𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈𝐕. 𝐔𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐨

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La Scuola degli Assassini di Versya, chiamata anche semplicemente ‟la Scuola", era un imponente edificio di base rettangolare, ma quando con lo sguardo si saliva fino a raggiungere la cima, ecco che si presentava agli occhi dell'osservatore un agg...

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La Scuola degli Assassini di Versya, chiamata anche semplicemente ‟la Scuola", era un imponente edificio di base rettangolare, ma quando con lo sguardo si saliva fino a raggiungere la cima, ecco che si presentava agli occhi dell'osservatore un agglomerato ordinato e minaccioso di guglie appuntite. Sembrava una bieca fortezza ed era dotata di diversi piani, alcuni dei quali Blake mai aveva avuto modo di visitare, anche se non ci teneva per niente a farlo.
Accanto al palazzo principale v'erano due edifici altrettanto grandi ma più bassi e tozzi dal tetto spianato e altro non erano che i rispettivi padiglioni: quello dei maschi era situato a sinistra e quello delle femmine a destra. In uno di essi Syders aveva trascorso tutta l'infanzia e la prima giovinezza, per poi esser stato risputato da quel mostro di sterili mattoni e spedito ovunque a reclamare vite, innocenti o meno che fossero.

Blake ricordava ancora quando, da diciottenne disilluso e completamente domato, aveva varcato dopo cinque orribili anni l'alto cancello che proprio in quel momento si stagliava di fronte a lui. Finché gli allenamenti non erano conclusi, non era permesso agli aspiranti Assassini di uscire all'esterno, se non per qualche ora d'aria e sempre rimanendo, comunque, all'interno del territorio della Scuola. Non andava scordato che malgrado le dicerie, i ragazzi ospitati dalla struttura restassero pur sempre dei prigionieri e come tali venivano trattati.

Il cancello in ferro resistente era protetto da altro filo spinato che abbracciava l'intero vasto perimetro dei tre stabili, dando luogo a una pericolosa e alta recinzione. Una volta Syders aveva visto uno dei suoi compagni di sventure tentare di scavalcarlo, preso dalla disperazione, ma il poveretto non aveva fatto molta strada dato che subito era stato attraversato da una scossa elettrica. L'agonia del malcapitato, coperto di bruciature gravi su tutto il corpo, era però stata abbreviata dalle pallottole della sorveglianza che gli erano state riversate addosso. Da lì in avanti Blake aveva smesso di pensare quasi ossessivamente alla fuga, capendo che non c'era scampo.

Non c'era bisogno della magia, là dentro, per assicurare l'ordine e l'obbedienza. Erano la paura, le percosse, le frustate e i continui insulti a scoraggiare qualsiasi tentativo di ribellione. Coloro che amministravano la Scuola distruggevano nelle maniere più disparate ogni prigioniero nell'anima, fino al punto da togliergli la voglia di vivere e trasformarlo in un burattino, e a quel punto sarebbero stati loro a tirare le fila di tutto quanto.  

𝐈𝐥 𝐂𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐀𝐬𝐬𝐚𝐬𝐬𝐢𝐧𝐨 || 𝐕𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞 𝟏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora