«Dopo le varie lamentele ricevute da ogni alunno dentro questa scuola» disse alzando gli occhi al cielo «Abbiamo deciso di portarvi in gita al mare»
Sgranando gli occhi, mi girai verso di Gio ridendo «Finalmente cazzo» dissi stringendo i pugni.
«Signorina Campbell, sento ancora bene per la mia età» mormorò scuotendo il capo «attenzione però. Staremo a dormire lì solamente una notte poi il mattino seguente, alle 11:30 dovremo partire.»Buttando lo zaino nell'apposito posto per i bagagli del pullman, afferrai la mano di Gio e senza aspettare più di tanto, ci buttammo negli ultimo posti da 4.
«Ragazze possiamo sederci?» domandò Shawn indicando i due posti rimanenti accanto a noi.
Dietro di lui, il suo amico della quale non sapevo l'esistenza mi sorrise.
Sorrisi come risposta e si sedettero accanto a noi.
Mi vibrò il telefono in tasca ma io guardando fuori dal finestrino, lo ignorai.
Gio, con un movimento molto veloce e molto doloroso, mi diede una gomitata nelle costole e con la testa mi indicò la tasca dove stava il telefono.
«Quello è il ragazzo che mi piace»
«Shawn?»
«No, l'altro»
Spostai di poco il capo guardandolo.
Occhi neri, capelli biondi e labbra molto carnose. Niente male.
«Shawn» mormorai chiamandolo.
Lui mi guardò togliendosi la cuffie e aspettando una mia risposta «vieni un attimo qui»
Gio appena capì ciò che volevo fare, sgranò gli occhi e senza stare più a commentare la spinsi obbligandola a cambiare di posto con Shawn.
Mi ritrovai con le gambe stese sulle cosce di Shawn e con la testa sul finestrino. Mi lasciava piccoli grattini sulle ginocchia mentre ascoltava la musica.
Per metà del tragitto lo passammo cosi, di volta in volta capitava che io cambiavo posizione e o appoggiavo la testa sulle sue cosce o sulla sua spalla.Quando finalmente lasciammo i nostri bagagli nelle camere, io e Gio corremmo velocemente sulla spiaggia dove in pochi secondi ci ritrovammo dentro l'acqua a schizzarci e a divertirci.
«Allora, come è stato?» domandai continuando a muovere le braccia per tenermi a galla.
Lei togliendosi l'acqua dalla faccia si legò i capelli in una coda «abbiamo parlato, niente di che» mormorò con poco entusiasmo.
«Dai cazzo, fai qualcosa» dissi schizzandogli l'acqua addosso bagnandola tutta «provocalo, fai qualcosa»
Lei ridendo cercò di proteggersi ma inutilmente.
Spostai lo sguardo e notai, in lontananza, Shawn e il suo amico. Alzai la mano continuando a muoverla finché non catturai la loro attenzione e chiamandoli.
«Fai il tuo lavoro» mormorai dandogli un bacio sulla guancia.
A passi veloci e con il sorriso stampato, raggiunsi Shawn buttando le braccia attorno al suo collo «Vieni con me» mormorai tirandolo e iniziando a correre.
Correndo senza nessun punto preciso, ci trovammo davanti ad una piccola grotta fredda e cupa. Girandomi, accennai un sorriso per poi afferrarlo per il polso ed entrare.
Mi guardai attorno e notai ogni piccola pietra che reggeva tutta quella bellezza.
C'erano vari disegni con bombolette disegnate da persone che c'erano state prima di noi.
Sfiorai con le mani le pietre ghiacciate per poi girarmi verso di lui. Osservava anche lui ogni piccolo dettaglio della sua bellezza.
«Davvero bello» sussurrò guardandosi attorno per poi avvicinarsi verso di me.
Mi afferrò per i fianchi baciandomi con forza.
Mi sbatté sul pezzo di pietra bloccandomi con le mani sopra la testa mentre lasciava succhiotti sul mio collo.
«Signorina Campbell e Mendes, cosa state facendo?»
Non appena girai il capo, lo vidi con addosso i pantaloncini dell'adidas e una maglia bianca.
Deglutì e l'unica cosa a cui riuscì a pensare fu le conseguenze che mi dovettero aspettare dopo questo.
«Come si permette?» gridò spingendo Shawn da me e guardandolo «sa cosa significa questo?» domandò «Potrei espellerla a fine della scuola per ciò che ha fatto» disse «ora, sparite entrambi dalla mia vista»
Deglutì e appena Shawn uscì, a passi lenti lo raggiunsi abbracciandolo da dietro ma lui mi spinse guardandomi con schifo.
«Le ho detto di andare via» gridò restando immobile con il braccio dritto e l'indice che indicava l'uscita.
«Justin..» mormorai aggrottando le sopracciglia «Non penserai mica..» mi bloccai.
Lo guardai e abbassando il capo mi schiarì la voce «Non è ciò che tu credi»
Mi avvicinai a lui prendendolo per la mascella, sentendolo. Mi spinse con tutta la forza per poi uscire dalla grotta.
«Justin» urlai andandogli contro e girandolo verso di me.
Aveva gli occhi neri, i pugni così stretti lungo i fianchi che le nocche diventarono bianche, continuava a serrare la mascella e non batteva ciglio neanche morto.
«Fidati di me, ti prego» mormorai sfiorandogli il braccio «è stato lui» dissi.
Mi guardò per vari secondi poi mi diede le spalle e se ne andò.
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Il mio professore
FanfictionSi dice che la scuola sia la tappa più bella della nostra vita. La stessa cosa però non la pensano Isabella e Gio, migliori amiche, che sono decise che appena il quarto anno liceale finirà, loro non frequenteranno più la scuola. Come passeranno ques...