Capitolo ~ 9 ~

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«Amo, io vado» disse appoggiandosi allo stipite della porta guardandomi.
Io feci solamente un sorriso di conforto e lei appena notò quella cosa, mi venne contro sedendomi accanto a me sul letto.
«Lo so» disse.
In quel esatto momento, mi vennero i brividi lungo la schiena e i peli di tutto il corpo mi si raddrizzarono. Non dissi niente, aggrottai solamente le sopracciglia facendola capire che doveva continuare.
«Lo so che non sei andata a fare le commissioni» mormorò ridendo.
Cazzo.
«Sei stata da lui, vero?» domandò.
Era finita. Ormai lo sapeva pure lei.
«Volevo dirtelo ma non sapevo come pe...»
Mi interruppe sorridendo «ti capisco» mormorò abbassando il capo «ti conosco abbastanza da capire quando sei innamorata di un ragazzo»
Abbassai il capo e massaggiandomi il palmo della mano, sperai con tutto il mio cuore che non andasse avanti.
«Lo amavi davvero, vero?» mi domandò.
Alzai le sopracciglia deglutendo e trattenendo le lacrime
«È morto Gio» dissi tirando su con il naso.
«Lo so» disse «perciò ti sostengo con tutto il cuore di andare avanti. E se andare avanti vuol dire andare con Justin, io sono felice per voi» sussurrò togliendomi una lacrima dalla guancia.
«Ti ringrazio» sorrisi deglutendo.

«Signorina Campbell, le porto anche un cuscino?»
Alzandomi piano piano spostai i capelli con un soffio e mi tolsi la bava dalla bocca «mi scusi prof»
Non appena dissi quelle parole, la campanella suonò la lurida vecchia prese le sue cose andandosene.
Prossima ora: Storia.
Certo, andò tutto bene fino a quando, ella, la strega della scuola, entrò dicendo che aveva corretto le verifiche e che erano andate tutte bene tranne 2-3 che erano andate schifosamente schifo.
Anche qui, pensavo di averla fatta bene invece no tzaccc un altro 20.
Non appena mi consegnò la verifica, era tutta segnata di rosso, e vicino ad una frase, la sua scritta
«Quando mai abbiamo detto queste cose
Gne gne gne, vaffanculo.
Posai gli occhi sulle domande a crocette, le quali stranamente, erano tutte sbagliate.
Possibile?
Bene, già 2 materie giù.
«Vi ricordo che manca esattamente un mese alla fine della scuola, perciò vi consiglierei di mettervi a studiare» disse guardandomi.
«Mi posso far interrogare prof?» domandai.
Lei alzò le sopracciglia unendo le mani «purtroppo questa è l'ultima ora che ho in questa classe e sarebbe impossibile» mormorò «però, da oggi pomeriggio iniziano i corsi di recupero se vuoi, ti consiglio»
Sorridendo abbassai lo sguardo.
Mannaggia, non mi bastava essere qua tutta la mattina, adesso pure il pomeriggio mi dovevo fare?
Sbuffai e posai di nuovo la testa sul banco.

Guardandomi attorno notai solo 5 persone che frequentavano il corso di recupero.
Sebbene io non conoscessi nessuno, riuscì a fare subito amicizia con un ragazzo, Shawn.
Shawn Mendes

A primo impatto, Shawn, fu davvero simpatico e gentile

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A primo impatto, Shawn, fu davvero simpatico e gentile.
Continuava a raccontarmi di come era una frana in tutte le materie e come odiava studiare.
Finalmente qualcuno che mi capiva.
Mi disse che dopo questo quarto anno, lui non aveva più intenzione di continuare e che sarebbe andato a lavorare nell'azienda del padre.
Beato te.
«Buongiorno» disse buttando i libri sulla cattedra.
Oh, guarda a caso, chi avevo come prof?
Vi lascio indovinare.
«Signorina Campbell, pure qui è presente?» disse.
Alzai le labbra in segno di disgusto e ripresi a parlare con Shawn.
In pochi minuti, me lo ritrovai davanti con lo sguardo fisso su di me e i pugni stretti sul tavolo «le ricordo che questo è un corso di recupero, le conviene ascoltare»
Essendo che Justin era bello grosso, a coloro che dava le spalle non mi vedevano perciò mi morsi il labbro davanti a lui sorridendo.
Vederlo geloso mi faceva impazzire e desiderare di scoparlo sulla cattedra.
«Vada in fondo per piacere» mormorò.
Girandomi, presi la mia cartella alzando gli occhi al cielo verso Shawn, sorrise.
Mi sedetti all'ultimo banco mentre lui iniziò a spiegare.
Per tutta l'ora lo squadrai dalla testa ai piedi immaginandomelo nudo.
«Campbell, è attenta?» domandò.
«Si prof, mi scusi» risposi ridendo.
Mi passai la mano sul viso scacciando tutti i pensieri sessuali e mi concentrai sulla lezione.
Fu per la prima volta, dopo ore e ore di spiegare, che odiai la sua voce.
«Posso andare in bagno?» domandai alzando la mano.
Lui mi guardò annuendo per poi tornare a spiegare.
Camminai lentamente lungo i corridoi silenziosi per poi arrivare in bagno e guardarmi allo specchio.
Solamente il primo pomeriggio e già non ce la facevo più.
Non potevo continuare così.
Dovevo assolutamente alzarmi la media, ma di certo non frequentando i pomeriggi.
Inserendo le mani nei pantaloni, alzai le mutande cosi che entrassero dentro e valorizzassero il mio culo.
Inserì la maglia nei pantaloni facendo che tutto ciò che si doveva vedere, venisse visto, da tutti.
Aprì la porta e lo vidi seduto con la coscia alzata e appoggiata sulla cattedra. Catturai l'attenzione di tutti tranne di lui, che continuava a spiegare.
Ritornai al mio posto dove appoggiai la testa sul banco sospirando «ora vi darò un esercizio per esercitarvi» disse.
Quando appoggiò il foglio sul mio banco, notai un paio di chiavi e un fogliettino con scritto sopra «Aspettami a casa, finirò presto»
Tolsi velocemente le chiavi mettendomele nella tasca poi mi concentrai sul foglio dove notai, tutte le risposte già fatte e con sotto la sua scrittura «20 minuti e puoi consegnare. Mi aspetto che tu abbia tanta fantasia e mi sorprenda in qualche modo»
Appena lessi quella cosa, alzai il capo verso di lui sorridendo.

Il mio professoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora