Capitolo ~ 7 ~

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Prime due ore? Educazione fisica.
Perciò prima di uscire dallo spogliatoio, mi tolsi sia le mutande che il reggiseno mettendoli nella cartella.
«Ok, due squadre. Oggi pallavolo. Scegliete voi i compagni» disse.
Non mi degnò nemmeno di uno sguardo, capì che era stanco e molto nervoso.
Qualcuno qui aveva bisogno di me.
Non appena le squadre si crearono, la partita iniziò.
Continuava a scrivere su dei fogli incazzato.
Facendo segno a Crystal di entrare al mio posto, mi avvicinai a lui sebbene lui fosse così concentrato sul suo lavoro che non mi notò neanche quando ero vicino a lui.
«Prof» dissi deglutendo.
Lui alzò gli occhi verso di me e quando mi guardò, il suo sguardo si addolcì.
«Signorina Campbell, desidera qualcosa?» domandò cercando di non far notare nulla.
Mi appoggiai al piccolo tavolino mettendo le mani sotto i seni facendogli notare che ero senza reggiseno e con i capezzoli duri.
Lui si schiarì la voce deglutendo.
Sorridendo guardai l'ora «abbiamo a disposizione 1 ora e mezza» dissi «perché non mi fai provare la sensazione se fossi restata ieri da te?»
Lui ridendo fece per dire una cosa quando, Jessica, una mia compagna si avvicinò a lui accarezzandogli i muscoli.
Serrai la mascella guardandolo.
Lui distolse lo sguardo da me posandolo su di Jessica «prof, mi insegna come si fa la battuta?»
Alzai un sopracciglio squadrandola «ti ricordo che tu fai pallavolo Jessica» dissi smerdandola «paghi per fare quel sport e manco ti insegnano come si fa una battuta?»
Justin posò nuovamente lo sguardo su di me fiero della mia risposta, ma non lo fece vedere.
«Sono qui apposta Jessica, vada che la raggiungo in un momento» disse sorridendogli.
Senza aspettare più di tanto diedi il 5 a Gio.
Si posò al posto di Jessica e facendo alzare la palla in aria, venne direttamente da me la quale però la passai a Gio a sua volta la passò a Michele, un nostro compagno.

Quando l'ora finì, andai direttamente nello spogliatoio e cambiandomi. Mi lavai le ascelle poi uscì.
«Signorina Campbell» disse chiamandomi.
Mi fermai ma senza girarmi.
Non disse più niente, così ripresi a camminare.
Per tutta l'ora non feci altro che stare con la testa abbassata sul banco e le mani attorno.
Certo, potevo capire che quello era il suo lavoro ma sebbene io avessi smerdato Jessica proprio davanti a lui, lui lo fece apposta.
Sapeva benissimo le intenzioni di Jessica ebbene continuò.
Non appena arrivai a casa, salì in camera dove mi buttai di peso sul letto addormentandomi.
Fu uno di quel sonno che non era tanto perché ero stanca fisicamente, bensì psicologicamente.
Tutto questo fatto dell'innamorarmi del mio prof, scopare con lui infinite volte, iniziò a darmi alla testa.
Pensavo fosse una splendida idea, invece si trasformò ad essere un incubo.
Odiavo e odiavo che qualcuno toccasse ciò che era mio.
Ma qua non avevo parola, se solo mi sarei azzardata a dire qualcosa, entrambi saremmo finiti male.
Quindi, meglio se facevo finta che tra noi non era mai successo niente.
Quando fu l'ora di cenare, mia mamma entrò in camera e sedendosi sul bordo del letto mi accarezzò la schiena «non vieni a mangiare?» mi chiese togliendomi le ciocche di capelli dal viso.
«No, non ho tanta fame» dissi.
«Isa, io e tuo padre dovremmo partire per alcuni giorni per affari, ti dispiace rimanere sola?» domandò.
«No, andate tranquilli» dissi senza nemmeno muovere alcun muscolo «ma Bianca?» domandai.
«Starà da Giulia perché dovrà prepararsi per vari esami all'università» mormorò accarezzandomi.
«Ah, va bene» dissi «quando partite?»
«Domani mattina»

Salutandoli con la mano svolazzante, non appena girarono l'angolo, io e mia sorella ci guardammo sorridendo.
Ci sedemmo entrambe sul gigante divano e prendendo il gelato e tutte le schifezze della dispensa, iniziammo a mangiarle.
«Io inizio a prepararmi» disse «qualsiasi cosa tu abbia bisogno, chiama me o Giulia, va bene?»
Con la scatola di gelato tra le mie gambe, annuì continuando a mangiarla.
Non appena mia sorella abbandonò la casa, lasciai un sospiro e telefonai Gio.
Ci ritrovammo entrambe sdraiate con sotto dei piumoni e il film Minion in tv.
«Allora, mi dici chi è?» mi domandò togliendosi la scatola del gelato e mettendola vicino a se.
Deglutì e togliendomi anch'io a mia volta la scatola del gelato, restai faccia a faccia con lei.
«Era un ragazzo della scuola.. è finita, niente di che» dissi cercando di sorridere.
Lei notando la mia situazione, evitò di fare domande e continuò a mangiare il gelato.
«Dormi da me?» domandai con poca voglia di qualsiasi cosa.
L'unica cosa che volevo fare era dormire e dormire, riposare la mente e liberarmi da tutto lo stress.
«Va bene» sorrise.

Appena aprì gli occhi, con molta lentezza mi girai dalla parte dell'ora guardandola.
Non appena misi a fuoco, spalancai gli occhi saltando addosso a Gio facendola spaventare.
«Cazzo, sono le 10 Gio, svegliati» dissi.
Lei non si mosse nemmeno di un centimetro, fregandosene bellamente «massi dai, stiamo a casa»
Dette quelle parole, mi calmai rimettendomi a letto e afferrando il telefono. Nessun messaggio.
Spensi il telefono riaddormentandomi.
Poche ore dopo, il telefono mi squillò all'orecchio svegliandomi.
Alla vista del suo nome sul mio schermo, ringraziai tutti i santi che Gio non avesse sentito.
"Gio è a casa mia, non posso risponderti"
Visualizzato
"Sarà peggio se non mi rispondi"
Chiamò nuovamente e mi sentì obbligata a rispondere.
«Che cazzo vuoi?» dissi entrando nella camera di mia sorella.
«Te piccola»
Alzai il labbro schifata dalle sue parole «gne gne gne, col cazzo che vuoi me. Tu vuoi quella schifosa di Jessica» dissi mentre mi sentivo uscire il fumo dal naso e dalle orecchie.
Rise e poi disse «dai su, fatti un giro fino a casa mia» mormorò.
«E Gio?» chiesi.
«Bambolina, ti credevo più intelligente. Inventati qualcosa, dai»
Alzando gli occhi al cielo gli chiusi il telefono in faccia e prendendo i post-it scrissi velocemente che ero andata a fare una commissione per mia madre.
Certo, una commissione di 3 ore che includeva scopare, squirtare, orgasmare ma va bene.
Speriamo non si svegli prima ...
Aprendo la porta, mi guardai attorno e salendo le scale a 3 mi ritrovai davanti alla sua camera.
Un profumo di rose e champagne avvolse la camera.
«Justin?» chiesi chiudendo la porta alle mie spalle.
Comparì dal bagno solamente con un asciugamano attorno alla vita e con il sorriso stampato in faccia.
Venendomi contro mi sorrise per poi baciarmi «ehi piccola mia» disse scendendo verso il collo succhiandolo.

Venendomi contro mi sorrise per poi baciarmi «ehi piccola mia» disse scendendo verso il collo succhiandolo

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