-Cosa ci fate voi qui?-
-Neanche un saluto o un "come state ragazzi grazie di essere quasi morti per salvarmi!"-
-Non mi sei mancata per niente Lia.-
-Enea...- disse Amatis con un fil di voce. Non aveva mai visto suo fratello in quello stato. Aveva i vestiti tutti strappati, della maglietta non c'era quasi più traccia e sul suo corpo, oltre ad essere ricoperto di terra e polvere, c'erano dei segni e dei lividi, come se avesse fatto a botte con qualcuno.
-Jas...- solo in quel momento Enea si accorse di Jessika -Che le è successo?-
-Non lo sappiamo esattamente ma...ha bisogno di aiuto.- disse il suo amico.
Amatis prese la chiave dalla tasca della felpa di Jessika e aprì la cella del fratello. Stava per entrare quando lui disse -No. Non entrare. Sono incatenato e se qualcuno prova a toccare le catene prende la scossa. Anche se la tiro soltanto per provare a liberarmi.-
-Ma dobbiamo farti uscire da qui!- disse lei.
-E io non voglio vedere il vostro cadavere.- rispose il ragazzo.
-Uno ce lo hai già davanti.- affermò Jason.
-Cosa?- disse Amelia con un filo di voce.
-Jessika. Sta morendo.- dichiarò Carl.
-Dobbiamo sbrigarci- concluse Amelia -Come facciamo a farlo uscire da qui?-
-Non lo so l'unica con le idee geniali è Jessika- disse Jason.
I quattro si guardarono per un po', fino a che Amatis disse -Proviamo a pensare come lei.-
-Ovvero?- chiese Jason.
-Come una che farebbe di tutto pur di scoprire la verità e salvare le persone a cui tiene.- disse Amelia tirando via le parole di bocca ad Amatis.
-Quindi cosa pensi di fare?- chiese Carl.
-Entrare nella cella e distruggere le catene ai polsi di Enea.- propose decisa Amatis.
-Io ci sto- annuì Amelia.
-Io non voglio che lo facciate- intervenne Enea.
-Enea perché no? Io ho bisogno di te. Chi mi aiuterà con le consegne il sabato sera quando Carl avrà il turno serale in biblioteca e mio padre sarà malato? Chi mi aiuterà con gli incantesimi? Tu sei l'unico che può salvare Jessika e tu sei l'unico che può salvare tutti noi. Ti prego fatti aiutare.- lo supplicò Jason.
-Portatela via. In una cella qualsiasi, ma portatela via.- disse Enea come se sapesse cosa fare.
-Non "respira" più.- dichiarò Carl.
-Allora muovetevi. Qui ad aiutarmi dovranno restare solo Jason e Carl. Voi due andatevene.-
-Ma Enea- iniziò Amatis.
-Amatis. Va'.- le rispose il fratello interrompendola.
Le ragazze presero Jessika come prima avevano fatto i due ragazzi e la portarono nella cella 314. Era una delle celle più in alto di tutta la struttura. Aveva una finestra, un letto comodo, un tavolo con una sedia, c'era una piccola libreria piena di libri. Sembrava, più che una cella di una prigione, una stanza d'albergo per una persona. Come se qualcuno volesse fare una vacanza in un luogo tetro e invisitabile. Come se quel qualcuno volesse stare da solo, lontano da tutti, senza essere trovato perché l'unica sua compagna di avventura era la solitudine. Lia e Am adagiarono la loro amica sul letto e le scostarono alcune ciocche di capelli sudate dalla fronte.
In contemporanea Jason e Carl cercavano un modo di liberare Enea senza fargli del male.
-Ragazzi, dovete tirare. Anche se vi dirò di smettere dovete andare avanti. E' l'unico modo per uscirne vivi.- disse l'interessato.
-Vivi? Ti ricordo che se non fosse per Corteus a quest'ora noi saremmo legati a queste catene con te.- sbraitò Jason.
-Appunto ma questo non è successo. Quindi ora tirate 'ste maledettissime catene e fatemi uscire da qui! Sono stufo di stare seduto o in ginocchio per terra. Le mie gambe perfette non sono state fatte per essere inutilizzate.-
-A me mi mancavi da morire amico mio!- disse Jason.
-La forma grammaticale corretta sarebbe "mi mancavi da morire amico mio" o "a me mancavi da morire amico mio"- lo corresse Carl facendogli alzare gli occhi al cielo.
-Anche voi mi mancavate. Ma ora tiratemi fuori da qui.- disse Enea con un sorriso.
I due ragazzi iniziarono a tirare le catene e Enea iniziò ad urlare di dolore perché quel metallo gli stava perforando i polsi, ma fece cenno ai suoi amici di continuare a tirare e di non mollare che lui avrebbe resistito. Lui ce l'avrebbe fatta. Lui doveva salvare Jessika. E fu proprio questo pensiero che lo fece rimanere cosciente, dopo che con tutta la sua forza iniziò a tirare nel senso opposto di quello degli altri due, in modo da aiutarli.
-Ce l'abbiamo fatta! Enea sei libero!- urlò felice Jason.
Enea ancora col fiatone disse -Si. E ora andiamo a salvare Jessika. In che cella saranno andate?-
-Nella 314.- disse il suo amico muscoloso.
-Come fai a...?- chiese Enea lasciando la domanda incompleta sapendo che i suoi amici l'avrebbero capito.
-Corteus.- rispose l'amico intelligente.
-Ah...- il ragazzo annuì e insieme ai suoi amici iniziò a correre su per le scale, fino ad arrivare nel posto in cui volevano arrivare. Rimasero meravigliati da quella stanza, ma appena videro Jessika sdraiata sul letto, immobile e con la fronte grondante di sudore, le si precipitarono vicino.
-Allontanatevi un po'.- disse Enea con voce leggermente tremante -Ho bisogno di spazio.-
-Sai quello che fai?- chiese Jason.
-Non esattamente...ma ci posso sempre provare.-
-Quindi potresti essere tu la causa della sua morte.- disse Amelia.
-Un po' di fiducia per favore!-
A quel punto erano tutti in silenzio ed Enea aveva posizionato le mani, unite, con il palmo rivolto verso il petto di Jessika, dove c'era il cuore.
Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi, concentrandosi -E' molto debole. Questo posto non le fa bene. Proprio per niente.-
-Ma la puoi salvare, vero?- chiese Amelia.
-Credo di si.-
-Forse dovresti sapere cosa le è successo. Cosa l'ha ridotta così.- disse Carl.
-Sht...è viva! A modo nostro ma è viva. Si può salvare. Devo solo capire come...Si può sapere cosa diavolo è successo là sotto?- chiese Enea girandosi e ascoltando la spiegazione dettagliata di Carl.
Collegò ogni cosa.
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Come sono morta?
Mystery / ThrillerQuesta è la storia di come sono morta. O meglio, della mia vita dopo essere morta. Ma per farvi capire, forse è meglio partire dal principio. Mi chiamo Jessika, per gli amici Jessy, per mio fratello J. Sono bassa, non molto carina e maldestra. Quell...