Capitolo ~ 8 ~

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Lasciai cadere il capo all'indietro facilitandogli la situazione. Era incredibile come con solamente un bacio sul collo, mi fece pulsare la vagina così forte.
Iniziò a spogliarmi lasciando cadere i vestiti ai miei piedi e prendendomi il braccio avvolgendo i piedi attorno alla sua vita.
Abbassando di poco il piede, feci in modo che l'asciugamano cadesse per terra restando entrambi completamente nudi.
«La pazienza proprio non esiste per te» rise.
«Ti voglio solamente averti dentro il più presto possibile» gemetti stringendogli la nuca.
Tenendomi in braccio e continuando a camminare, mi portò dentro il bagno dove c'era il jacuzzi pieno di rose e pieno di bollicine.
Mi appoggiò sul lavandino mentre lui versò nei bicchieri di cristallo, la champagne.
Ne bevvi un sorso poi la misi accanto a me volendo iniziare al più presto tutto ciò che lui voleva fare con me.
Avvicinandosi a me, mi sfiorò la schiena dall'alto fino al midollo osseo.
Rabbrividì sotto il suo tocco.
«Perché mi fai aspettare così tanto?» chiesi ridendo.
Lui, prendendomi in braccio, mi infilò nella vasca calda e profumata. Ci ritrovammo faccia a faccia e con i bicchieri pieni di champagne.
Mi ritrovai a fissarlo con lo sguardo perso su di lui.
Era strano come i pochi giorni, succese tutto cio.
Ero nella stessa vasca con il mio prof, completamente nudi e senza vergogne.
I miei erano completamente al corrente della mia pazzia e del fare cose sempre di testa mia e sopratutto sbagliate, ma credo che non penseranno mai a tutto ciò.
«A cosa stai pensando?» chiese dandomi un bacio vicino alle labbra.
Fingendo un sorriso, deglutì «a niente» sospirai.
Ero consapevole che i miei pensieri erano gli stessi dei suoi ma se solo avessi iniziato a raccontargli tutto ciò, avrei decisamente rovinato tutta la giornata, e non volevo. Prendendolo per la mascella lo baciai, a differenza degli altri giorni, con tanta passione, con cautela cercando di non fargli male.
«Adoro quando sei gelosa» disse «oggi avrei voluto scoparti davanti a Jessica e farle vedere a chi ero interessato veramente»
Sorseggiando la champagne, alzai gli occhi al cielo.
«Certo, come no» mormorai.
Alzandomi dalla vasca e asciugandomi, iniziai a vestirmi.
«Dove vai?» mi chiese avvicinandosi a me.
«A casa, Gio si sarà già svegliata» mormorai.
Lui mi bloccò contro la parete bagnandomi tutta con l'acqua «tutta sta fretta piccolina?»
Mi baciò il collo facendomi chiudere gli occhi dal piacere e lasciandomi trasportare dai suoi tocchi.
«Ho una voglia matta di te Isa» sussurrò spogliandomi nuovamente.
«Scopami» mormorai accarezzandomi il corpo davanti a lui.
Iniziò a squadrarmi dalla testa ai piedi mordendosi le labbra.
Avrei tanto voluto sapere cosa stava pensando mentre mi guardava ma questo non era il momento adatto. Avevo bisogno che il suo corpo riscaldasse il mio solamente sfiorandomi.
Sembrava che ci mettesse un'eternità, si prendeva gioco di me facendomi aspettare tanto sebbene sapesse quanto io avessi bisogno di lui.
Mi buttò sul letto e con la punta del suo cazzo, iniziò a stuzzicare il mio clitoride.
Gemevo solo al pensiero di averlo dentro me.
Da sopra, con la mano sinistra, me la mise attorno all'esofago facendo fatica a respirare.
Tutto ciò rendeva l'atmosfera ancora più eccitante.
Sfiorava il mio interno coscia sentendo ogni pezzo della mia pelle «perché sei così dannosamente squisita?»
Mettendosi sopra di me e reggendosi con i pugni vicino alla mia testa, mi penetrò.
Non feci in tempo a lasciare un urlo che lui mi baciò.
Gli strinsi la nuca tra le mie mani e quando aumentò la velocità, gli morsi il labbro facendo fuoriuscire un po' di sangue il quale lo leccai.
«Cazzo» disse ridendo.
Risi a mia volta per poi continuare a gemere mentre faceva dentro e fuori.
«Fammi venire» mormorai «ne ho bisogno»
Lui scosse il capo facendomi capire che non era d'accordo, che tutto il gioco lo gestiva solamente lui.
Si fermò dentro di me, mi fissava.
Mi alzò le gambe, entrambe, mettendole dietro la testa e reggendole con le mani.
Lui mi penetrò nuovamente facendolo entrare tutto dentro di me. Andava con movimenti molto lenti che facevano crescere il desiderio.
«Ti prego Justin» mormorai guardandolo.
Lui si abbassò baciandomi «è questo il prezzo che paghi per non essere venuta a scuola» disse.
Ridendo uscì da me prendendo l'asciugamano e mettendoselo attorno.
Mi coprì velocemente con il lenzuolo alzando gli occhi al cielo.
Scesi le scale afferrando l'acqua fresca dal frigo.
Sentì i suoi passi dietro di me aumentare sempre di più e proprio quando lo sentì vicino a me, strinse le mie chiappe schiaffeggiandole. Fece passare la mano tra di esse inserendo tre dita nell'ano.
Urlai reggendomi per il bancone e aggrappandomi ad esso.
Lui tolse le dita e guardandomi aggrotto le sopracciglia «mai fatto?» chiese.
Scossi il capo in un no per poi abbassare lo sguardo.
Mi tirò verso di lui baciandomi la fronte «vuoi che ti porto a casa?»
Passandogli le dita sulle labbra lo guardai «i miei genitori sono partiti per alcuni giorni» mormorai alzando le sopracciglia.
Lui a quelle parole si morse il labbro tirandomi verso di lui «cosa proponi?» domandò.
Pensandoci un po' sopra lasciai cadere la mano sul suo sesso massaggiandolo «che l'idea che tu mi scopa sul nostro tavolo, mi fa impazzire»
Ridendo entrambi, ci baciammo poi iniziai a cercare i miei vestiti.
«I miei vestiti?» domandai guardandomi attorno.
Lui li alzò nella mano mostrandomeli «prega Dio che Gio stia ancora dormendo»
Sgranai gli occhi «no Justin» dissi.
Lui alzò le sopracciglia facendo un sorriso malefico per poi prendere le mie mutande «queste le tengo io» mormorò annusandole davanti a me.
Probabilmente ero rossa come un peperone ma questo non era il momento per pensare a ciò.
Come mai avrei potuto andare a casa completamente nuda senza che Gio notasse questa cosa?
Quando salì il macchina, completamente nuda, mi coprì tutto ciò che solo lui aveva il permesso di vedere.
«Ammetto» dissi «sentire la mia vagina sfiorare il tuo sedile, mi eccita parecchio»
Teneva la mano sul volante e l'altra sulla mia coscia.
Sebbene sapevo il pericolo di ciò che stavo per fare, non mi potei trattenere.
Mi abbassai slacciandogli la cintura e tirando fuori il suo cazzo ancora duro e pronto da essere gustato.
«Isa, cosa stai facendo?» mormorò cercando di tenere il controllo del volante.
Iniziai con una passata di lingua a leccargli la glande mentre lui iniziava a gemere e a contrarre i muscoli delle gambe.
Allungai la mano lasciando scendere giù il finestrino.
«Lascia che la gente ci veda» sussurrai «voglio che vedano le tue espressioni facciali e la mia testa che fa su e giù»
Lo leccai tutto, dall'inizio alla fine, leccai i suoi testicoli succhiandoli.
Proprio quando stava per venire, si fermò al semaforo. Eravamo circondati di macchine e lui fece uscire un gemito dalla bocca «sto.. sto per venire» sussurrò togliendomi i capelli e tenendoli in una coda.
Con l'altra mano mentre succhiavo, massaggiai i testicoli facendolo così venire tutto in bocca.
Leccai ciò che rimasto fuori poi lo inghiottì.
Mi alzai e la prima cosa che feci fu incontrare lo sguardo di due vecchietti che avevano lo sguardo fisso su di noi.
Con il dito mi tolsi lo sperma dagli angoli della bocca proprio davanti a loro, senza nessuna vergogna.
Justin non si azzardò a guardarli bensì guardava solamente me e il mio corpo.
L'ultima cosa che vidi prima che il semaforo diventi verde, fu la vecchietta che si slacciò la cintura e si mise i capelli dietro le orecchie.
Lezione imparata, vecchietta mia.
Per tutto il tragitto rimasto, i miei occhi fissarono il cazzo di Justin che essendo ancora in erezione, continuava a muoversi.
«Ti prego, non guardarlo» mormorò arrossendo.
Spostai lo sguardo verso il finestrino ridendo e quando notai che eravamo già davanti a casa mia, notai la luce accesa nella mia camera.
«Cazzo, si è svegliata» mormorai.
Prima di scendere dalla macchina, con velocità, mi afferrò per la schiena e affondò il viso sul mio petto succhiandolo dove, in pochi minuti, comparì un altro succhiotto.
«Cazzo Justin» dissi dando un pugno e allontanandolo da me.
Abbassai lo sguardo e notai la grandezza del succhiotto che era enorme.
Sebbene io fossi incazzata, lui rideva leccandosi le labbra.
«Ci vediamo» mormorai uscendo dalla macchina e correndo verso casa.
Appena aprì la porta, il salone era libero e l'unica cosa che si sentiva era l'acqua al piano di sopra.
Lasciai un respiro di sollievo ed entrai nella mia camera dove presi tutto il necessario per non essere vista nuda.
«Gio» dissi bussando alla porta per poi aprire «sono tornata» mormorai.
«Va bene» urlò «tra poco devo andare dato che mia mamma ha detto che mi vuole portare a fare shopping»
Annuì poi chiusi la porta alle mie spalle.
Mi buttai sul letto e toccando proprio la parte del succhiotto, sorrisi.
Era tutto un sogno? Avevo davvero trovato qualcuno che fosse pazzo come me e aveva gli stessi desideri?
Ti stai innamorando Isa?
Del tuo prof di ginnastica?
Scossi il capo cercando di eliminare tutti quei pensieri della testa.
No, era impossibile.
Tutto ciò che ci accomunava era solamente la voglia per il sesso, tutto qua.
Vero Isa..?
Chiusi gli occhi lasciandomi uscire una lamentela.
No Isa, sai benissimo che non è così.

No Isa, sai benissimo che non è così

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