Camila si stava sistemando il mascara, purtroppo, quel momento di pura riflessione, la porta si aprì di scatto facendola sbagliare parecchio da farle addirittura sporcare la guancia.
«Merda.» imprecò e guardò male Dinah che rimase impietrita davanti alla scena, ovviamente, cercò di non riderle in faccia.
«Scusa... So che devo bussare ma, sono così eccitata che... Sfileremo.»Camila sospirò, roteando di poco gli occhi. «Sono così piena di lavoro e di impegni di altro tipo, che non ries...»
«Lauren, vero?»I giorni erano passati molto velocemente e l'idea di Camila, non era cambiata nemmeno per un attimo. Voleva Lauren, con tutto il suo cuore, ma non potevano, non potevano continuare a mandarsi messaggi, a dirsi che si mancavano, a dirsi che ognuna aveva bisogno dell'altra. «Tu la ami?»
«Sì, ma Dinah, ti ho già detto cosa ne penso. Alla sfilata, le dirò che tra noi non ci sarà più nulla.»La polinesiana sospirò, si avvicinò a Camila e le accarezzò le spalle. «Spero che tu sia sicura della decisione che vuoi intraprendere.»
«Sono sicurissima, sai come sono io quando devo prendere delle decisioni.» disse Camila alzandosi dalla scrivania e camminò lungo la stanza, per poi guardare fuori dalla finestra. «Mi dispiace solo di romperle il cuore.»Dinah si avvicinò al suo capo di lavoro e poggiò una mano sulla sua spalla. «Non vedo l'ora di partire.» disse. «Mancano pochissime ore e tra poco dovrebbe arrivare anche Alessandro.»
«Non voglio partire. Rendiamoci conto che ci sarà anche lei, e io non voglio... Mi pento così tanto della mia decisione. Cioè, di averle detto di venire.» sussurrò e Dinah roteò gli occhi.«Amica mia, non c'è bisogno. Sappi che per qualsiasi tua scelta, io sono con te a supportati ad ogni modo, anche dando la mia vita, se necessario.»
Camila negò con la testa e guardò la sua migliore amica al suo fianco, per poi alzarsi dalla comoda sedia e di camminare un po' a zonzo per cercare di smaltire lo stress in corpo.
Il bussare alla porta fece sobbalzare le due ragazze, Camila si girò e si sistemò i capelli, lasciandoli sciolti. «Mh, avanti?»
«Ciao, ragazze.» sorrise Alessandro mentre entrava con un vassoio che conteneva delle tazze con del caffè, zucchero, paste ripiene di marmellata e crema e pizzette. «Ho portato qui qualcosa che può fare al caso nostro.» sorrise lui e Camila fece lo stesso.
«Appoggia tutto sul tavolino, mangeremo lì.» disse andando a sedersi sul piccolo sofà.«Sei utile a qualcosa, amico.» sorrise Dinah e Alessandro mise un piccolo broncio, facendo ridere tutte. «Sto scherzando, amico.»
Lui sollevò la testa all'insù e sospirò. «Sono così nervoso. Rimanere lì, a Las Vegas per una settimana e mezzo, mi rende elettrizzato.»
«Già, non mi è mai capitato di andarci.» disse Camila. «Sarà sicuramente una cosa nuova per tutti.» sorrise giungendo le mani per poi guardare il cibo posto davanti al suo naso.«Prego, immagino che tu abbia fame, Camila.» disse il ragazzo e Camila afferrò una pizzetta e la guardò per bene. «Uhm.»
«È buona, prima ero a casa con Sinu, le ho insegnato a cucinare queste pizzette. Era molto euforica.» disse lui e Camila diede un morso per poi chiudere gli occhi, godendo del sapore così buono di quella pizzetta.«Decisamente fantastica...» disse Cabello arrossendo. «Mi piace, complimenti.»
«Sono un genio se si tratta di cibo. Magari posso passare delle ricette italiane a tua madre, così vi divertite a prepararle.» propose e Camila annuì ripetutamente.
«E devi chiedere? Se si tratta di cibo, il mio è un sì assicurato.»I tre ragazzi mangiarono beatamente. «Anche il caffè è buonissimo.» sorrise Dinah complimentandosi.
«Quoto, ma quello non l'ho fatto io.» rise forte il ragazzo. «Pensare che devo partire... Mamma mia, non vedo l'ora.»
«L'hai già detto, calmati.» rise Camila. «Non crederti che dovremmo prendere l'aereo.»
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HUMBLE.
FanficAnno 2001. Tutto iniziò da lì quando una famiglia decise di trasferirsi nella grande Los Angeles per scopi lavorativi. In quella data accaddero cose che non si potevano dimenticare e lo stesso era per la piccola della famiglia, una bambina strappata...