𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐕𝐈. 𝐒𝐜𝐡𝐢𝐚𝐯𝐢 𝐞 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐨𝐧𝐢

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Molte persone erano della ferrea opinione che a un Assassino fosse sufficiente farsi fornire un nome, un indirizzo e uccidere il malcapitato per portarsi a casa il denaro, ma in realtà le cose erano decisamente più complesse

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Molte persone erano della ferrea opinione che a un Assassino fosse sufficiente farsi fornire un nome, un indirizzo e uccidere il malcapitato per portarsi a casa il denaro, ma in realtà le cose erano decisamente più complesse.

Dietro ogni singola esecuzione, ogni lavoro sporco che altri non avevano il fegato di svolgere, v'erano sottigliezza e tanta premura con annessi molti dei rischi che si annidavano persino nei semplici preparativi. Occorreva, ad esempio, studiare gli spostamenti dell'obbiettivo, le sue abitudini giornaliere, sapere cosa faceva e quando lo faceva, così da potersi insinuare nella sua vita quel poco sufficiente a sottrargliela senza sollevare troppi polveroni né combinare pasticci.

Gli Assassini erano approvati dalla legge, operavano alla luce del sole, ma non per questo le loro azioni mancavano di destare spesso e volentieri scalpore, disgusto, sdegno e tanto altro che non avrebbe fatto granché comodo ai vertici della società.

A fronte di tutto ciò, Blake aveva raccolto alcune informazioni su Berthan attraverso i servi che lavoravano nella residenza dell'uomo. La servitù era quasi sempre la fonte più attendibile in assoluto, sapeva tante cose, i piccoli sporchi segreti racchiusi fra le mura in cui svolgevano le proprie mansioni e abitavano, eppure nessuno li considerava, nessuno prestava mai loro attenzione, erano come suppellettili o fantasmi e il vantaggio stava proprio in questo: nessuno badava agli spettri e i padroni di casa erano fin troppo occupati a oziare o a tramare contro eventuali rivali per pensare a dei semplici servi.

Per Blake non era stato difficile corromperli e per farlo era stato sufficiente allungare loro un gruzzoletto per farli cantare come usignoli; non aveva dovuto ricorrere alla forza bruta, anche se spesso, di solito, era costretto a passare alle maniere forti. Che ci si credesse o meno, quando si trattava di persone anche un po' al di sopra dei comuni poveracci, c'era sempre quel servo o schiavo di turno che, malgrado le misere condizioni di vita, era talmente assoggettato da voler difendere a spada tratta il proprio padrone e non voler rivelare per nulla al mondo i segreti della casa in cui prestava servizio.

𝐈𝐥 𝐂𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐀𝐬𝐬𝐚𝐬𝐬𝐢𝐧𝐨 || 𝐕𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞 𝟏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora