Capitolo 19

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"Caaaaaara!" Urla Alice contenta nel momento in cui mi vede. "Vita mia perché non mi hai detto che erano loro?"
"Perché non sapevo neanch'io chi fosse la ragazza di Andrew; piacere Cara, sono Walter." Mi saluta amichevolmente ed è abbastanza imbarazzato.
"Piacere tuo Walter, fai soffrire Alice e giuro che ti faccio male." Non sono affatto ironica.
"Buona principessa." Ride Andrew. "Ciao Alice, sicuramente sai bene chi sono." La saluta.
"Si Andrew, lo so." Mi rivolge un'occhiata complice.
"Ok ok, abbiamo finito con le presentazioni, ora entriamo." Alzo gli occhi al cielo.
Prendo Alice per il polso e la trascino un po' più avanti dei ragazzi.
"Devi raccontarmi tutto troietta della mia vita." Sorrido.
"Siamo in giro da questa mattina, mi ha detto che vuole stare con me e ha fatto complimenti per tutto il tempo. Abbiamo pranzato al McDonald's e prima che Andrew lo chiamasse stavamo per andare per negozi ma abbiamo deciso di aspettare voi. Lui mi aveva detto che ci avrebbe raggiunti un suo amico con la sua ragazza ma non pensavo foste voi!" Sono felicissima per lei e sto letteralmente saltando anche se la gente mi guarda.
Sento Andrew ridere e gli vado incontro.
"Spiegami cosa c'è da ridere!" Gli punto il dito contro. "Sono felice e salto, ok?" Alzo gli occhi al cielo e come risultato Andrew ride più forte.
"Che problemi ti affliggono?" Anche Walter sta ridendo.
"Lasciala stare fraté, è sempre così; c'ho fatto l'abitudine." Mi avvicina a sé, intreccia le nostre mani e placo la mia ira.
Sono entrata in tutti i miei negozi preferiti ed ho comprato vestiti ed accessori fin quando Andrew e il povero Walter non riescono piú a reggere tutti i miei sacchetti.
Ho comprato anche una borsa Michael Kors per Alice ma lei non lo sa ancora, immagino la sua faccia quando le dirò che è sua.
Son così infondo: mi piace rendere felici le persone.

"La tua ragazza è impressionante Andrew!" Walter mi sta guardando malissimo.
"E tu hai la forza di un bambino." Gli faccio la linguaccia.
"Non andranno mai d'accordo, vero Alice?" Andrew è rassegnato e lei annuisce.
"Alice se il tuo ragazzo è antipatico, io non posso farci nulla!" Sbuffo.
"Andrew se la tua ragazza è psicopatica, non è colpa mia." Sbuffa.
Mi imita? Vuole proprio morire male questo ragazzo.
"Smettetela." Andrew alza gli occhi al cielo. "Ragazzi andiamo?"
Tutti rispondiamo affermativamente ed usciamo dal centro commerciale. Walter è costretto a venire con me ed Andrew per posare le mie compere in macchina ed ovviamente viene anche Alice.
Una volta che i ragazzi hanno posizionato tutti i sacchetti nel bagagliaio, cerco quello contenente il regalo per Alice.
"Cara? Che stai facendo?" Andrew mi guarda perplesso, lo ignoro e continuo la ricerca del pacco perduto.
Finalmente lo trovo e lo do all'intessata con un sorriso smagliante. "Questo è tuo."
"Per quale motivo?" È allibita.
"Perché mi andava. Non aprirlo davanti a me." Sorrido.
"Grazie vita mia!" Mi salta addosso.
"Ok, basta smancerie, sparite ragazzi." Quanto lo adoro quando fa lo stronzo!
Alice e Walter ci salutano e ci lasciano soli.
"Ma cos'hai regalato ad Alice?" Andrew mi fa sedere con lui nel posto del guidatore. A pensarci bene non credo sia legalmente possibile però non mi interessa, sto troppo bene per farmi complessi.
"Una borsa." Appoggio la mia testa nell'incavo del suo collo e Andrew inizia a guidare.
"Vuoi andare a casa?" Bacia la mia fronte.
"Il tempo della strada e sará quasi ora di cena quindi sì. Devo sistemare i libri ed i vestiti."
"Va bene, ti do una mano principessa."
"Se sei stanco non preoccuparti, me la cavo."
"Stai tranquilla, non sono stanco."
"Allora grazie in anticipo." Gli bacio la guancia.
"Figurati principessa." Sorride. "Ti sei divertita?"
"Sì." Torno ad appoggiarmi e lo abbraccio.
"Walter mi ha detto che sei bellissima." Il suo tono di voce si è fatto serio.
"Ma non mi può vedere!" Rido.
"Il tuo caratteraccio non oscura il tuo aspetto."
"Come dici tu." Alzo le spalle.
"A te non piace?"
"Sei geloso?" Sono seriamente sorpresa.
"Rispondi e basta." È praticamente un sì.
"No, non è brutto però a me non piace." Non ho occhi che per Andrew ormai.
"Meglio così. Lo voglio bene ma non si deve azzardare neanche a guardarti in un certo modo." Sono felicissima, se è geloso significa che ci tiene.
"E per quale motivo?"
"Perché sei mia." Sto per svenire. Non mi aspettavo una risposta del genere.
"Ci sei solo tu." Sto sussurrando ma mi ha sicuramente sentita perché con un braccio mi sta stringendo a sé.
"Mi stai cambiando."
"Perché dici ciò Andrew?"
"Sei la prima ragazza di cui sono geloso. La prima con cui ho dormito insieme senza malizia. La prima che ho accompagnato a fare shopping. La prima a cui ho intenzione di raccontare delle cose molto personali. La prima con cui non devo fingere di essere felice."
Mi sono messa a piangere e sto cercando di asciugare le lacrime.
"Perdonami... È la seconda volta che ti faccio piangere in un giorno..." la sua mandibola è serrata.
"Non piango perché sono triste." Dico con un filo di voce.
"Non devi piangere e basta." Parcheggia davanti casa mia, scendiamo dall'auto e -credo a causa del nervosismo- sbatte la portiera.
Vado ad aprire la porta ed aiuto Andrew ad entrare in casa buste e libri.
Quando tutto è ormai nella mia stanza lui si siede sul letto e io inizio a sistemare mentre il suo sguardo segue ogni mio movimento.
"Andrew puoi andare a prendere un sacco nero? Devo metterci alcuni quaderni e libri ormai da buttare."
Lui non risponde ma si alza ed esce dalla mia stanza. Presumo lo stia andando a recuperare.
Cosa gli prende? Non capisco, andava tutto bene.
Andrew torna con ciò che gli avevo chiesto e me lo porge.
"Mi spieghi cos'hai?" Non riesco a vederlo così.
"Cos'ho? Ti rendo infelice al punto di piangere Cara. Più voglio proteggerti più fallisco!" Sta urlando e la sua presa è salda sulle mie spalle.
"Non è vero." Tremo ma non oso piangere o qui succede un casino.
"Ti rendi conto che stai tremando? La mia presenza nella tua vita è solo di troppo."
"Andrew oggi abbiamo fatto pace e ci siamo messi insieme. Perché cazzo rovinare tutto?" Adesso sto urlando e lui non mi risponde.
"Ho pianto perché sono debole e quando mi stresso mi viene spontaneo. Non farti tutti questi problemi." Adesso sono più calma e anche lui è rilassato quindi lo abbraccio e lui mi stringe forte.
"Basta Cara." Mi asciuga una lacrima e bacia le mie labbra. Ha più sbalzi d'umore di me col ciclo però non mi lamento poiché questo è esattamente ciò di cui avevo bisogno.
Si apre la porta di camera mia, io e Andrew ci stacchiamo e sgraniamo gli occhi.
"Mamma non si bussa?" Tento di mantenere la calma.
"Non pensavo avessi compagnia. Ciao Andrew." È sbiancata però non sembra infastidita dalla situazione.
"Salve signora Martinez." Sorride imbarazzato.
"Vuoi restare a cena? Non ti vedevo con Cara da molto tempo." Gli sorride. Non ci posso credere...
"Volentieri signora." Cosa? Ha accettato? È ufficiale: Andrew Smith non ha il cervello.
"Cara tuo padre questa sera ha una cena con i suoi colleghi quindi siamo solo noi tre. Tra mezz'ora potete scendere." Chiude la porta e continua a sorridere.

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