Capitolo 17

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"Dove cazzo vai?" Mi afferra il polso e la sua presa fa male.
"Mi fai male Andrew." Una smorfia di dolore compare sul mio viso.
"Ti lascerò quando salirai in macchina." Allevia un po' la presa.
"Entro in macchina, però lasciami." Sono seriamente arrabbiata.
Fa come gli ho ordinato, io mi siedo nervosa e lui mette in moto.
"Scusami, riconosco di esser stato pesante."
"Perché sembra che ti diverta farmi stare male?" Sento gli occhi bruciare.
"Io odio farti star male. Sono qui per tentare di rimediare alla stronzata dell'altro giorno ma a quanto pare ho iniziato col piede sbagliato. Volevo solo sdrammatizzare la situazione poco fa ma ho fatto un casino, come al solito..." Sembra seriamente dispiaciuto.
"Ho bisogno di certezze Andrew; sono più instabile di quanto credi. La mia forza? Tutta apparenza." Non posso piangere, non ho intenzione di rovinare il trucco.
"Vuoi certezze? Dammi solo tempo e fiducia."
"Ora sei tu che fai paura a me." Arrotolo una ciocca di capelli attorno un dito.
"Cara neanch'io sono forte o stabile."
"Va bene." Ha qualcosa, me lo sento... "Mi dici perché mi hai cercata? Non può esser stato solo perché mi hai vista in intimo; hai visto una marea ragazze anche senza."
"Vuoi la verità?"
"Certo!" Ogni suo muscolo è teso, incute timore.
"Ti osservo da parecchi mesi e mi sono reso conto che da un po' di tempo eri parecchio triste. Volevo solo regalarti dei sorrisi, almeno inizialmente..."
È così palese io stia male? Adesso si spiega tutto, gli faccio pena...
"Provi pietà per me quindi?"
"No. Non so cosa provo per te ma non è qualcosa che si avvicina minimamente alla pietà."
"Nemmeno io so cosa provo Andrew." Mi massaggio le tempie con movimenti circolari.
"Abbiamo bisogno di tempo per chiarirci le idee."
"Lo penso anch'io." E questo tempo voglio passarlo con lui.
"Di solito preferisco i fatti alle parole ma una cosa te la devo promettere: quest'inverno, se vorrai, potrai rubarmi le felpe."
"Andrew chi se ne frega delle felpe? Ciò che voglio sono le tue braccia che mi proteggono." È scemo...
"Non so che dirti."
"Dimmi solo che ci sarai."
"Ci sarò." Bacia la mia mano. "Ora che ti ho ritrovata non voglio perderti."
"Tutto ciò è così strano... Io non dovrei essere qui e tu dovresti essere con i tuoi amici super popolari a fare chissà cosa. E pensare che abbiamo passato l'infanzia insieme..."
"Fondamentale siamo strani anche se non stiamo insieme e a tutti così sta bene." Accosta in un parcheggio privato e mi fa scendere dalla macchina.
"Andiamo in libreria e poi ho una sorpresa per te" Mi sorride. "Posso prenderti per mano?" Annuisco e sorrido mentre camminiamo verso la nostra meta.
Le nostre mani intrecciate mi fanno sentire come fossi completa. Finalmente sto da Dio.
"Andrew? Sono stati due giorni orribili senza te..." Mi è scappata una lacrima. Non potevo più trattenerla.
"Non piangere, ti prego Cara... Mi sento in colpa se fai così." Prontamente asciuga quella gocciolina solitaria.
"Perdonami ma trattengo le lacrime da quando ti ho visto..." Lo abbraccio e mi stringe forte a sé.
"È questo il tuo posto."
"Potrei starci per l'eternità." Non credo abbia sentito la mia voce ridotta ad un sussurro.
Entriamo in libreria e nel giro di mezz'ora la commessa mi consegna una pila di libri allucinante. Voglio morire. Pago ed Andrew si occupa di prendere quasi tutti i libri; ne restano solo cinque e io sono perfettamente in grado di reggerli. Torniamo al parcheggio e posiamo i libri nel bagagliaio.
"Vuoi farti un giro piccola?" Contorna le mie spalle col suo braccio.
"Per me è uguale." Sorrido.
"Facciamo una bella passeggiata in centro storico e di pomeriggio andiamo per negozi?" Annuisco, son con lui il resto non importa.
"Cosa hai fatto in questi due giorni?".
"Nulla di importante, tu?" Faccio spallucce.
"Ho fissato la tua camera." Ride e mi scompiglia i capelli.
"Ho notato." Rido anch'io. "Vuoi sapere una cosa?".
"Sentiamo!" È felice. 
"Walter e Alice si stanno sentendo e anche loro sono in città!" Sono contenta per Alice, Walter è proprio un bel ragazzo e lei si merita di essere felice.
"Walter Bennett con intenzioni serie? Non lo riconosco più!" Ride.
"Perché dici così?" Sono preoccupata per Alice adesso.
"È un mio amico abbastanza stretto e non è un tipo da relazione seria però magari si sta innamorando di Alice e mette la testa a posto."
La mia migliore amica con un suo amico stretto, no ma ok.
"Neanche tu sei tipo da relazione seria." Lo sento irrigidirsi.
"No ma con te è diverso, sai che intendo..." stringe la presa sulle mie spalle.
"Tranquillo." Mi bacia la fronte.
"Io non so cosa mi stai facendo Cara però so per certo che con te mi sento incredibilmente bene." Sorride.
"Non ti sto facendo nulla, è la sorte che vuole le cose vadano così." Lo abbraccio.
"La sorte mi ha fatto un enorme regalo allora." Un altro bacio in fronte.
"Chiamiamo Alice e Walter?" Prendo le sue mani e -camminando all'indietro- faccio gli occhi da cucciola.
"Vieni qui pazzoide!" Ride e mi riporta al suo fianco prendendomi per la vita. "Magari dopo pranzo signorina, prima devo portarla in un posto.".
Mi carica sulla sua spalla come fossi un sacco di patate. Lo odio.
"Andrew mettimi subito giù! Se mi vola la gonna, ti castro!" Urlo e gli do pugni sulla schiena.
Ci stanno guardando molte persone, ma che figure mi fa fare in pieno centro storico?
"Non c'è minimamente vento, la gonna non vola!" Ride e continuo a dargli pugni.
"Non appena mi metterai giù, ti ucciderò!" Cosa ride?
"Sei bassa un metro e un tappo, non puoi farmi nulla." Vorrei capire quanto meno dove siamo ma, per colpa della mia chioma, non riesco a vedere nulla.
Devi tagliarli.
Non se ne parla nemmeno.
"Io non sono bassa. Sei tu smisuratamente alto." Sono furiosa.
"Io sono smisuratamente alto e tu sei bassa." Ride e mi rimette a terra.
"Grazie per avermi fatto fare una figuraccia." Metto il broncio.
"Sistemati i capelli, pazzoide." Ride. Mi prende pure in giro? Andrew la pagherai in qualche modo.
"Quando meno te l'aspetti, mi vendicheró." Per fortuna i miei capelli oggi sono talmente lisci che con due semplici movimenti son già sistemati.
"Non è ancora ora di pranzo, ti va un gelato?" Mi sorride e intreccia le nostre mani.
"Vuoi farmi ingrassare? No Andrew." Rido.
"Tanto conoscendoti a pranzo mangerai per due persone!" Ride anche lui.
È così bello non avere pensieri negativi e sentirsi nel posto giusto al momento giusto. Credo però che accanto Andrew mi sentirò nel posto giusto in qualsiasi momento.
"Cara?"
"Scusa, ero distratta!" Ho smesso di contare le brutte figure.
"Ogni tanto fissi un punto nel vuoto e vorrei sapere il motivo; non sei felice?" Mi stringe a sé, è preoccupato...
"Sono felicissima!" Si rilassa. "Questo è l'atteggiamento che ho quando mi perdo tra i pensieri."
"E a cosa pensavi?" Curioso il ragazzo.
"Top secret." Gli faccio l'occhiolino.
"Forza, dobbiamo andare!" Intanto siamo tornati verso il parcheggio e stiamo entrando in macchina.
"Mi dici dove?" Metto il broncio.
"No. Anzi devi chiudere gli occhi" Prende una bandana dal portaoggetti "oppure dovrò metterti questa.'
"Sei completamente pazzo! Chiudo gli occhi." Sorrido.
"Devo fidarmi?" Mi guarda interrogativo.
"Assolutamente sì."  Non è vero, sbirceró.
Chiudo gli occhi e lui mette in moto.

*Spazio autrice*
Hey stelline! I nostri protagonisti si son riconciliati! Ne siete contenti?
Ringrazio tantissimo tutti i lettori, spero vi stiate affezionando a questi due casi clinici, chissà cosa succederà tra loro!

Noi siamo caosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora