Durante il tragitto casa-stazione nessuno parlò. Appena arrivò il treno Alex cercò un vagone abbastanza vuoto e lo trovò. C'era solo un signore sulla novantina che dormiva.
-Ci sei ancora?- chiese Alex alla sorella.
-Si...ci sono ancora- disse Jessika con voce triste e comparendo all'improvviso alla vista di Alex, che si spaventò.
-Che hai sorellina?-disse.
-Niente...è solo che mi mancano la mamma e il papà e detesto non potermi fare vedere da loro- disse Jessika quasi piangendo.
-Perché non ti fai vedere da loro?- chiese Alex curioso.
-Perché non posso...-
-E perché non puoi?...-
-Perché me lo vietano-
-Chi te lo vieta J-
-Io...non posso dirtelo, mi dispiace-
Alex la guardò un po' sospettoso. Si erano sempre detti tutto perché adesso lei avrebbe dovuto nascondergli qualcosa?
-Fa niente. Comunque, spiegami cosa ci fai qui esattamente- disse Alex in modo gentile e dolce, come faceva sempre quando Jessika era triste da bambina.
-Te l'ho detto devo scoprire chi sono i miei assassini solo così potrò passare oltre-
-Ma...io cosa centro in tutto questo?- chiese Alex un po' spaventato.
-Tu eri lì quella notte. Sei stato uno degli ultimi a vedermi viva e magari mi puoi aiutare a mettere insieme i pezzi-
-Ma nessuno ti ha uccisa...- disse Alex quasi bisbigliando.
-Mi stai dicendo che mi hanno dato della pazza suicida e mamma e papà hanno accettato di far chiudere il caso?!- disse Jessika alzando sempre di più la voce.
-Si...la polizia ha detto che non poteva essere altro che un suicidio, ma mamma e papà e io abbiamo detto che non avevi motivi per suicidarti. Ma loro non ci hanno creduto e hanno archiviato il caso-
-Stronzi...- disse Jessika a bassa voce per non farsi sentire dal fratello, ma invano. Infatti Alex la guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
-Scusa...ma devi ammetterlo che la polizia lo è stata. Non è giusto io non mi sono suicidata!- disse lei. Stava per esplodere dalla rabbia.
-Lo so. Non ci ho mai creduto...ma chi avrebbe mai voluto ucciderti eri simpatica a tutti...- disse Alex stupendo e calmando molto Jessika.
-Davvero?- chiese Jessika stupefatta.
-Si...sono anche andato in centrale a guardare negli archivi e mi hanno dato due settimane di servizi sociali accusandomi di tentato furto- disse Alex mettendo una mano dietro la testa e sorridendo in modo nervoso.
Jessika si stupì molto e rimase a bocca aperta.
Dopo un minuto di silenzio passato a guardarsi negli occhi, Alex chiese, un po' nervoso -Tu sei sicura che non ti sei suicidata? Neanche per sbaglio?-
-Si che sono sicura Alex e che cavolo quante volte te lo devo dire!- Jessika si era un po' offesa.
Il ragazzo si morsicò il labbro inferiore, guardò fuori dal finestrino e annuí deciso -Va bene- disse -Ti aiuterò a trovare i tuoi assassini. Non posso permettere che si archivi un caso di omicidio dicendo che è stato un misero suicidio quando non lo è stato affatto!- Alex non si era reso conto di urlare e di essersi alzato in piedi.
Mentre si sedeva di nuovo il suo sguardo cadde sul vecchietto che era ancora nella stessa posizione di prima. Jessika seguì lo sguardo del fratello e disse -È morto. D'infarto. Più o meno da due ore-
Il fratello la guardò esterrefatto e la ragazza disse -Che c'è? Essere fantasmi ha i suoi vantaggi-
Alex disse -Corri- e iniziò a correre mentre la sorella si dileguò alzando gli occhi al cielo.-J? Ci sei?...Ok, evidentemente no..
-Alex! Che fai parli da solo?- disse una voce alle sue spalle. Alex si girò. Era ormai vicino alla sua aula di lezione.
-Casper...che novità, qual buon vento ti porta nella mia università?- disse ironicamente.
-Alex non fare il cazzone. È il mio primo anno di università. E vengo qui. Sorpresa!- disse Casper con fare malizioso.
-Waw che bella sorp..- non fece in tempo a finire la frase che vide, in fondo al corridoio che si avvicinava sempre di più a loro, Mandy. Casper si giró, seguendo il suo sguardo -Abbassa lo sguardo carino, è mia- fece uno sguardo pentito -sorella, intendo-.
Alex colse la palla al balzo e disse -Sorellastra. Ti ricordo che ti comandava manco fossi un cagnolino. E tu facevi tutto quello che lei ti diceva perché avevi paura di essere escluso dal gruppo "popolare". Eddai cammina va!-
-Alex! Anche tu qui?- disse Mandy che ormai li aveva raggiunti.
-Mandy! Che bello rivederti ti trovo benissimo...- non fece in tempo a finire la frase che venne bloccato da un professore.
-Che ci fate qui voi? Le lezioni sono già iniziate da cinque minuti. Forza, in classe!-
-Certo professore- disse Mandy con fare gentile.
-Non finisce qui, imbranato- disse Casper ad Alex prendendolo per il colletto della maglia.
Non finisce qui, imbranato. Gne gne gne pensò Alex e bisbigliò-Stupido- e si diresse in classe.
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Come sono morta?
Mystery / ThrillerQuesta è la storia di come sono morta. O meglio, della mia vita dopo essere morta. Ma per farvi capire, forse è meglio partire dal principio. Mi chiamo Jessika, per gli amici Jessy, per mio fratello J. Sono bassa, non molto carina e maldestra. Quell...