𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐗𝐈. 𝐑𝐢𝐯𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢

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Blake era davvero curioso di sapere come avesse fatto l'Organizzazione a riacciuffare il ragazzo, anche se in minima parte, purtroppo, aveva temuto un risultato del genere

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Blake era davvero curioso di sapere come avesse fatto l'Organizzazione a riacciuffare il ragazzo, anche se in minima parte, purtroppo, aveva temuto un risultato del genere. Insomma, non si stava esattamente parlando di qualcuno bravo nelle fughe o nel passare inosservato.
Avrebbe dovuto fornirgli più indicazioni, magari anche del tempo per prepararsi a dovere a sparire dalla circolazione. Era stato troppo avventato e, guardando a posteriori quanto accaduto, era un miracolo che fossero entrambi ancora vivi e, più o meno, incolumi.

Ciò che sul serio lo tormentava, però, era questo: se l'Organizzazione avesse deciso di risparmiarlo e farlo tornare a lavorare sul campo, come diamine avrebbe fatto ad addestrare quel carciofo? Davvero una bella prospettiva far da balia al ragazzino quando sarebbe stato lui, in primo luogo, ad averne bisogno. Bel rompicapo, e non era mai stato uno a cui piacesse risolverne. 

I suoi occhi azzurri scrutarono le mani del ragazzo intente a torturarsi a vicenda. Gesti nervosi e ripetitivi che quasi lo ipnotizzarono, per una manciata di secondi. «Allora?» incalzò poi. «Avanti, vuota il sacco. Te l'ho detto: non sono arrabbiato con te. Colpa mia che agisco senza riflettere.»
Si trattenne al volo dallo sporgersi per afferrare le dita del Mezzelfo e indurle a smettere di muoversi a quella maniera. «Parla, forza.»

«N-Non è semplice come può sembrare» biascicò infine Lysander. Continuava a cambiare posizione sulla seggiola e per un secondo ricordò a Blake Lorayne quando aveva avuto le prime doglie: non riusciva a stare ferma. La cosa divertente era che, trattandosi del ragazzo, si parlava soltanto di semplice ansia.

«Datti una calmata. Non potrei strangolarti nemmeno se lo volessi, ora» lo apostrofò un po' innervosito. Stava facendo venire l'angoscia anche a lui, accidenti. «Chi ti hanno spedito alle calcagna? Dov'eri quando ti hanno beccato? Davvero, voglio solo capirci qualcosa.»

Lysander deglutì a vuoto e lo guardò di sottecchi. «N-Nessuno mi ha beccato. I-In realtà... sono rimasto in città e... non lo so, ho semplicemente vagato come un animale senza dimora. Un giorno ero lì, l'altro altrove. Non volevo andarmene e avevo al tempo stesso paura di tornare indietro, ma poi... poi ho deciso che era ora che la smettessi di mettere nei guai gli altri e di dover agire con coraggio e maturità, quindi... sono tornato alla Scuola, il quinto giorno, e mi sono inginocchiato di fronte al Direttore pregandolo di risparmiarti la vita e di liberarti. Gli ho ripetuto che era stata colpa mia, che in qualche maniera ti avevo indotto a cambiare idea e a farmi fuggire. Mi sono preso la colpa di ogni cosa perché... in fin dei conti è ciò che è accaduto. Se solo fossi rimasto zitto tu mai avresti agito come hai fatto. Non hai potuto ignorare il mio stato d'animo e da bravo essere umano con una coscienza hai fatto ciò che pensavi fosse giusto fare. Io, però, avrei dovuto fare una scelta e avere il fegato di rimanere.»
Sospirò. 
«Avevo un debito con te e l'ho ripagato nell'unico modo a me possibile. E ora... ti prego, Blake, non odiarmi e non ti arrabbiare. Vorrei solo che non ti avessero fatto del male e per giunta invano. Io ero lì, per cinque giorni quasi non mi sono mosso da dove ci eravamo lasciati. Se solo fossero stati più accorti nel pattugliare le vie di Versya, mi avrebbero ritrovato subito e tu, magari, adesso non ti troveresti qui.»

𝐈𝐥 𝐂𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐀𝐬𝐬𝐚𝐬𝐬𝐢𝐧𝐨 || 𝐕𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞 𝟏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora