Alex aveva appena finito le lezioni e voleva prendere il primo treno che c'era, ma aveva solo cinque minuti per arrivare in stazione e il tempo minimo che lui impiegava tutti i giorni per fare quel tragitto era di dieci minuti.
Iniziò a correre.
Salí sul treno e quasi gli rimaneva incastrato lo zaino tra le porte.
Il treno era tutto pieno e fu costretto a stare in piedi, vicino al finestrino. Dopo qualche minuto notò che sulla porta del treno, nella parte di vetro, un po' appannata per essere appena uscita dalla galleria, si formarono delle lettere, poi delle parole, e infine una frase:Vai in biblioteca. Mettiti al solito posto, quello del libro Shadowhunters che mi piaceva tanto. Troverai anche un panino con prosciutto e maionese. Il tuo preferito.
Preso dal panico cancellò quello che aveva appena letto e alla fermata dopo, che era anche la sua (abitava vicino alla biblioteca), iniziò a correre.
Entrò in biblioteca, salutò la bibliotecaria, Maria, una donna molto severa con gli adolescenti ma molto buona con i bambini, e si diresse al secondo ed ultimo piano e andò al posto che gli era stato indicato: la zona della saga del libro Shadowhunters e si sedette sulle sedie del tavolino per due persone più isolato di tutti, quello all'angolo, dove ci andava sempre con la sorella. Si sedette e magicamente comparvero il panino con prosciutto e maionese e una bottiglietta di Coca Cola Zero.
Iniziò a mangiare.
Mentre masticava l'ultimo boccone, apparve di fianco a lui Jessika, e quasi si strozzò.
-Ma sei scema quasi mi uccidi?!- disse Alex un po' ad alta voce.
Jessika rideva.
-Ragazzino! Silenzio sei in biblioteca!- disse una signora che stava dando ripetizioni ad un bambino delle elementari.
-Mi scusi...- rispose Alex un po' in imbarazzo -Mi hai sempre fatto fare figuracce a questo tavolino- mentre diceva queste parole gli scappò un sorriso.
Jessika lo abbracciò. Lui ricambiò.
-Mi mancava abbracciarti...- disse Jessy.
-A me mancavi proprio tu- rispose Alex -ma come fai ad abbracciarmi? I fantasmi non possono toccare cose o persone o animali...- continuò Alex.
Jessika si staccò -Ehm...in teoria non potremmo...ma che ne dici se iniziamo a cercare?- la ragazza cercò di cambiare argomento.
-Mi stai nascondendo troppe cose...- continuò il ragazzo cercando di scoprire qualcosa di più sul fantasma di sua sorella, ma questo si limitò ad abbassare lo sguardo e a stringere i pugni sulle ginocchia -va beh, quando potrai me lo dirai. Promesso?-
Jessika annuì.
-Dai- disse Alex -Cominciamo...dove e cosa devo guardare esattamente?- chiese un po' confuso.
Jessika battè le mani e un libro gigante cadde sul tavolo, che tremò.
-Ragazzo! Adesso vado a chiamare la bibliotecaria!- disse la stessa signora di prima, ma con fare più aggressivo e minaccioso.
Alex non rispose, si limitò a guardare la sorella e bisbigliare -Se non fossi già morta ti avrei ucciso io J!-
-Ahah scusa fratellone...-
-Questo cos'è?- chiese Alex incuriosito da quel macigno.
-Un "libro"- disse Jessika facendo il segno delle virgolette mentre diceva la parola libro.
-Che vuoi dire con "libro"- fece la stessa cosa il ragazzo.
A quel punto J aprí quello che pareva essere un libro, ma in realtà era una scatola, contenente un sacco di video cassette. Una in particolare colpí Alex:I 18 anni del piccolo grande Alex
By J
TI VOGLIO TANTO BENE FRATELLONE-È questa che devo vedere? Vero?- disse lui.
Jessika annuì.
-Ma come faccio a vederla? Dovrei avere la videocamera qui e...- Alex non fece neanche in tempo a finire la frase che Jessika gli aveva strappato la videocassetta dalle mani, aveva girato il "libro" e aveva infilato quella mini scatolina in un buchino situato nel lato destro di quella montagna.
Il video partiva con una frase:A te, che mi hai sopportato per 14 anni e mezzo della tua vita.
A te, che sei riuscito a farmi capire le equazioni e le disequazioni.
A te, e soltato a te, l'unica persona alla quale io abbia detto qualsiasi cosa mi accadesse.
Ti voglio un bene dell'anima fratellone.
Sei il mio guru, la mia guida.
Se non avessi avuto un fratello maggiore, magari, adesso sarei morta, uccisa da qualcuno che mi voleva male, ma grazie a te sono ancora viva. Grazie alla tua protezione. Continua a proteggermi, perché io, della tua protezione, ne ho bisogno.
Scusa se non sono riuscita a farti un regalo, sono in castigo, niente paghetta per un mese. Spero che il video ti piaccia.
SEI IL MIO EROE GUARDIANO, ALEXANDER RUSSI.Sotto queste parole apparivano e scomparivano immagini di loro due, insieme, che si abbracciavano e si coccolavano come mai nessun fratello e nessuna sorella avrebbe fatto.
Alex stava piangendo. Non se ne rese conto fino a che Jessika non gli porse un fazzoletto, tutto ricamato, con le iniziali A.R. sporco di sangue incrostato.
-Ma...questo è...- Alex era abbastanza scioccato.
-Si. È lui...- disse Jessika -Prendilo...è tuo-
-Credevo di averlo perso o che mamma lo avesse buttato...- risposte Alex.
-No...me lo sono portata con me...era l'unico ricordo che avevo della persona più importante della mia vita- disse lei con gli occhi lucidi -ma ora continua a guardare il video-
Lui annuì e sorrise.
Nel video era ripresa tutta la serata passata insieme senza genitori, con Mandy e Casper.
-Eravamo tutti così felici...- commentò Jessika.
-Già...- le rispose Alex.
Ad un certo punto, nel video, si sentono delle persone litigare. Alex e Jessika. Alex stava dicendo -Si certo adesso solo perché non hai ricevuto la paghetta per un mese non mi hai fatto il regalo! Si certo inventa altre scuse Jessika!- e lei aveva risposto con una semplice frase
-Vorrei non averti mai avuto come fratello!- ed entrambi si erano chiusi la porta delle rispettive camere alle spalle. Lasciando la videocamera a riprendere.
-Mi dispiace di averti detto quella frase prima di...- Jessika venne interrotta.
-Sht...è colpa mia. Sono stato io l'egoista. È stata colpa mia se sei finita in castigo. Avrei dovuto coprirti invece di andarmene ad una festa con Mandy-
Mentre i due si guardavano negli occhi, il video continuava e ad un certo punto si vede qualcuno andare in direzione del bagno.
-J! Guarda!- esclamò Alex.
Mentre Jessika si girava per guardare lo schermo ad Alex arrivò un libro in testa.
-Ahia!- disse.
-Ho detto SHHTTT!- bisbigliò la signora.
Jessika disse al fratello -Alex...-
-Cosa?- disse lui.
-Quella è...-
-Mandy.- continuó il ragazzo -Ma che ci andava a fare Mandy in bagno a quell'ora?-
-Guarda, anche Casper sta andando in bagno- disse Jessika girandosi verso il fratello.
-Ma che diavolo sta succedendo?...- chiese Alex molto confuso.
-Non lo so- disse lei -Ma guarda- continuò -Dopo un paio di ore vado anche io in direzione del bagno...-
-E dopo un paio di minuti loro ritornano alla vista della telecamera. Mandy viene in camera mia e Casper va nella tua...-disse Alex.
-Non possono essere stati loro. Non avrebbe nessun senso. Casper mi amava e Mandy amava te ed era la mia migliore amica. Perché mai avrebbero voluto uccidermi?- chiese Jessika mettendosi le mani nei capelli.
-Non lo so...che poi da quel lato c'erano le scale che portavano di sotto, in cucina e in salotto, magari sono andati li- disse Alex.
-Porta i video alla polizia. Domani. Tanto non hai lezione- disse Jessika con fare deciso ma non sicuro di sè.
-È vero. Domani non c'è il professore, ma cosa dovrei dire alla polizia?- chiese il ragazzo.
-Che sei andato in camera mia perché ti mancavo e frugando tra le mie vecchie cose hai trovato questa cassetta, ma che non sai cosa ci sia dentro. Digli di guardare e che vuoi vedere anche tu. E poi lasciagli fare il loro lavoro- Jessika sembrava molto più matura quando parlava in modo così serio.
-Giusto. Sono prove fondamentali, non possono fare finta di niente. Ora andiamo. Mamma ci asp...mi aspetta a casa...- disse Alex.
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Come sono morta?
Gizem / GerilimQuesta è la storia di come sono morta. O meglio, della mia vita dopo essere morta. Ma per farvi capire, forse è meglio partire dal principio. Mi chiamo Jessika, per gli amici Jessy, per mio fratello J. Sono bassa, non molto carina e maldestra. Quell...