Capitolo 30

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*Squilla il cellulare*
"Baby." La voce calda e profonda di Thom mi tranquillizza dopo questa giornata pessima.
Ho appena finito di cenare e sono nella poltroncina di camera mia.
"Tommy." Un sorriso da ebete si stampa sulle mie labbra, per fortuna non può vedermi.
"Che fai?"
"Guardo le stelle, tu?" Questa sera sono ben visibili parecchie costellazioni.
"Sono steso a letto." Lo sento sorridere. "Anche a te piace fissare il cielo?"
"Sì, mi ricorda che l'infinito esiste." Arrotolo una ciocca di capelli al mio dito.
"Esiste eccome, baby." Mi mordo d'istinto il labbro inferiore per il modo in cui ha pronunciato questa frase, come se alludesse a qualcos'altro.
"Volevo chiederti una cosa." Se non cambiassi discorso, sverrei... Di nuovo.
"Spara."
"Quando ti trasferisci ai dormitori della scuola?"
"Non ci avevo ancora pensato, tu?" Ovviamente lui non ha motivo per essere ansioso: conosce tutto e tutti lì.
"Vorrei scappare da qui il prima possibile..." Consapevole che lui non possa vedermi, una lacrima scende calda sul mio viso.
"Perché baby? Tutto ok?" A quanto pare è ansioso di ricevere una risposta che tarda un po' ad arrivare: prima devo calmarmi.
"No, non è tutto ok; sono stanca di stare qui. È tutto un inferno." Il mio tono di voce è instabile per colpa del pianto.
"Facciamo una cosa, domani vengo da te e ne parliamo meglio; tua madre e tuo padre lavorano, vero?" Cosa? Se ci vedesse Andrew, lui morirebbe insieme alla mia reputazione.
"No, domani mio padre ha richiesto un giorno di ferie. Vengo io in città se vuoi." Inventerò qualcosa a mamma e papà ma lui qui non può venire.
"Certo che voglio. Mia madre torna a casa alle tredici ma non è un problema." Significa che vuole farmi conoscere sua madre o che andiamo a mangiare fuori?
"Pranziamo al fast food?" Faccio la voce da bimba contenta sperando in una risposta affermativa.
"Come vuoi tu baby, però prima ti devi sfogare col ragazzo più saggio della città." Ride.
"Preparati ad impazzire allora!" Sogghigno.
"Sono già pazzo per colpa tua." Lunatico. Fino a qualche secondo fa stava scherzando ed adesso la sua voce è addirittura cupa.
"Non so cosa dire." Cammino nervosamente per la stanza.
"Non dire nulla: non è necessario, non a telefono almeno." È tornato contento. Avete presente Gollum de Il Signore degli Anelli? Perfetto, Thomas gli assomiglia molto per il bipolarismo. Rido per questo mio stupido pensiero.
"È così divertente per te?" Cazzo, mi ha sentita ridere.
"No, assolutamente! Anzi ero molto in imbarazzo; solo che ho pensato una cosa che non c'entra nulla con il discorso precedente e mi è venuto da ridere. Ti chiedo scusa..." Tento nervosamente di fargli capire il motivo del mio comportamento davvero poco opportuno e lui si mette a ridere; ho sempre pensato che Gollum fosse stupido.
"Scusami, è che mentre parlavi probabilmente hai dimenticato di respirare." Effettivamente ho detto tutto nel giro di pochi secondi, adesso sto ridendo anch'io.
"Mi mancavano le chiacchierate notturne."
"È carino da parte tua." Mi stendo a letto.
"A dire il vero mi manchi tu." Ditemi che è ironico, vi prego.
"Devo informare i miei del fatto che domani non sarò a casa e poi vado a dormire; arriverò alla stazione centrale intorno le dieci, va bene?" Cambiare discorso è l'unico modo per scansare un ulteriore colpo al cuore.
"Sarò lì; dolce notte baby."
"Buona notte Thom." Riaggancio ed urlo. Ma perché la vita mi odia così tanto? Sono stata male quattro mesi per colpa sua e infondo so che, se diventassi di nuovo la sua ragazza, continuerei a soffrire. In oltre teoricamente sono ancora la fidanzata di Andrew.
*La porta viene aperta*
"Cara stai bene?" Mio padre ha gli occhi sgranati ed è parecchio affaticato: probabilmente avrà salito le scale di corsa.
"Sì papà, perché?" Alzo un sopracciglio.
"Hai gridato!" Mi imita. "Io e tua madre ci siamo spaventati."
"Solo nervosismo, non farci caso." Sorrido appena.
"Cara, tesoro..." Si siede accanto a me. "Se tu dovessi avere bisogno di qualcuno per stabilizzare la tua situazione interiore, me potresti dire; lo sai vero?" È crucciato come se quello a soffrire sia lui.
"Intendi uno psicologo?" Mi sto alterando, non crederà che io sia pazza!
"Secondo me potrebbe farti bene." Non può pensare ciò...
"Vuoi fare qualcosa per me?" Lui annuisce. "Desiderio andare a scuola il prima possibile, ho bisogno di cambiare posto."
"Devo parlarne con tua madre, non posso prendere da solo questa decisione, avevamo concordato per la settimana prima dell'inizio delle lezioni ma siamo ancora a luglio e non penso lei ne sarà contenta." Mai una gioia!
"Papà, ti prego..." Lo guardo evitando di nascondere tutta la tristezza che ho dentro. "Non te lo chiederei se non pensassi sia necessario... Hai un ottimo rapporto con mamma, puoi convincerla."
"Facciamo un patto: io convinco la mamma ma tu devi dirmi perché ti sei ridotta così." Infondo è mio padre, con lui posso parlare quindi accetto.
"Tu convincila è un giorno di questi passiamo un po' di tempo insieme e ti spiego." Gli tendo la mano e lui la stringe.
"Voglio solo il meglio per te piccola Cara." Mi sta abbracciando, ne avevo tanto bisogno...
"Ti ringrazio papà."
"Figurati... Hai bisogno d'altro?" Mi sorride.
"Domani dovrei andare in città a fare una cosa."
"Una cosa? Potresti essere più specifica?" Nego con la testa. "E va bene, ciò significa che devo coprirti?" Annuisco e lui ride.
"Sei il miglior complice del mondo." Assumo un'espressione angelica.
"Finirò per passare dei guai con tua madre." Rotea gli occhi. "E comunque dovrai spiegarmi anche questa." Sogghigna.
"Sissignore!" Sorrido.
"Dai, allora dormi. Sai dove trovare la carta di credito e non serve che io ti dica di fare attenzione. Buona notte piccola." Mi bacia la fronte.
"Notte papi." Ed esce dalla mia camera.
È stato gentilissimo come al solito ma tu devi gridare di meno e imparare a mentire meglio. 'Devo fare una cosa' è talmente vaga come frase che potrebbe significare qualsiasi cosa. Ringrazia qualche divinità onnipotente del fatto che lui sia quasi menefreghista.
Pure la morale da parte tua no, coscienza. Ho le ovaie in ribellione e non voglio sentire più nulla per oggi. Sono stanca, credo proprio andrò a dormire.
Farti la morale è il mio mestiere e comunque almeno prepara le cose per domani!
E questo è vero.
Prendo dall'armadio una camicia rossa a scacchi neri che lascerò aperta in modo che si veda una semplice canotta nera da mettere dentro una gonna a ruota bordeaux da abbinare alle Converse dello stesso colore.
Domani farò le boxer braids ai capelli e metterò gli occhiali da sole tondi e sembrerò Tumblr.
Yuppi ye... Fammi un piacere, metti dei jeans e una t-shirt.
No.
Promettimi che domani ci penserai quantomeno.
Mi addormento e lascio stare tutto, non ne posso più...

Noi siamo caosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora