Lasciai cadere la testa all'indietro appoggiandola sulla porta e digrignare i denti.
«Tesoro, cosa succede?» mormorò accendendo la luce per poi sedersi accanto a me e appoggiare la schiena sulla porta.
«È tutto così ingiusto mamma» dissi stringendo i pugni.
Mi sfiorò i capelli aggrottando le sopracciglia guardandomi con compassione.
Era come se stesse capendo sebbene io non avessi tirato fuori nessuna parola.
Capì che se avesse detto qualche altra parola, non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, perciò stette zitta.
«Mamma, tu sai la causa di tutto ciò?» domandai guardandola negli occhi.
«No tesoro» rispose alzando le spalle «e non voglio saperlo. Per me quell'incidente non è mai esistito»
Alzai le sopracciglia sorpresa da quella risposta.
«Hai ottenuto le risposte alle tue domande?» chiese sfiorandomi la coscia.
«Si» risi passandomi la mano sul viso «ho passato così tanto tempo a cercare la causa, senza rendermi conto che tutte le risposte, le aveva la persona che meno mi aspettavo» mormorai.
«Ti sono servite a qualcosa quelle risposte?» mi chiese.
«Sono servite solamente a peggiorare la situazione»
Lei ridendo si alzò sistemandosi il pigiama addosso «Ecco perché certe volte preferisco non sapere certe cose» disse «più cose si sanno, peggio sarà»
Prima di salire le scale, si appoggiò alla ringhiera e restò a guardarmi «cosa hai intenzione di fare?»
Mi alzai e risistemandomi, accennai un sorriso «ciò che dovevo fare sin dall'inizio»Quando lasciai l'ultimo bacio sulla guancia di mio padre, afferrai la valigia a rotelle e trascinandola dietro di me, sorridendo mi avviai verso l'entrata dell'aereo. Questa fu la prima cosa che dovevo fare sin dall'inizio, non appena aprì gli occhi dentro quell'ospedale. Non dovetti mai andare in cerca di informazioni del mio passato. Dovevo semplicemente prendere il primo aereo e iniziare una nuova vita, lontana da tutti.
Inclinandomi, guardai attraverso l'oblò sorridendo.
Dopo varie ore, di notte, mi ritrovai a guardare la città dall'alto, tutta illuminata e con un'aria nuova.
New York, la città dei sogni.
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Il mio professore
Fiksi PenggemarSi dice che la scuola sia la tappa più bella della nostra vita. La stessa cosa però non la pensano Isabella e Gio, migliori amiche, che sono decise che appena il quarto anno liceale finirà, loro non frequenteranno più la scuola. Come passeranno ques...