco.
Rimango sbalordita.
-È stupendo-. Sussurro meravigliandomi di tale bellezza.
-Qui inizia la prima tappa del tuo percorso,
Tieni-. Dice passandomi quel libro che prima avevo notato.
Quando lo afferrò mi rendo conto che non è un libro perché le pagine sono bianche.
-Diario, questo è il tuo diario.
Scrivi quello che vuoi, qualsiasi cosa tu voglia.
Scrivi quando ne senti il bisogno.
Fidati fa stare bene.
Adesso guardami-. Dice togliendosi la maglietta della divisa.
-Oh no.
Ma cosa fai?-. Domandò coprendomi gli occhi con una mano.
-Guardami e descrivimi , prova a scrivere cinque parole.
Tieni-. Dice passandomi una penna.
Apro gli occhi e rimango un po' imbarazzata.
Lo guardo per qualche istante e mi soffermo sul suo corpo fragile.
È ricoperto di tagli, non lo avevo notato oggi in doccia.
Ha letteralmente il petto ricoperto di tagli e graffi ma ormai sembrano cicatrizzati.
Un brivido mi attraversa, lo avevo veramente giudicato male.
Lui forse sa cosa provo, forse mi assomiglia.
Alzo lo sguardo e mi soffermo sul viso, ha occhi stanchi ma felici, che trasmettano tanta voglia di vivere.
Occhi di un colore molto particolare, tra il grigio e il celeste, veramente belli.
Apro il mio diario e scrivo.
Passo velocemente la penna sul foglio.
"tagli" "sofferenza" "occhi" "felicità" "bello, estremamente bello".
-Fatto-. Dico tutta soddisfatta.
-Che cosa hai scritto?-. Mi domanda.
Cerca di afferrare il diario velocemente per leggere.
Io me lo porto al petto e rido.
-No Christian, il diario è mio.
Solo io e lui possiamo sapere cosa penso-. Sbuffa per poi sfilarsi i pantaloni e lasciarli cadere a terra.
-Il metodo per non farsi scoprire è lavare i vestiti.
Quindi che ti piaccia o meno , devi farti un bel bagno -. Spalanco gli occhi.
-Ma fa freddo e non mi va-. Gridacchio.
Mi siedo e aspetto circa cinque minuti in ricerca di una soluzione valida.
-Uffa mi hai fregato-. Sbraito mentre lui entra in acqua con i suoi panni.
-Se torni sporca loro sapranno quello che hai fatto e ti puniranno prolungandoti il ricovero-.
-Dai non è giusto-. Ribatto.
-Smetti di fare la bambina e vieni-.
Scuoto la testa ma quando noto che la mia divisa è più marrone che arancione decido che non ho altre speranze e mi lascio coinvolgere per la seconda volta.
-Vai al diavolo-. Sussurro.
Mi avvicino all'acqua, entro piano piano cercando di non pensarci.
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•Borderline•
Romance•Serena a soli 14 anni subisce una grave perdita, una malattia si porta via sua sorella Chiara, con la quale era sempre stata molto legata. La morte di Chiara provoca in Serena un gravissimo disturbo post traumatico. Serena inizia a smettere di viv...