Capitolo ~ 13 ~

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Restavo sullo sdraio con gli occhi chiusi, ferma immobile, a prendere il sole.
Sebbene la mia mente non poteva smettere di pensare all'accaduto, dall'altra parte, volevo godermi questa piccola vacanza e staccare tutto da tutti.
Ero al corrente di ciò che mi aspettava con Justin appena sarei ritornata a casa, e sapete tutti a cosa mi riferisco, ma credo ci sarà ancora di più.
Conoscevo abbastanza Justin da capire che ciò che era suo, era solamente suo.
Io ero sua.
Nessuno, a parte lui, mi avrebbe potuto toccare.
Gio, non sapeva niente dell'accaduto quindi mi limitai solamente a chiedere come era andata con il ragazzo, che ho scoperto si chiamava Mattia.
Mi accennò solamente un sorriso e si coprì il viso imbarazzata.
Mi girai a pancia in giù e con lo sguardo verso di lei.
Mi raccontò che appena io e Shawn ce ne andammo da lì, iniziarono a parlarsi per poi finire tutto con un bacio.
Iniziai a sclerare con lei e a fare battute.

Quando furono esattamente le 01:00 di notte, a passi lenti, afferrai la mia felpa e scesi le scale dell'hotel.
Lasciai i miei piedi sfiorare la sabbia delicata e fredda.
Il vento scompigliava i miei capelli facendoli svolazzare da tutte le parti.
Mi sedetti e mi rannicchiai su me stessa chiudendo gli occhi. Volevo solamente che il rumore del mare fosse l'unica cosa che le mie orecchie avrebbero sentito in quella notte.
Appena la prof ci accennò di questa gita, pensai solamente a me e Justin.
Finalmente avremmo avuto un po' di tempo per noi, il mare e solamente relax.
Nella mia mente c'erano solamente episodi di sesso sulla spiaggia dove le onde sarebbero state le uniche complici a tutto ciò, che i nostri gemiti superassero il rumore del mare e lasciasse traccia dei nostri corpi su quelle spiagge.
L'ironia della vita fece accadere tutto all'incontrario.
Credo che tutta sta follia sia arrivata alla fine.
Il destino ci ha fatto godere ma fino ad un certo punto.
Lo sapevo.
Non sarebbe mai durata.
Fu così, che dopo quei miei pensieri, la vita mi diede le risposte che cercavo. Per ben due giorni, non si presentò a scuola, nessun messaggio, nessuna chiamata e nessuno l'aveva più visto.
Perciò non appena inserì le chiavi nella serratura della sua casa, davanti ai miei occhi mi apparve la sua figura con una donna, che si stavano baciando appassionatamente.
Lasciai cadere le chiavi sul parquet accanto all'entrata e lo guardai.
Non mi degnai nemmeno di guardare lei, non volevo vederla, vedere la bellezza che aveva in più rispetto a me, il corpo molto più maturato del mio.
Semplicemente mi rifiutavo di accettare il fatto che lei era sicuramente migliore di me e che Justin aveva tutte le ragioni del mondo di scegliere lei e non me.
Ecco, ecco perché quel giorno, mi disse tutte quelle cose.
«In qualunque modo questa cosa andrà a finire, tu ricordati sempre di me»
Lo sapeva, l'aveva sempre saputo.
Lo sapeva che nella sua vita c'era un'altra donna ma lui semplicemente amava prendersi gioco di me e del mio corpo. I suoi ti amo, tutte le sue parole, ogni piccolo tocco e ogni piccolo sfioramento, ogni bacio, ogni succhiotto.
Era tutto parte del suo piano.
Avevo lo sguardo fisso su di lui, il quale sbiancò il viso e spinse la donna facendo un passo verso di me.
Senza accorgermene lasciai cadere una lacrima che si fece strada sulla mia guancia per poi cadere ai miei piedi.
Indietreggiai piano piano per poi iniziare a correre con la sua voce dietro che urlava il mio nome.
Perché piangevo? Perché?
Era tutta colpa mia, sin dall'inizio.
Non dovevo mai salire sulla sua macchina, chiamarlo dentro casa mia, mandargli la richiesta d'amicizia.
Mi creai il dolore con le mie proprie mani.
Lui non era reo di niente.
Aveva solamente appagato i suoi bisogni maschili, come ogni uomo avrebbe fatto al posto suo.
Carne giovane e carne nuova.
Cos'altro avrebbe mai bramato?
Incredibile come quando pensi di avere tutte le risposte, la vita viene e cambia tutte le domande.
Come detto, ero consapevole del fatto che tutta sta storia non avrebbe mai avuto un finale felice ma speravo che fosse durata un po' di più.
Cosa ti aspettavi Isa?
10 anni in più di te, con un lavoro, una macchina, bell'uomo, muscoloso.
Davvero pensavi scegliesse te?
Sebbene l'avessi vista di sfuggita, nella mia mente continuava a riaffiorare il suo viso.
Capelli mori ondulati e occhi grossi verdi.
Fu tutto un enorme sbaglio.
I primi due giorni, con la scusa che mi ero scottata e che mi ero presa l'insolazione, non mi presentai più a scuola.
Non volevo più avere a che fare con quelle scuola di merda e con la gente che ci stava dentro.
Volevo solamente restare a letto e evitare il mondo esterno.
L'unica che si preoccupava di me e dello stato in cui ero, sebbene non sapesse niente, era Gio.
Ogni giorno, dopo la scuola mi veniva a fare visita per poi chiedermi se sapevo il motivo dell'assenza del prof Bieber.
Accennavo un no con la testa e ritornavo a stringere il cuscino.
Conoscevo abbastanza Gio da capire che aveva compreso cosa fosse accaduto ma semplicemente, per non peggiorare la situazione, se ne stava zitta.
I pomeriggi a causa di mancanza di un prof che li svolgesse, furono annullati perciò almeno una gioia, la ebbi.
La maggior parte della classe che frequentavano i corsi di recupero, con una leccata di culo di qua e di la, riuscirono a recuperare, tranne io.
Perciò mi ritrovai, l'ultimo giorno di scuola, a sentire le sgridate dei prof che mi dicevano che dovevo recuperare durante l'estate.
Di male in peggio.

Di male in peggio

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