Capitolo 8: Ritardi e Ripetizioni.

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Suonò la sveglia.
Sono solo le 8:35, pensò.
-Le 8:35?! Cazzo, cazzo, cazzo! Quello di fisica quantistica mi fa fuori stamattina!- scese dal letto e iniziò a prepararsi molto velocemente. Scese in cucina, prese le chiavi di casa e uscí correndo.
Avendo perso il treno aveva dovuto farsi la strada stazione-scuola a piedi, che in treno era di un quarto d'ora mentre a piedi era di un'ora. Arrivò a scuola alle 9:30 e alle 9:45 avrebbe avuto lezione di astrofisica.
La prima ora era appena finita.
-Alex!- urlò qualcuno alle sue spalle.
-Mandy, ciao!- rispose lui.
-Tutto bene? Sei guarito?- chiese la ragazza speranzosa.
-Ehm...si. Sono guarito- disse il ragazzo mettendosi una mano dietro la testa imbarazzato. Odiava mentire.
-Bene- continuò lei -Io...vado...-
-Mandy aspetta!- Alex prese la ragazza per i fianchi e la fece avvicinare a lui -Ti va di venire a casa mia, questa sera? Verso le 20:00? Dobbiamo recuperare degli appuntamenti o sbaglio?- continuò lui sorridendole.
-Ci sarò- rispose lei ricambiando il sorriso.

Finite le lezioni Alex tornò a casa tutto felice per l'imminente appuntamento con Mandy. Preparò la cena, o meglio, ordinò del sushi. Alle 20:00 suonò il campanello di casa.
-Madame, vuole darmi la sua giacca?- chiese Alex facendo entrare Mandy in casa.
-Alex, ma cosa...-
-Signorina si accomodi nel soggiorno. Nel menù di stasera ci sarà sushi a volontà, sa, il padrone di casa è sempre stato imbranato a cucinare, così ha deciso di ordinare del sushi. E insieme a questo, c'è anche dello champagne! Vi lascio soli madame- disse Alex facendo ridere Mandy -Mia cara, buona sera. Piaciuta l'accoglienza?- chiese infine.
-Si, molto- rispose ridendo Mandy facendo ridere anche Alex.
Dopo un po' che mangiavano Mandy chiese -Perché lo champagne? A cosa brindiamo?-
-Al nostro incontro. Il secondo-
-Ottimo brindisi- confermò la ragazza.

Dopo la cena si misero sul divano e iniziarono a parlare del più e del meno. Ad un certo punto Alex si sporse in avanti e baciò Mandy, lasciandola di stucco.
-Qualcosa non va?- chiese Alex vedendo che la ragazza non ricambiava il bacio.
-No, no è che...non me lo aspettavo- rispose lei.
-Ah...- disse il ragazzo.
A quel punto fu la ragazza a sporsi in avanti e iniziare a baciare con molta passione il ragazzo davanti a lei. In men che non si dica si ritrovarono in camera di Alex a fare l'amore.

~

Aprí gli occhi a fatica ma doveva bere, così si alzò, prese la bottiglietta d'acqua e bevve. Guardò l'orologio. Erano le 8:35.
Appena?! Perché diamine mi sveglio così presto! Pensò lasciandosi cadere sul letto e chiudendo gli occhi nella speranza di riaddormentarsi. Dopo qualche secondo realizzò.
-Le 8:35?! Ragazze è tardissimo! Abbiamo solo cinque minuti per poter prendere il pullman! Svegliatevi!- urlò.
-Jessika perché urli sono le 8:35 del mat...oh cazzo! Amatis svegliati o farai tardi!- iniziò ad urlare anche Amelia.
-Come le 8:35 è impossibile, la mia sveglia suona alle 7:00 per ripassare e...- si bloccò non appena  vide l'orario sulla sua sveglia -...oh Dio no! Finirò col perdere il record di puntualità! No! No! No!- iniziò ad urlare anche lei.
Si prepararono il più velocemente possibile e si fiondarono a prendere il pullman che le avrebbe portate a scuola. I dormitori non erano molto vicini a dove si svolgevano le lezioni, soprattutto il loro, che era il più lontano, così c'erano gli scuolabus.
-Sono le 8:43 abbiamo ancora due minuti per poter arrivare alla fermata!- urlò Jessika mentre correva insieme alle sue amiche in direzione della fermata del pullman.
-Non ce la faremo mai!- Amatis era triste. Stava perdendo la speranza di mantenere il suo record di puntualità.
-Si invece. Tu prenderai quel maledettissimo pullman! Te lo prometto!- disse Amelia prendendo Amatis per mano e tirandola.
C'erano quasi. Pochi metri ed erano alla fermata, ma gli passò il pullman di fianco. Dopo cinque metri si fermò a far salire i ragazzi e le ragazze del loro stesso dormitorio.
Stava salendo l'ultimo studente quando Amelia spinse Amatis più avanti di loro in modo che l'autista la vedesse e riaprisse le porte del pullman, facendo salire le altre due ragazze.
-Grazie Bob- disse Jessika, l'ultima che salí delle tre.
Bob, l'autista, fece un cenno con la testa e partí.
Am e Lia si sedettero vicine, mentre Jessika si sedette dietro di loro, vicino a Enea.
-Ve lo avevo detto che ce l'avremmo fatta- disse Amelia rivolta alle sue amiche.
-Grazie per aver creduto in me- disse invece Amatis rivolta ad Amelia.
-Non vorrei interrompere questo momento magico, ma come mai eravate in ritardo voi tre?- chiese Enea.
-Fatti i cavoli tuoi!- risposero in coro le tre amiche.
-Che caratteraccio...sentito ragazzi?- disse Enea rivolgendosi ai due ragazzi dietro di lui.
Solo allora le ragazze si accorsero di chi erano: Jason e Carl.
Amatis, diventò subito rossa in volto e quasi scoppiò a piangere per la figuraccia che il fratello le aveva fatto fare davanti a Carl.
-Vai a farti fottere cretino!- disse Amelia rivolta ad Enea.
-Uuu ti sei svegliata male stamattina Lia?- continuò lui.
-Enea finiscila!- disse Jessika innervosendosi per come stava parlando alle sue amiche -E voi finitela di ridere coglioni!- disse rivolta a Jason e Carl.
I due si zittirono.
-Però, non ti facevo così scontrosa Jes- disse Enea abbasando la voce in modo che sentisse solo Jessika, anche se sia gli amici di lui che le amiche di lei stavano ascoltando.
-Non mi chiamo Jes!- disse tra i denti Jessika -Smettila di chiamarmi così-
-Okay, okay, non ti incazzare!- Enea portò le mani in alto in segno di difesa.
-Oggi alle 14:00 nella mia stanza. E bussa prima di entrare- disse Jessika senza guardarlo in faccia.
-Va bene- rispose lui.

Come sono morta?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora