Capitolo diciotto. - "Benvenuto tra noi."

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Le due ragazze stavano tornando al Four Seasons. Camila era appoggiata a Lauren mentre stavano guardando fuori dal finestrino. «Ci siamo divertite e credo che Alessandro sia contento, vero?»

Il ragazzo era dentro la limousine, con le due ragazze. «Sono felicissimo per questo, davvero, non so come ringraziarvi.» sorrise lui e Lauren sorrise.
«Non dovresti ringraziare me, ma bensì Camila. È lei che ha voluto che tu andassi con lei, ma ti prego. Ho bisogno che tu mi faccia un favore.»

Alessandro prese uno sguardo serio, guardò Lauren. «Certo, dimmi.»

Lauren sospirò. «Non so quando ci vedremo di nuovo con Camila, quindi, voglio che tu la controllassi. Non voglio che la gente si avvicinasse a lei.»

Camila sorrise un po' e affondò il viso nel braccio della ragazza dai capelli corvini. «Vedi, Alessandro. Lauren è molto protettiva e non si fida per nessun motivo di me.»

«Non ho detto questo.» disse Lauren spalancando gli occhi.

«Sìsì, dicono tutte così.» disse Camila seriamente e Lauren sospirò.
«Non volevo che intendessi quello, sai che non lo penso.»

Camila rise e la baciò. «Sto scherzando, idiota.» le accarezzò il viso. «Io so che ti fidi di me.»

«Bene.» Lauren le accarezzò il viso.

Alessandro le guardò con tenerezza, sorrise. «Siete molto innamorate, vero?»

«Già.» rispose Lauren seriamente girandosi verso di lui. «Ma purtroppo, ognuno va contro il nostro amore.»

Camila annuì piano e sospirò mentre intrecciava le dita con la ragazza. «Purtroppo ognuno ci va contro. Abbiamo più odio che amore.» disse lei. «Chi per gelosia, altri perché non accettano ciò che è successo tra me e Lauren.»

«Mh, ad esempio?»

«Mia madre non voleva che io mi frequentassi con Camila, fin da piccola mi ha messo uno psicologo in modo che ogni volta riuscisse a farmi dimenticare lei. È stata pazza questa scelta.» disse piano e Camila la guardò con tristezza.

«Adam, il mio psicologo, diciamo che mi ha fatto il lavaggio del cervello per un sacco di tempo, era riuscito a farmi credere che non esisteva nessuna Camila Cabello. Lei era solo frutto della mia immaginazione.»

Alessandro sospirò e continuò ad ascoltare come Lauren gli spiegava le cose.

«Era impossibile che Camila Cabello fosse solo frutto della mia immaginazione. Io ricordavo di una bambola e siccome a me non piacevano, la cosa non mi andava a genio. Quella bambola non era mia, ma era di Camila.»

«Come hai fatto ad avere una sua bambola?»

«Con Lauren, quando eravamo piccole, ci siamo scambiate dei regali... Io le avevo dato una vecchia bambola mentre lei, mi aveva regalato una macchinina giocattolo.» gli spiegò Camila visto che aveva notato fatica nello sguardo di Lauren.

Alessandro sorrise dolcemente. «Sono sorpreso! Quindi voi vi conoscete da quando eravate piccole?»

Lauren negò. «Io ero arrivata in America anni dopo. Non avevo amici fino a quando non avevo incontrato Lauren in un ristorante, avevo sentito uno strano desiderio, ovvero, quello di essere sua amica.» disse subito Cabello.

«Che cosa romantica.» commentò il ragazzo.

«Ricordo ancora come Laur era acida con me. L'unica differenza che ci rendeva diverse era; lei aveva i soldi, io no.» disse Camila e Lauren sorrise un po'.
«Sinceramente avrei preferito rimanere senza di essi.»

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