Alex stava facendo la doccia. Si stava preparando per l'inizio del suo secondo anno di università. Come al solito, era in orario. Quella mattina c'era stata la messa per sua sorella. Lei si che lo conosceva bene. Sapeva tutto di lui e perderla così, senza preavviso, era stato un brutto colpo che ancora, a distanza di due anni ormai, faceva fatica a superare. L'aveva trovata lui, in quel bagno, col suo pigiama preferito che le aveva regalato lui: una tutina a forma di panda.
Aprì la tenda della doccia e mise il suo accappatoio blu notte. Dopo essersi asciugato i capelli, iniziò a guardarsi allo specchio e a mettersi il profumo.
-Sei bello è inutile che continui a guardarti-.
Nel riflesso dello specchio apparve Jessika, la sua sorellina.
-Fanculo! Stupide allucinazioni.- disse a bassa voce dopo essersi girato di scatto e aver visto che non c'era nessuno dietro di lui.
-Ei guarda che non sono un'allucinazione!- disse Jessika
-Certo, non sei un'allucinazione, hm come no..., tranquillo Alex, respira, chiudi gli occhi e...- Jessika lo interruppe - Fratellone, girati e guardami!-
Alex si girò alzando gli occhi pensando se la assecondi se ne andrà ma rimase a bocca aperta
- J-Jessika! Mi hai toccato! Le allucinazioni non...oh mio dio! Che cosa sei?!- Nel frattempo aveva preso una boccetta di profumo della madre da usare come arma.
-Da quando per te io sono Jessika? Mi deludi tanto...cosa vuoi fare con quello? Ahah sei il solito. Cavolo, mi mancava quel tuo fascino riccioluto che ha sempre fatto colpo su tutte le mie amiche- Jessika era davvero delusa dal fatto che suo fratello la chiamasse col suo nome e non come sempre.
-Tu non sei Jessika! La mia Jessy è morta due anni fa! Tu che diavolo sei?! Che razza di scherzo è mai questo?!- ad Alex tremava la voce ed era sul punto di una crisi di nervi. Solo Jessika, quando erano piccoli, riusciva a calmarlo. Cosa che le riusciva ancora molto bene, anche da morta.
-Alex, rilassati. Sono io, J. La tua J. Ti ricordi di me? Ti ricordi di quando avevo convinto la mamma a farmi fare i capelli rossi come Cat Valentine di Victorious? Mi aveva promesso che me li avrebbe fatti fare per i miei 15 anni...se solo ci fossi arrivata, ai 15 anni...- Jessy aveva gli occhi lucidi.
-J...sei davvero tu? C-Come...no è impossibile...non puoi...- Alex balbettava. Jessika lo guardava basita e con la testa inclinata da un lato: non aveva mai visto suo fratello balbettare in quel modo.
-Alex...so che è difficile da credere ma, ehm, sono un fantasma- dopo qualche secondo di silenzio Alex scoppiò a ridere - Ahahah un fantasma? Certo come no! E io che ci casco pure! Ahahah- Jessika lo interruppe- ALEX! CREDIMI! Mi sono rivelata a te perché pensavo fossi l'unico a potermi aiutare! Perché non credi più in me!- Ormai Jessika stava per piangere.
-Non ti credo perché sei morta! Io credevo a lei! J è, era, la mia vita.- Alex aveva gli occhi lucidi e gli tremava la voce.
Appena Jessika iniziò a piangere, le luci del bagno iniziarono a saltare e per poco non si fulminarono.
-Ma che cazzo..?- disse Alex coprendosi la testa con le mani, mentre Jessika continuava a piangere.
-Tu non mi vuoi più bene! Ti stai dimenticando di me!- disse ad un certo punto la ragazza.
-Cosa? No. Io ti vorrò sempre bene. E non mi dimenticherò mai di te. Sei la mia sorellina, non potrei mai- Alex si avvicinò con mano tremante alla faccia di quello che pareva essere il fantasma di sua sorella e gli asciugò le lacrime. Quando questo smise di piangere, le luci tornarono a funzionare regolarmente.
-Alex! Muoviti che fai tardi!- disse Sarah, la madre, una donna alta, affascinante, con i capelli ricci, neri e lunghissimi.
-Si mamma! Arrivo!- rispose Alex -Facciamo una cosa- disse guardando di nuovo in faccia Jessika -Vieni con me, cercherò un vagone poco affollato, cosi parliamo-
-Quindi mi credi? Credi al fatto che io esista e non sia una tua stupida allucinazione?- disse Jessika con una voce speranzosa.
-Ei! Io non ho stupide allucinazioni.- le rispose Alex, e insieme scoppiarono a ridere, come ai vecchi tempi.Dopo 5 minuti Alex salutò sua madre e si chiuse la porta alle spalle, sospirando.
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Come sono morta?
Mystery / ThrillerQuesta è la storia di come sono morta. O meglio, della mia vita dopo essere morta. Ma per farvi capire, forse è meglio partire dal principio. Mi chiamo Jessika, per gli amici Jessy, per mio fratello J. Sono bassa, non molto carina e maldestra. Quell...