Capitolo uno. - "Bambole e unicorni."

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Il giorno seguente, mentre il sole si alzava per i grattacieli di New York, Lauren ancora dormiva nel suo letto matrimoniale.

La sua stanza era ben arredata, un grande letto a due piazze, le pareti azzurre e un pavimento lucente da potersi specchiare. L'armadio conteneva tantissimi vestiti di marca. Solo che la vita di Lauren era un completo stress.

La bambina preferiva stare solo con il padre, lui sì che la capiva e non la metteva sotto pressione.

Mike era un uomo davvero d'oro, un pezzo di pane. La figlia lo amava con tutto il suo cuore. Da quando sono arrivati i due fratelli, Christopher e Taylor, la vita di Lauren cambiò radicalmente trasformandosi in un qualcosa di diverso, la gelosia la divorava.

Clara, la madre, era sempre stata una donna severa, una donna che contava solo sui soldi e che si riteneva molto importante. Il suo rapporto con Lauren non è mai stato splendido, anche se ogni tanto, la donna sperava in qualcosa di diverso.

Lauren stava molto spesso con il padre, la famiglia possedeva di una grande villa brillante, questa era riconoscibile grazie alle luci che brillavano a tanti chilometri di distanza.

Chris, di soli due anni, piangeva, la bambina di cinque, decise di aprire gli occhi contro voglia. La piccola si sfregò l'occhio e si guardò intorno in cerca di qualcuno.

Ovviamente, non c'era nessuno, se non quei pochi pupazzi buttati per terra regalati dalla nonna.

Clara non permetteva molti contatti con i parenti, disse più volte di evitare quei peluches, che tanto non le sarebbero serviti a niente. Il cuore di Lauren crollava, voleva essere una bambina normale, non ricca sfondata da essere una persona anormale.

«Uffa.» disse scoprendosi, scese giù dal lettone e andò un po' fuori ad affacciarsi. La manina manteneva la porta bianca dalle tante decorazioni dorate. «Non c'è nessuno?»

«Ciao.» disse Mike e Lauren si spaventò.
«Ah! Ma cosa...? Mi hai fatta spaventare.» disse con il broncio.

«Scusa, amore mio. Buongiorno.» la prese in braccio.
«Chris piange.» disse Lauren. «Mi ha svegliata.»

«Sai che Chris è piccolo.»

«Lo so, ma che non piangesse.» sbuffò Lauren.

«Caro!» urlò Clara in cerca del marito.
«Dimmi!» fece altrettanto lui e Lauren si mise le mani alle orecchie.

«Quando devi andare lì?» chiese sbuffando dopo averlo raggiunto.
«A lavoro? Dovrei essere lì tra quindici minuti. Ma può aspettare, voglio stare un po' con mia figlia.»

«Il tempo è denaro. Lo sai, vero?» chiese furiosa e Lauren scese dalle braccia della madre e sospirò.
«Ma perché devi sempre rovinare tutto?» chiese la piccola.

«Non permetterti a dire una cosa del genere.» disse Clara e Lauren si mise dritta con la schiena non appena vide la madre avvicinarsi a lei togliendosi la ciabatta dal piede.

«Clara, Lauren non ha detto niente.» disse Mike ma Clara lo ignorò completamente e iniziò a pestare la figlia con la ciabatta, severamente.

Lauren strinse i denti mentre subiva. Le gote della bimba erano rosse, le lacrime agli occhi erano evidenti. Sentiva tanto dolore.

«Sei una pazza, Clara.» disse Mike fermandola. «Lasciala, adesso.» disse urlando il padre.

Lauren corse via con le lacrime agli occhi e si mise nella sua camera. «Ugh.» Lauren si toccò il sedere e un po' la schiena.

Era così doloroso vivere con lei.

Se non fosse stato per Clara, la famiglia di Lauren sarebbe stata perfetta. La bambina era a New York da un anno. Si era trasferita lì per cercare un lavoro più raffinato.

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