Capitolo 31

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Sono sull'autobus e alla fine ho ascoltato coscienza: niente trecce e indosso dei jeans super skinny grigi, un body lilla mai messo prima d'ora e delle Adidas grigie anch'esse nuove.
Questo a dimostrazione del fatto che non sfrutti i tuoi armadi!
Coscienza sembra più alterata del solito.
Ovvio! Tua madre è all'oscuro di quest'uscita, hai dato buca a Manuel che voleva uscire con te, stai andando dal tuo ex mentre 'stai' con un altro, sarete addirittura soli a casa e dovrai inventare qualcosa al tuo povero padre!
Ho diciassette anni, non potresti farmi fare cazzate senza pensare alle conseguenze?
No.
Sei noiosa.
Non è vero!
Piuttosto che ascoltare le lagne di coscienza, prendo il cellulare e inizio a rispondere alla gente che mi ha cercata... Non ci posso credere! Ho un messaggio da Andrew!

"Ma dove vai?" Ti ho vista uscire di corsa."

"Non ti riguarda."
Ora mi senti!

"Fino a prova contraria sono il tuo ragazzo."

"Ah, davvero? Ho un fidanzato davvero ammirevole, non da segni di vita da giorni e ora compare perché mi ha vista correre; wow!"
Rispondimi se hai il coraggio!

"Dimmi dove sei, ti vengo a prendere; dobbiamo parlare."

"Questa sera parliamo, sono in città."

"A fare?"

"I grandissimi cazzi miei. A dopo Andrew."
Stasera torno singol a tutti gli effetti, evviva...

Da Alexis:
"Occhioni, tutto bene?"

"Stasera Andrew mi deve parlare..."

"Si prevedono guai?"

"Sì..."

"Ma ti ha cercata lui?"

"Sì, poco fa."

"E tu come stai?"

"Ma che ne so..."

"Tesoro mio..."

"Scusami vita, devo andare."

"Tranquilla, ci sentiamo quando puoi❤️."

Scendo dal bus e inizio a guardarmi intorno per trovare Thom ma c'è veramente troppa gente.
Una mano di qualcuno dietro di me, mi tappa gli occhi. Classico.
"Thom tanto so che sei tu, mollami!" Mi lamento. "Ah, comunque hai una mano enorme."
"Sei tu piccolina." Ride e mi giro. I corti boccoli biondi sono scompigliati e giuro che non riesco a capire come fa ad essere ugualmente splendido con i capelli combinati in questo modo.
"Non è vero!" Roteo gli occhi e rido. "Però abbassati o non riesco a salutarti." Lui si china e mi da un bacio sulla guancia.
"Ora andiamo?" Annuisco e lui fa strada. "Son venuto a piedi perché casa mia è vicina, spero non sia un problema."
"Ma figurati scemo. Oggi niente felpa?" Sorrido. Indossa infatti una semplice maglietta bianca, dei jeans e un paio di Vans.
"Fuori c'è troppo caldo, a casa la metto." Sorride e appoggia il suo gomito sulla mia spalla. Lo stronzo sta sottolineando inconsciamente la differenza d'altezza.
"Entriamo?" Si è fermato di fronte un grattacielo allucinante.
"Tu abiti lì dentro?" Sgranò gli occhi.
"Dodicesimo piano baby, non sto poi così in alto." Sorride ed entra, lo seguo di corsa. Il pavimento è blu notte tempestato di punti luce scintillanti, le pareti son bianche e, nel complesso, risulta tutto molto raffinato. Non ho il tempo di soffermarmi ad osservare i particolari dato che è già arrivato l'ascensore. Thomas non dice nulla ed io, affascinata dal design, non resisto al desiderio di farmi una foto.
"Posso?" Vorrebbe vedere il mio scatto, quindi gli passo il cellulare. Lui riapre la fotocamera e, tramite lo specchio dinnanzi a noi, ci immortala sorridenti. "Poi la voglio." Sorride ed io annuisco. Contemporaneamente siamo arrivati al piano; percorriamo un breve corridoio ed entriamo in un appartamento da sogno. L'entrata è arredata modernamente come tutto il resto delle stanze che ho visto seguendolo. Ogni cosa è in ordine, le pareti hanno toni neutri e piacevoli, i mobili sono visibilmente di ottima qualità ed il parquet è talmente pulito che sembra brillare. Non credevo la famiglia di Thomas fosse ricca, lui è completamente umile e, diciamocelo, si veste molto a caso.
Resto esterrefatta non appena Thom apre la porta della sua enorme stanza: la parete di fronte a me è in vetro e praticamente si vede tutta la città, le altre tre pareti sono nere -se non si fosse capito è il suo colore preferito- ed una è tappezzata di foto, i mobili sono color nocciola, il letto è semplicemente bianco e -non mi aspettavo altro da lui- c'è un disordine allucinante. Mi avvicino alla lunga parete in vetro ed è veramente impressionante.
Inizio comunque a capire il motivo per cui Tommy indossa sempre felpe, qui dentro -nonostante il vetro che in teoria riscalda gli ambienti- ci sono temperature adatte alla sopravvivenza dei pinguini.
Infatti quando mi giro a guardarlo, sta togliendo la maglietta per mettere una felpa.
"Perché la temperatura è così bassa?" Incrocio le braccia al petto e mi sforzo di non apparire imbambolata.
Non è la prima volta che vedi un ragazzo a petto nudo, qual è il problema?
Thom è la perfezione, mi fa un certo effetto e non posso farci nulla.
"In famiglia nessuno sopporta il caldo, motivo per cui preferiamo sentire freddo." Sorride vedendo la mia espressione e mi passa una felpa bianca Adidas ma io sono incapace di reagire.
"Ti sembro per caso Medusa?" Ride. "Dai, mettila. Hai la pelle d'oca." Mi fa una carezza ed io annuisco.
Prendo la felpa e la indosso, sto congelando.
Qualche minuto dopo mi sento molto meglio e il profumo di Thom non ha nulla a che vedere con quello di Andrew; è virile ma allo stesso tempo delicato. D'istinto mi abbraccio alla morbida felpa che arriva circa a metà coscia e le maniche vanno ben oltre i polsi. Mi guardo allo specchio e noto con sorpresa la figura sorridente di Thomas dietro di me, questo ragazzo si muove in maniera incredibilmente silenziosa.
"Mi sta male?" Mi giro nella sua direzione.
"Ma no scema!" Sorride e mi contorna le spalle col suo braccio. "Sei a tuo agio adesso?" Sorrido e annuisco.
"Che mi racconti?" Si siede sulla scrivania.
"Non saprei da dove iniziare. Parlami tu di qualcosa." Mi siedo sul letto.
"Il mese scorso ho partecipato alle regionali di nuoto ed ho vinto. A dire il vero però pensavo di ritirarmi. Devo impegnarmi a scuola e pensare al college, non arriverò a nulla imitando i pesci. I miei genitori gestiscono una farmacia quindi devo concludere gli studi al più presto." Si mordicchia le labbra nervosamente.
"Ma sei un ottimo nuotatore, non dovresti mollare!"
"Non importa, ho altre priorità." Sorride. "Tipo parlare di te."
"Io sono incasinata Thom." Sospiro.
"Non è una novità." Ride. "Inizia da dove vuoi."
"A giugno ho fatto la peggiore scelta della mia vita: mi sono messa con Andrew -il mio vicino- nonostante pensassi ancora a te. Passava il tempo ed io non riuscivo a capire cosa provassi per lui ma era una distrazione e mi stava bene così. Poi io, lui ed altri due ragazzi siamo andati in vacanza nella mia villa a mare e lui ha provato più volte a fare..." Non riesco a dirglielo, lui aggrotta la fronte, si alza e cammina nervosamente per la stanza.
"Non è successo." Vado verso di lui e si tranquillizza.
"Scusami. Continua, dai." Mi abbraccia.
"Ne abbiamo parlato e ci siamo distaccati; non mi considera da una settimana ormai." In altre situazioni starei già piangendo ma tra le sue braccia mi riesce impossibile.
"Tu vuoi ancora stare con lui?" Nego freneticamente con la testa. "Perché?"
"Perché non ne sono innamorata e lui probabilmente non cerca amore ma solo divertimento... Ed io non sono una facile, lo sai." Mi stacco da lui e torno a letto.
"Allora lascialo." Sembra quasi una minaccia più che un consiglio.
"Questa sera." Alzo le spalle.
"Vi vedrete?" Annuisco. "Poi mi devi raccontare tutto." Sorrido, è geloso.
"Stai tranquillo, non mi farà nulla." Credo...

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