La persona rimase a fissare Jessika con uno sguardo assente. Fino a che lei non parlò.
- Il libro...l'hai rubato. Non è così? - Nessuna risposta e Jessika alzò la voce - Rispondi! Il libro che mi hai regalato lo hai rubato?!-
-No quello no! Quello l'ho comprato se non ci credi vallo a chiedere a Carl, c'era lui di turno in biblioteca.-
-Se fossi in te non ci crederei poi così tanto. E in qualsiasi caso lui verrà cacciato di qui, perché ha rubato altre cose...diglielo Enea. Dille cos'altro hai rubato- insinuò Lylian.
Il ragazzo rimase in silenzio con gli occhi fissi su Jessika, lei sul punto di piangere, e lui con il petto che gli si alzava e abbassava velocemente, segno che si era innervosito dopo le parole di Lylian. Jessika si avvicinò a lui e quest'ultimo abbassò lo sguardo, calmandosi, dopo che la ragazza gli toccò la guancia con la mano per far si che lui la guardasse -Enea- disse con voce tremolante -Che cosa hai rubato?- Il ragazzo la guardò con occhi imploranti, come se cercasse un po' di sostegno per poter affrontare quella situazione. -Jessika io...- iniziò il ragazzo senza continuare la frase, così parlò la donna -Ha rubato il- Lylian venne interrotta da Corteus -Ora basta. Lasciatelo andare. Lylian noi andiamo fuori e lasciamoli parlare.- Con evidente disaccordo da parte della donna, tutti uscirono dalla stanza, lasciando i due adolescenti da soli.
Jessika guardava Enea con occhi di chi aspettava delle risposte con una punta di ansia. Il ragazzo non la guardava, ma parlò ugualmente, mentre la porta si chiudeva alle spalle delle due guardie -Mi dispiace tanto...-
-Ti dispiace?! Ti dispiace?! E per cosa scusa! Perché hai fatto qualcosa che non dovevi fare e adesso morirai del tutto e io...-
-E tu cosa..?- chiese Enea con un tono misto ansia e curiosità.
-Io...come faccio senza di te. Io...ho bisogno di te...- Jessika stava trattenendo la lacrime. Non voleva farsi vedere debole, quindi tratteneva tutto quello che aveva dentro: tutte le parole, gli insulti che avrebbe voluto dire e i baci che gli avrebbe voluto dare, e come se lui le leggesse nel pensiero si sporse in avanti e la baciò. Era un bacio di conforto e bisogno di sentire qualcuno al proprio fianco.
-Che hai rubato...ti prego dimmelo- lo supplicò Jessika dopo che si staccò da lui. Erano fronte contro fronte e lui ansimava, per paura di come avrebbe potuto reagire lei, ma ormai cosa aveva da perdere? -Ho preso in prestito il...Libro degli Antenati-
-I-il Libro degli Antenati!? Ma è super illegale prenderlo! Come diavolo hai fatto a uscire dalla biblioteca senza farti beccare? Perché volevi quel libro? Come hai...-
-Ok calma.- Le disse con un sorriso e accarezzandole i capelli -Ho dei sospetti, ma non posso dirti su cosa, ma beh ecco...su quel libro non c'è solo la discendenza di tutti quelli che sono qui, in quel libro c'è scritto quando e come sono morti, cosa fanno ora, perché sono morti, perché chi li ha uccisi li voleva morti...e, ti sembrerà stupido ma io-
-Volevi vedere perché quell'aereo è precipitato...e perché sei finito in coma, giusto?- Jessika parlava più a se stessa che a lui.
-Si...non mi quadra il fatto che io, arrivato qui a cinque anni, ma con tre mesi di ritardo in confronto a mia sorella, non sia mai stato voluto da nessuno. Nessuno ha mai fatto richiesta per prendermi in adozione fino ai dieci anni. E chi vuole adottare ha il consenso di vedere la vita di tutti i bambini. E...vedevo gli altri bambini che arrivano e se ne andavano subito. Mentre io ero...ero...-
-Non devi raccontarmi tutto per forza...-
-Si che devo. E' forse l'ultima volta che potrò parlarti, o guardarti.- Enea abbassò lo sguardo rendendosi conto solo ora di quello che aveva fatto -Ma che ho fatto...-
Jessika sospirò -Una stupidata-
-Ma perché ho queste idee così stupide- disse il ragazzo mettendosi una mano tra i capelli, spettinandoseli sugli occhi. Jessika lo guardò con amore e dolcezza, gli prese le mani nelle sue e disse, avvicinandosi di più a lui -Fai queste cose stupide perché tu sei uno stupido-
-A si?-
-Lo stupido degli stupidi- la ragazza annuì sorridendo e il ragazzo la baciò. Un semplice bacio a stampo. Poi Enea chiese, staccandosi da lei il minimo indispensabile per poter parlare -Che dirai agli altri?-
-I-io...p-perché devo essere io a dirlo agli altri?-
-Perché a te credono. Perché loro ti vogliono bene più di quanto riescano a dimostrartelo. Al tuo arrivo, ti ricordi che non ci sopportavamo? Che non ci salutavamo nemmeno perché io ti prendevo in giro e tu mi odiavi?- la ragazza annuì ripensando a quel momento ma non osò parlare, lasciando continuare lui -Ecco...loro ti difendevano. Persino quel cretino di Mike. Loro ti ascolteranno e magari crederanno al fatto che io sia innocente e l'abbia fatto solo per scoprire qualcosa di più sul mio passato. A me non crederanno ma a te si. Non voglio che il vostro gruppo sia ricordato per quello che aveva il ladro che rubava oggetti antichi e sacri. Per favore...Jessika ti prego. Lo farai?- Jessika annuì di nuovo ancora poco convinta di questo piano, così chiese
-Ma, tu non li vuoi vedere prima di- le si mozzò la voce, così rispose Enea, capendo cosa volesse dire lei -No. Io non posso vederli. Voglio ricordarmi di loro con il sorriso e non con le loro urla e i loro volti pieni di rabbia e delusione.-
-Okay...parlerò io con loro.-
-Bene. Ora vai. Non posso sopportare di vedere le tue lacrime quando mi uccideranno.-
I due si baciarono, per qualche secondo, fino a quando lui non si staccò e non la spinse verso la porta, aprendola e facendo entrare le guardie, che gli rimisero le manette. Lylian, guardò sorridendo malignamente Jessika, che aveva lo sguardo perso, basso e poi si chiuse la porta alle spalle, entrando nell'ufficio di Corteus.
Quest'ultimo, si abbassò per guardare Jessika dritto negli occhi, ma lei non lo guardava, aveva lo sguardo perso, ma chiese -Lo ucciderà, vero?- L'uomo si stupì di sentirla parlare, ma cercò di mantenere un tono di voce calmo per risponderle -Non comando solo io. Devo decidere insieme al consiglio.-
-Quindi morirà.- Constatò Jessika.
-Farò tutto il possibile per salvarlo.-affermò l'uomo.
-E come? Nel consiglio c'è Lylian e lei ha molta influenza su tutti i membri!-
-Jessika io...-
-Lasci stare. Devo andare.- Jessika se ne stava andando quando Corteus disse -Jessika. Dì ai tuoi amici quello che ti ha detto Enea. Se vogliono parlargli però, non impedirglielo. Hanno il diritto di vederlo. E di dirgli quello che pensano.-
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Come sono morta?
Mystery / ThrillerQuesta è la storia di come sono morta. O meglio, della mia vita dopo essere morta. Ma per farvi capire, forse è meglio partire dal principio. Mi chiamo Jessika, per gli amici Jessy, per mio fratello J. Sono bassa, non molto carina e maldestra. Quell...