Capitolo 18

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Ok, mister simpatia ha i riflessi pronti. Nel momento in cui ho tentato di aprire leggermente gli occhi, ha fermato la macchina e mi ha bendata.
Te la sei cercata.
Ma io sono curiosa!
Andrew posteggia l'auto, finalmente!
"Non osare toglierti quella cosa dagli occhi!" Apre la sua portiera.
"Cosa? Come cazzo cammino bendata?" Questo ragazzo è totalmente fuori di testa.
"Infatti ti porterò in braccio." Non sono una bambola zio.
Non mi da l'opportunità di parlare e sento due mani afferrarmi. Lo odio.
Certo, come no...
"Quando mi metti giù?" Sbuffo.
"Quando sarà il momento opportuno." Chiude l'auto e inizia a camminare. Siamo sicuramente vicini al mare: sento il rumore delle onde e l'odore inconfondibile della salsedine inebria l'aria, lo avverto nonostante la mia testa sia appoggiata alla spalla di Andrew quindi il profumo che percepisco prevalentemente è il suo.
È molto romantica l'idea di portarmi a mare ma quando c'ho fame le cose carine possono tranquillamente andare a quel paese. Quindi o mi porta subito al McDonald's o lo annego.
Fai veramente pena, che razza di ragazza sei?
Una ragazza che necessita di cibarsi abbastanza spesso.
Prima o poi finiremo male io e te...
"Ora posso metterti giù." Miracolo! 
Ti vuoi convertire?
No. Troppo scienziata per farlo.

Andrew mi poggia delicatamente a terra, mi cinge alla vita e mi tolgo la bandana. Siamo davanti il ristorante più rinomato del luogo. Lo frequentano solo le persone di una certa fascia sociale.
"Ho prenotato un tavolo." Sorride vedendo la mia espressione sbalordita.
"Cosa? Andrew non c'era bisogno... Il McDonald's andava benissimo."
"Fatti gli affari tuoi e ringraziami al posto di lamentarti sempre!" Sbuffa ironico.
"Non mi lamento semp-" mi bacia.
Le sue labbra morbide sulle mie sono delicate ed è come se non avessero bisogno di nient'altro in questo momento, come se io fossi ossigeno.
"Ammettilo che bacio bene." Intreccia le nostre dita e mi esorta ad entrare.
"Ciò non toglie il fatto che tu sia uno stronzo." Sorrido.
"Vedi? Ti stai lamentando di nuovo!" Ride.
"Ti odio." Alzo gli occhi al cielo.
"Ho prenotato un tavolo a nome di Andrew Smith." Dice ad una tizia all'ingresso.
"Certo signor Smith, si accomodi. Tavolo 18." Sorride la gatta morta.
"Grazie mille. Andiamo Cara." Non degna quella di uno sguardo e ci dirigiamo verso il nostro tavolo.
La sala -piena di gente- dalle tonalità neutre e raffinate ha una parete di vetro che consente di ammirare l'oceano. Il nostro tavolo è proprio accanto la parete ed io mi blocco ad ammirare l'orizzonte.
"Cara? Dovresti sederti." Ha tirato indietro la sedia come da galateo.
"Giusto, scusa..." Mi siedo, mi avvicina al tavolo e va sedersi nel posto difronte; "Odio le formalità, perdonami".
"Le odio anch'io ma qui non siamo al fast food." Ride.
La tavola è perfettamente apparecchiata, la tovaglia è beige mentre i piatti son bianco perla; il centro tavola è formato da un vaso di vetro contenente perle e rose cipria.
È tutto molto elegante, mi sento quasi a disagio. Andrew mi sta guardando perplesso.
Non gli rispondi e fissi qualsiasi cosa, ovvio che lo sia.
"Cara?" Prepariamoci all'ennesima brutta figura.
"Andrew perdonami, sono molto sorpresa e poi questo posto è stupendo e io sono vestita di me... emh, male." Devo sforzarmi di moderare il linguaggio.
"Ma non è vero piccola. Questi colori ti stanno da Dio." Mi prende la mano.
"Grazie mille." Sorrido.
Il cameriere -sembra un pinguino- interrompe la nostra conversazione e Andrew -dopo essersi messo d'accordo com me- ordina come antipasto semplicemente due cocktail di gamberi, come primi piatti due risotti di spigola e come secondo due filetti di cernia agli agrumi.
Il pinguino va' via e finalmente posso tornare a parlare con Andrew.
"Una cosa più semplice no?" Alzo gli occhi al cielo.
"Tu sei semplice?" Solleva un sopracciglio.
"No." Sorrido.
Dovresti essere la ragazza più felice sulla faccia della terra, smettila subito.
Coscienza ha ragione da vendere, sono fortunata ad essere in un posto da sogno con un ragazzo da sogno.
"Adoro il tuo sorriso." Mi prende la mano.
"E io adoro te." Arrossisco leggermente.
"L'hai ammesso!" Ride.
"Non montarti la testa, parecchie volte sei odioso." Sbuffo.
"Disse la principessa che fa boxe." Ride; noto solo adesso che ha due fossette ai lati della bocca, è stupendo.
Arriva il pinguino con le nostre portate e finalmente iniziamo a mangiare.

"Avevi fame?" Mi prende in giro nel momento in cui finiamo di pranzare.
"Sì." Sorrido imbarazzata.
"Vai in bagno." Cosa?
"Per quale oscuro motivo?" Un'espressione sorpresa appare sul mio volto.
"Fallo e basta. Quando devi uscire ti mando un messaggio." Si alza e mi bacia la fronte.
Faccio come mi ha detto e ne approfitto per espellere i miei bisogni biologici.
Tengo il cellulare in mano e non appena noto il messaggio di Andrew, lo apro: "Vieni all'ingresso."
Faccio com'è scritto e arrivata lì capisco tutto.
"Andiamo." Mi prende la mano ed usciamo dal ristorante.
"Quanto ti devo idiota?" Lo guardo minacciosa.
"Un bacio e qualche carezza." Procediamo in direzione della sua auto.
"Seriamente Andrew. Odio queste cose. Siamo nel 2017! Non puoi pagarmi il pranzo.".
"Smettila subito. L'educazione che mi è stata impartita esclude totalmente di far pagare una ragazza." È serio e capisco che forse gli devo dare veramente qualche bacio.
"Basta discutere o conoscendoci va a finire che litighiamo!"
"Brava principessa." Mi bacia la fronte.
Di solito odio questo tipo di nomignoli ma pronunciati da lui non mi danno fastidio, anzi mi fanno addirittura piacere.
"Posso sedermi con te?" Lo guardo con gli occhi da cucciola.
Si limita ad annuire e sale in macchina sorridendo. Mi siedo tra le sue gambe, lo abbraccio e lui mette in moto.
Non credo per lui sia un problema la mia presenza sul suo sedile data la mia altezza discutibile e il mio fisico esile.
"Stai comoda principessa?" Ok che non mi da fastidio ma spero non diventi un'abitudine.
"Sto benissimo, tranquillo." È vero, mi sento in paradiso. Ah! Devo trovargli un soprannome.
"Chiamo Walter?" Annuisco e lui accosta.

*Sta squillando*
"Dimmi fratello." Andrew ha messo il vivavoce e risponde una voce maschile decisamente roca.
"Che fai?" Mi accarezza i capelli.
"Sono in città con la mia ragazza, tu?" Lui mi guarda e sorride.
"Stessa cosa." Fermi tutti! Gli ha appena detto di essere con la sua ragazza? Voglio morire.
"Ho capito, sono al centro commerciale se vuoi venire." Mi guarda per capire se voglio andarci ed io annuisco.
"Va bene Walter. Ci vediamo tra venti minuti all'entrata?"
"Si fratellì." E stacca la chiamata.

"A quanto pare stanno insieme!" Ho gli occhi a forma di cuore.
"Fa strano pensare Walter fidanzato però, dal tono della sua voce, è felice" mi bacia la fronte e fa partire l'auto.
"Immagino Alice al settimo cielo!" Sono così contenta per lei.
"E tu?" Appoggia il suo mento sulla mia testa.
"Io cosa?" Ho già pensato che il suo profumo è qualcosa di eccezionale?
Sì.
"Tu, al mii fianco, sei al settimo cielo?" Mi limito ad annuire.
"Volevo chiederti: mentre cerchiamo di capire cosa proviamo, vuoi essere la mia ragazza?" Posso pure morire adesso.
Son contentissima che lui non possa vedermi perché quasi sicuramente ho le guance in fiamme.
"Sì" dico con un filo di voce e bacio la parte di collo lasciata scoperta dalla camicia.
"Dio Cara..." Rabbrividisce. "Sono particolarmente sensibile ai baci sul collo."
"Buono a sapersi." Dico con un filo di malizia.
"Mi farai impazzire." È rassegnato e ride.
"E tu? Sei felice?"
"'Felice' è un eufemismo." Mi accarezza la guancia.
"Come mai tu e Walter siete così amici?"
"Storia lunga principessa, prima o poi te la racconterò."
Per il resto del tragitto non diciamo una parola e una volta arrivati vediamo Alice e Walter già davanti il centro commerciale. Andrew posteggia.
Una volta scesi dalla macchina, mi prende per mano ed andiamo nella loro direzione.

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