Capitolo ~ 20 ~

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Eravamo entrambi nudi e con le nostri pelli che si toccavano riscaldandosi.
Strinsi la sua nuca tra le mie mani guardandolo negli occhi mentre rimanevamo lì, immobili a gustare quella sensazione delle nostri pelli attaccate una all'altra.
«Lasciami andare» sussurrai tra le lacrime che si persero in quella piscina.
Ma lui mi strinse per i capelli avvicinandomi ancora di più a lui «vuoi andartene piccola?»
In quel momento, lasciai da parte il freddo dell'acqua e a causa delle sue parole, i brividi mi vennero sulla schiena.
«Era solito che tu mi chiamassi così?» domandai sfiorando i suoi zigomi con il pollice.
«Si, non ti piace?» domandò aggrottando le sopracciglia.
«Lo adoro» risposi.
Rabbrividì mentre lui strinse ancora più forte le braccia attorno a me avvicinandomi a lui.
«Sei ancora sicuro del fatto che tra di noi non sia mai accaduto niente?» sussurrai prendendo la sua mano e intrecciandola con la mia.
Lui guardò le nostre mani e deglutì senza darmi risposta. Si avvicinò a me e mi baciò.
Mi baciò con tanta voglia, come se con quel bacio stessimo recuperando tutto il tempo perso.
Mi sentì riscaldare dalla sua lingua che si intrecciava con la mia, il suo corpo contro il mio e come unico rumore, i nostri gemiti.
«Fammi qualcosa» gemetti fermandolo «fammi ricordare come era stare con te» mormorai passandogli una mano tra i capelli.
«Tutto ciò rimane ancora un grosso errore Isa»
Con il pollice lo fermai e gli dissi di stare zitto «non chiamarmi per nome» sussurrai «chiamami come lo fai tu di solito»
«Piccola..» gemette strizzando gli occhi.
Aprì gli occhi e sorrisi baciandolo.
Morsicai il labbro per poi succhiare il sangue che colava da esso. Fece per baciarmi nuovamente ma lo fermai.
«Ti prego guardami» sussurrai prendendo le sue mani «sentimi» deglutì.
Con la sua mano, passai le mani inizialmente sui miei capelli umidi, sulle labbra, sulla mandibola per poi passare sulla clavicola. Sfiorarono gentilmente i miei seni, i miei capezzoli.
Fece per ritirare la mano ma io bloccai.
«Toccami, sentì ciò che ti appartiene» dissi «dimmi se ancora pensi che tutto ciò sia ancora un grosso errore»
Si leccò le labbra e stringendomi le chiappe mi avvicinò a lui incontrando le nostre fronti.
«Tu non cap...»
«Si, lo so, sono una ragazzina» risi mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Alzai gli occhi al cielo e mettendomi tutta la forza nelle mani, mi alzai sul bordo della piscina uscendo.
Afferrai l'asciugamano mettendomelo attorno e strizzando tutta l'acqua dai capelli.
Fece lo stesso ma restò con i piedi nell'acqua continuando a muoverli.
Mi inginocchiai facendo in modo che la mia mano arrivasse sul suo cazzo e la mia bocca al suo orecchio. Iniziai a fare su e giu con la mano arrivando fino alla glande dove mi fermai sul meato.
«I tuoi rifiuti non fanno altro che sostenere le mie idee» sussurrai «daresti oro per toccarmi in questo momento, sbaglio Justin?»
Lasciai scie di saliva sul collo per poi succhiare la sua carne e lasciargli un evidente succhiotto.
Sentivo come piano piano, il suo cazzo diventava duro nella mia mano.
«Ricordami, dove è stata la nostra prima volta?» sussurrai.
Notai i suoi occhi socchiudersi dal piacere che le provocavo, si schiarì la voce poi accennò una piccola risata «proprio qui» disse «in questa piscina»
Gemetti al suo orecchio «come è stato?» domandai «Quante volte mi hai fatto gridare il tuo nome?»
Con cautela, allargai le gambe e mi sedetti sulle sue cosce.
Aprì gli occhi e gli afferrai le mani posandole sulla mia pancia. Stringendo le gambe attorno alla sua vita, mi lasciai cadere all'indietro toccando l'acqua con i capelli e gemendo.
Appena sentì la sua mano percorrere il mio petto e andare sempre più giù, mi morsi il labbro.
Posò la mano sul monte di Venere e con il pollice massaggiava il clitoride.
Incurvai la schiena dal piacere.
«Oh si dannazione»
Mettendo la mani dietro alla mia schiena, mi rialzò incontrando i nostri sguardi.
«Su piccola, mostrami ciò che sai fare»
Mi morsi il labbro e spingendolo, lo feci stendere per terra. Con le mani, si reggeva il capo guardandomi.
Mi sedetti tra le sue gambe e sputando sopra la glande, iniziai a massaggiarlo con movimenti lenti.
Mi raccolse tutti i capelli nel suo pugno per poi lasciar cadere la testa all'indietro gemendo il mio nome.
Lasciai la lingua cadere sui testicoli dove li succhiai leccandomi le labbra. Non so come ma fu tutto così veloce che mi afferrò per le ascelle e mi ritrovai sopra di lui.
«Non posso più aspettare» mormorò scuotendo il capo.
Mi ritrovai sotto di lui, si reggeva solamente con una mano mentre con l'altra teneva il corpo del pene.
Continuava a farlo entrare di poco per poi tirarlo fuori come se stesse abituando la mia vagina, alla grandezza del suo cazzo.
Poi, entrò di fretta e io rilassai il corpo stringendo l'asciugamano tra le mie mani.
Attorcigliai le gambe attorno alla sua vita e lo obbligai di rimanere lì, dentro di me.
«Cazzo» sussurrai.
Gemetti socchiudendo gli occhi e mordendomi il labbro. Si abbassò sul mio corpo e prendendomi per la nuca, mi baciò.
«Farò piano piccola» gemette chiudendo gli occhi.
Con le fronti attaccate, iniziò a dare spinte molto lenti ma dolorose, per me.
Chiusi gli occhi e strinsi la sua nuca.
«Sei così calda» disse muovendo il bacino facendo dentro e fuori.
Abbassai il capo e incurvai la schiena lasciando cadere la mano sul clitoride sfiorandolo a malapena.
Non c'era bisogno che dicessi qualcosa, che lui capì tutto e aumentò la velocità facendomi godere di più.
Iniziai a sfregare il clitoride con l'intera mano e non appena i miei muscoli si strinsero attorno al suo cazzo, lasciai uscire il mio squirto su di lui.
Ridendo aumentò la velocità fino a quando non mi fece venire un'altra volta.
«È la tua prima volta con me» disse sorridendo fiero di se stesso.
Lo baciai mentre lui continuava a penetrarmi.
Capì che era sul momento di venire quando le vene sul collo diventarono molto evidenti e i miei seni vennero stretti con violenza tra le sue mani.
Lo avvicinai per la nuca e all'orecchio gli sussurrai delle parole che appena lui le sentì, mi sorrise baciandomi:
«Rendilo speciale»
E lo fece. Lo fece così in maniera speciale che lui cadde sopra la mia pancia esausto.
Passai le mani nei suoi capelli mentre mi sentivo ancora il caldo dentro di me.
Non l'aveva reso speciale, di più.
Mi prese in braccio e mi baciò stringendomi per i capelli «ti amo» mi sussurrò all'orecchio cosi che lo potessi sentire solo io «ti amo tantissimo piccola»
Chiusi gli occhi e lasciai cadere la testa all'indietro dalla felicità «ti amo anch'io» mormorai «troppo»
Mi accoccolai al suo petto e lasciai un bacino.
Afferrò gli asciugamani e ci coprì entrambi riscaldandoci
«Un giorno me lo dirai, vero?» domandai giocando con la sua collana in oro che aveva attorno al collo.
«Cosa?» chiese sfiorandomi la spalla.
«Del perché io abbia perso la memoria» risposi «lo sai, vero?»
Prese un sospiro e mi baciò la fronte «un giorno lo saprai» disse.
Mi strinse a se ancora più forte e mi baciò.
«Voglio sapere perché tu ritieni tutto ciò sbagliato» mormorai mettendomi a sedere accanto a lui.
Iniziai a giocare con le dita per poi spostare lo sguardo su di lui.
Ero completamente innamorata di questo ragazzo, ogni piccolo difetto e qualità erano la mia morte.
Lo amavo, amavo ogni cosa di lui.
Quei occhi color miele che ci potevo fare l'amore con essi, quelle labbra a cuoricino così morbide da essere morse.
«A cosa stai pensando?» mi chiese prendendo la mano e baciandola.
Sorrisi solamente e alzai le spalle «a niente»
Mi agguantò velocemente e mi portò su per le scale fino a quando ci ritrovammo nella sua camera.
«Sei la mia droga» mormorò «non posso farne a meno di te»
Sorrisi e alzando gli occhi al cielo mi posai sul letto «Me l'avevi già detto in passato, vero?»
Lui sgranò gli occhi e alzò le sopracciglia «ricordi ciò?»
Abbassai il capo guardando le mie gambe «solo alcuni flasback» risposi.

«Sei la mia droga» mormorò «non posso farne a meno di te»Sorrisi e alzando gli occhi al cielo mi posai sul letto «Me l'avevi già detto in passato, vero?» Lui sgranò gli occhi e alzò le sopracciglia «ricordi ciò?»Abbassai il capo guardando le mie g...

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