*Suona la sveglia*
"Ho imparato a prendere le distanze da certa gente, ho imparato a vivere la vita apertamente l'unica cosa che so è che certamente, chi ti toglie tutto impara a farlo lentamente."
Gem è onnipresente; non poteva partire canzone migliore che Hallelujah.Mi alzo con un sorriso a trentadue denti ma prima di iniziare a sistemarmi scendo al piano di sotto dove i miei stanno guardando un film mentre la cameriera pulisce.
"Papi sei già stato in città?" Mi siedo accanto a lui.
"Sì piccola, tutto risolto. La palestra è a tua disposizione e la parte burocratica è terminata. Devi solo comprare i libri e la lista è nel mio ufficio. In settimana ti lascio la mia carta di credito e vai in città; prendi tutto ciò che vuoi." Mi stampa un bacio in fronte.
"Ti adoro!" Lo abbraccio.
"Tesoro quando vuoi andare in vacanza?" Sorride mia madre.
"Vi faccio sapere io, ora vado in camera!" Mi alzo e corro per le scale.
Forza Cara, devi splendere.
Com'è che ogni tanto hai ragione?
Ho sempre ragione ma tu non lo ammetti.
Entro in bagno e mi rilasso nella vasca. Una volta ben pulita, faccio le solite maschere ai capelli e dopo essermi risciacquata; mi avvolgo nell'accappatoio ed esco.
Aggiusto lo smalto delle unghie dei piedi e tento di sistemare quelle delle mani. Le ragazze della mia età hanno delle unghie ricostruite alla perfezione ma a me, facendo boxe, non durano neanche un giorno.
Diciamo che adesso sono decenti.
Adesso i capelli.
Li pettino, massaggio i cristalli liquidi in tutta la lunghezza, li asciugo e passo la solita piastra. Perfetto, lisci come spaghetti.
Non osare truccarti solo con l'eye liner.
Applico il solito strato di fondotinta, una spolverata di cipria, del fard per risaltare gli zigomi, sulle palpebre stendo un ombretto dorato e l'eye liner, il mascara non può mancare e tingo le labbra con un rossetto nude. Né esagerata né squallida.
Metto un paio di jeans e una maglietta completamente a caso, tanto mi dovrò cambiare. Alle 21:30 son pronta.
C'è il tempo per mangiare.
Effettivamente in pancia ho solo uno yogurt.
Scendo in cucina furtivamente; se i miei mi vedessero mangiare, si insospettirebbero.
Mi faccio un toast con una fetta di prosciutto e torno in camera per mettere il profumo e prendere lo zainetto nel quale, vestiti ed accessori a parte, ho messo il portafogli ed il cellulare.
21:56. Saluto i miei genitori che sono in salotto con i loro pc e li rassicuro.Esco ed Andrew è già nella sua macchina.
"Ti ho fatto aspettare?" Gli sorrido entrando in macchina.
"No, sono in anticipo; non volevo farti aspettare." Prende la mia mano e la bacia, poi mette in moto.
Che dolce. Potrebbe venirmi il diabete.
Sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lo guardo.
Ha dei jeans neri abbastanza aderenti, una camicia bianca e delle scarpe nere abbastanza sportive. Ha tirato indietro i capelli e devo dire che gli stanno da Dio. Poi i suoi occhi... Non li avevo mai osservati con poca luce; son luminosi come fari.
"Cara?" Brutta figura parte 5000.
"Andrew scusa, io..." poggia un dito sulle mie labbra.
"Non dire niente" mi sorride "Bel trucco comunque.".
"Grazie." Sorrido ancora in imbarazzo.
"Vuoi cambiarti ora o in città?" Siamo in una strada non molto trafficata e credo sia meglio qui.
"Scendi dalla macchina e non guardare." Lo avverto.
"Non ti assicuro nulla." Scende dalla macchina ridendo "Se qualche animale mi aggredisce, è colpa tua."
Che scemo! Tolgo i jeans e la t-shirt, metto la gonna e il top ed Andrew torna in macchina.
"Avrei potuto essere nuda!" Urlo mentre allaccio la fibbia dei tacchi.
"Se lo fossi stata, non sarei salito." Mette in moto.
"Mi stavi guardando!" Lo fulmino con gli occhi.
"Non è la prima volta, di cosa ti lamenti?" Si gratta dietro la testa e mi fa appoggiare al suo petto.
Il suo profumo è inebriante.
Sveglia Cara! Ha guardato mentre ti cambiavi.
"Comunque sei uno stronzo." Metto il broncio.
"E tu sei una pessima bugiarda" mi accarezza la guancia.
"Cosa? Perché?" Spalanco gli occhi.
"Stavi quasi sospirando, non sei veramente arrabbiata." Ride.
"Lasciamo stare, ok?" Mi stacco da lui e torno nel sedile del passeggero.
Siamo già in città quindi metto nella borsetta il portafogli e il cellulare così chiudo lo zainetto. Mi do un'ultima sistemata e finalmente siamo arrivati.
Scendo dalla macchina e lo sguardo di Andrew brucia.
Mentre stiamo per entrare nel locale i suoi occhi non si staccano da me.
Una volta entrati mi prende la mano per non perderci; nonostante questo posto sia molto grande, è completamente pieno di gente.
Raggiungiamo il barman che a quanto pare è amico di Andrew dato che quest'ultimo gli affida la mia borsa. Ci prepara due cocktail dai colori sgargianti e fa l'occhiolino a lui indicandomi col mento.
"Perché?" Alzo la voce quanto basta per farmi sentire da Andrew.
Beve dalla cannuccia e ignora la mia domanda.
Quando entrambi finiamo di bere ci dirigiamo verso la pista. Tutti stanno ballano a ritmo di reggaeton e Andrew mi avvicina a se facendomi ondeggiare. La mia testa è poggiata sulla sua spalla e muovo braccia e gambe a ritmo; lui mi tiene per i fianchi e non distacca nemmeno per un secondo lo sguardo dai miei occhi.
Siamo il ritratto della felicità. L'alcol contribuisce a farci divertire ma nessuno dei due è ubriaco. Stiamo bene insieme e basta.Ad un certo punto prende la mia mano e va verso una parete. Mi sbatte letteralmente le spalle al muro e mi lascia baci umidi sul collo.
"Andrew" sospiro "che stai facendo?".
Una delle sue mani mi accarezza il fianco e l'altra la mandibola. Il pollice di quest'ultima traccia dei cerchi immaginari sulla mia guancia.
"Ti dispiace?" Bisbiaglia e mordicchia il lobo del mio orecchio.
"Sei ubriaco?" Cerco di staccarlo.
"Di te." Fa aderire il suo corpo al mio e mi bacia. Dio.
Dentro ho un misto di emozioni.
Principalmente sono spaventata, non voglio perdere la testa per lui...
È inevitabile però che un brivido percorra la mia spina dorsale.
Quando si stacca mi manca l'aria. Wow.
"Ti è piaciuto?" Faccio fatica a sentire la sua voce ridotta ad un mormorio.
Istintivamente mi mordo le labbra. Credo sia una risposta sufficiente dato che fa unire di nuovo le nostre labbra intensificando il bacio.
Si stacca, sorride e mi mette la solita ciocca ribelle di capelli dietro l'orecchio.
"Perché lo hai fatto?" Credo non mi abbia sentita dato che mi prende la mano -questa volta intreccia le nostre dita- e torniamo in pista.
Sono decisamente più imbarazzata di prima.
L'idea di essere stata baciata da quello che era il bambino con cui sono cresciuta è fottutamente strana.
Ti pare il caso di pensare ciò? Guarda che ragazzo stupendo hai davanti.
Effettivamente siamo maturi entrambi e i bambini che eravamo, adesso sono solo un vecchio ricordo.
Non smette di sorridere. È felice da quando mi ha vista.
Sapere di essere la ragione del sorriso di qualcuno è una sensazione indescrivibile.
"Cosa passa per la tua testolina?" Urla. "Nulla, non preoccuparti." Siamo tornati a ballare e non c'è nulla di più bello che vederlo così.
È molto tardi e i piedi mi fanno malissimo quindi usciamo dal locale.
"Andrew! La borsa dal barman!" Ricordo una volta fuori.
"Non muoverti, la vado a prendere." Mi lascia un bacio in fronte e rientra lì dentro.
Due ragazzi si avvicinano a me.
"Scusate, ci conosciamo?" Puzzano di alcol.
"No, ma vorrei proprio conoscerti." Uno di loro cerca di toccarmi il sedere. Istintivamente gli tiro un diretto e gli faccio sanguinare il naso.
"Stronzetta." Il suo amico è furioso e si avvicina a me con aria minacciosa. Ho praticamente le spalle al muro e i tacchi impedirebbero ogni mio tentativo di fuga.
Andrew è uscito dal locale e, vedendo la situazione corre, in mio aiuto.
Fa cadere il tizio infuriato con una spinta e prendendomi in braccio corre verso la macchina.
Una volta seduti, mette in moto.
"Cara non posso lasciarti sola due secondi!" Stavo per essere aggredita da due ubriaconi e mi vuole dare la colpa? È scemo?
"Non è colpa mia..." Mi trema la voce "Perdonami Andrew; non volevo accadesse qualcosa di brutto."
Accosta con la macchina.
"Scusami piccola, tu non c'entri." Mi solleva facendomi sedere tra le sue gambe e mi stringe a sé.
Ora sei al sicuro.
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Noi siamo caos
RomanceSono Cara, ho 17 anni e la mia mente contorta ha deciso di fare un casino in questo mio ultimo anno da minorenne. Non soffro di personalità multipla ma è come se due persone completamente diverse vivessero in me. Da un lato sono femminile, dall'altr...