Capitolo 20

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"Dai non l'ha presa male." Sorride e si gratta dietro la testa. Credo sia l'atteggiamento che ha quand'è imbarazzato.
"Come ti è venuto in mente d'accettare? Ti farà l'interrogatorio e per fortuna non c'è papà!" Sbatto letteralmente la testa al muro.
"Non volevo sembrare scortese e poi tua madre mi ha sempre adorato e detto che sono troppo bello!" Ride.
"Poi sono io quella idiota, scema, allucinante, pazza, psicopatica, stronza, stra-" mi bacia, odio quando interrompe i miei discorsi seri.
Quello me lo chiami discorso serio?
Coscienza! Non mi sei mancata assolutamente.
"Principessa chiamo mio padre per dirgli che non torno nemmeno per cena, dammi un secondo." Mi bacia la fronte. Annuisco e vado verso il bagno, ho bisogno di rinfrescarmi.
Faccio una doccia alla velocità della luce ma mi rendo conto di non aver preso i vestiti.
Apro la porta in modo che esca soltanto la mia testa e nascondo il mio corpo dietro il muro. "Andrew?"
Lui si gira verso di me e scoppia in una sonora risata. "Cara ma che cazzo stai facendo?".
"Apri l'armadio e prendimi qualcosa da mettere, ho fatto una doccia e ho bisogno dei vestiti." Roteo gli occhi.
"Ci sei stata pochissimo!" Mi passa dei pantaloncini neri, le Vans nere e una t-shirt indaco.
"Grazie." E gli chiudo la porta in faccia.
Una volta vestita esco dal bagno.
"Stai benissimo anche senza trucco principessa." Mi bacia.
Gesti a cui ti potresti abituare.
"Ti hanno fatto problemi?" Andiamo verso la sala da pranzo e lui mi prende per mano.
"No no; ho diciotto anni e non possono comandarmi." Alza le spalle.
"Andrew non dovresti lasciarmi la mano?"
"No." E così entriamo in sala da pranzo.
È già tutto sistemato per la cena; mia madre, vedendoci, arrossisce e io mi nascondo dietro il mio watusso preferito.
"Signora Martinez devo farle i complimenti per la sua cucina. Il profumo del suo pollo è inebriante."
Questo chi è? Andrew non parla così.
Sta tentando di fare una bella impressione, idiota.
Ehi coscienza! Cosa dovrei fare?
Smettere di nasconderti dietro Andrew sarebbe un inizio... Poi sederti a tavola e intraprendere una conversazione con persone concrete e non con te stessa.
"Cara tesoro, non essere così imbarazzata." Ride mia madre.
Se lo dice lei! Esco dal mio nascondiglio improvvisato e vado a sedermi.
"È che io e Andrew abbiamo di nuovo un rapporto da circa una settimana mamma, quindi mi son sentita un po' a disagio..."
Lui è ancora in piedi e appoggia la mano sulla mia spalla.
"Cara ha paura che io possa lasciarla signora Martinez."  È palesemente ironico.
"Non preoccupatevi ragazzi, nonostante l'età la mia mentalità è molto aperta. Potete stare tranquilli. E bellissimo chiamami pure Sophia o mi offendo." A mia madre piace Andrew? Bene.
"In realtà la mia educazione vorrebbe tutt'altro ma se insiste..." Sorride e si sta per sedere accanto a me.
"Oh, no no! Andrew quello è il mio posto. Tu stai a capotavola."
"Signora Sophia non se ne parla assolutamente! Quello è il suo posto."
Mia madre si appresta a sedersi al mio fianco costringendo Andrew a sedersi nell'unico posto rimasto. Lui non oppone più resistenza e finalmente iniziamo a cenare.
"Allora bellissimo, dove studi?" Gli sorride mia madre.
"Signora Sophia la ringrazio ancora per i complimenti; vedi Cara? Prendi esempio." Ride. "Comunque studio in città alla high school specializing in modern languages."
"Mia figlia non ti fa i complimenti?" Sgrana gli occhi.
"No signora ma mi bastano certi sguardi." Mi sorride.
"La smettete? Essere acida è nella mia natura, ho il pH pari a 2.0 come quello del succo di limone!" Rido solo io, Andrew e mamma a quanto pare non hanno capito la battuta.
"Il pH in chimica misura l'acidità o la basicità di una soluzione; il succo di limone è molto acido e quindi... Niente, lasciate stare..." Si guardano perplessi.
"Ma dimmi bellissimo, da quanto fai compagnia a Cara?" Mi ignorano adesso? Inaccettabile...
"Da questa mattina signora Sophia. Non l'avrei mai fatta scendere con l'autobus da sola in città. Mi perdoni se non l'ho avvisata prima." Mentire no, eh?
"Ti ringrazio! Hai fatto benissimo." Se gliel'avessi detto io però si sarebbe scatenata la terza guerra mondiale.
"Si figuri, per Cara questo ed altro." Mi fa l'occhiolino.
"Cara, tesoro; cos'hai comprato?" Mi sorride.
"Tutti i libri necessari e ho svaligiato un bel po' di negozi." Io e Andrew scoppiamo in una sonora risata.
"Devi farmi vedere tutto!" Io e mamma condividiamo la passione per la moda e abbiamo praticamente gli stessi gusti.
"Era tutto ottimo signora." Sorride Andrew nel momento in cui finisce la sua porzione.
"Son contenta ti sia piaciuto. Andrew ma dimmi, io e mio marito pensavamo di portare Cara e qualche sua amica in una casa che abbiamo a mare per fa, perché non vai anche tu?" Ha veramente superato il limite. Papà ucciderà prima me e poi lei.
"Mi farebbe molto piacere, così starò attento che non le accada nulla di male." Il sorriso che mi rivolge non promette nulla di buono, almeno non per me.
"Grandioso." Il mio tono di voce è decisamente ironico. "Però mamma posso dirlo ad Alice? Lei potrebbe portarsi Walter, il migliore amico di Andrew." Quanto meno non resto sola con il puttaniere qui presente.
"Tutto quello che vuoi Cara. Adesso scusate ma vado a pulire; voi fate ciò che volete." E si dilegua in cucina.
Andrew mi si avvicina pericolosamente e mi prende come fossi un sacco di cemento e lui un operaio edile. Ormai non oppongo resistenza, ho notato che ha spesso questi attimi di follia.

Una volta nella mia camera mi lancia nel letto.
"Sei una stronza." Si abbassa e mi guarda dritto negli occhi.
"Andrew che stai facendo?" Sono senza fiato.
"Ti guardo." Alza le spalle.
"E c'era bisogno di portarmi qui sopra?" Alzo un sopracciglio.
"Tua madre ha detto che potevamo fare ciò che vogliamo e io desidero stare solo un po' con te." Prende la mia mano.
"Gli stai simpatico." Sorrido.
"Mi fa pure venire in vacanza con te!" Ride.
"Me, Alice e Walter." Lo correggo.
"Sei una scema." Si sbatte il palmo della mano in fronte. "Perché devono venire anche loro?"
"L'avevo già detto ad Alice che ora sta con Walter che è tuo amico che sei il mio ragazzo. Meglio di così?" Sorrido.
"Sì ma io e tu in camera insieme." Mi bacia.
"Va bene." La linea sul tracciato dell'elettrocardiogramma è probabilmente retta.
"Vado prima che torni tuo padre. Per oggi aver rivisto dopo sei anni la signora Sophia è bastato. Adoro quando mi chiama 'bellissimo' quanto può essere sincera questa donna?"
"Quanto puoi essere vanitoso Andrew?" Rido.
"Dico solo la verità!" Mi fa sedere sopra di lui e mi bacia appassionatamente. Le nostre labbra si scontrano come in un dolce ballo perfettamente coordinato. Ogni mio senso è amplificato. Tutti i suoi muscoli sono in tensione e le sue mani tracciano la forma della mia colonna vertebrale. I respiri sono pesanti e i nostri cuori battono all'unisono. "Cara non ce la faccio più, fammi andare via." Sorride imbarazzato.
Capendo cosa intende mi sposto subito lasciandolo libero d'andare via.
"Buona notte principessa; a domani." Esce dalla mia stanza.
"A domani bellissimo." Imito la voce di mia madre e lo sento ridere.
Pervasa dal suo profumo, mi butto a letto e -probabilmente a causa della stanchezza- mi addormento immediatamente.

Noi siamo caosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora