Capitolo 14: Barriera Anti-Tocco

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-C-che significa...- chiese Jessika tentennante se rovinare il momento aprendo bocca o rimanere nel dubbio tacendo.
-I-io non lo so...è stato...diverso dagli altri...- disse Enea a pochi centimetri dalla faccia di Jessika.
-C-Che vuoi dire...- chiese lei.
-Che ho...provato qualcosa...era da tanto che lo volevo fare...ma ora che ho ottenuto quello che volevo, ne voglio ancora...-
-A-ancora...- chiese Jessika, osando.
-Si...sempre dalla stessa persona...-
-Q-quindi d-da...-
-Si...da te-
Erano sul punto di baciarsi di nuovo ma una voce li interruppe facendoli sobbalzare e allontanarsi almeno di un metro l'uno dall'altra.
-Cosa state facendo voi due?- tuonò Lylian.
-Lylian, salve- le rispose Enea -Che piacere rivederla. Ha cambiato taglio? Le dona molto- detto questo prese la mano della vecchia signora e le lasciò un leggero bacio da galantuomo.
-Se ne vada nel suo dormitorio e lei signorina Russi entri nella sua stanza- sbraitò Lylian.
-Si...- Jessika stava entrando nella sua stanza ma prima di chiudersela alle spalle, si girò per guardare in quegli occhi verdi.
Lui la stava fissando mentre Lylian aspettava che Jessika entrasse.
-Ciao Jes- disse Enea ad un tratto -Ci vediamo domani in classe-
-S-si...a-a domani- rispose lei sorridendo prima di chiudere, finalmente, la porta.
-Beh io vado, arrivederci Lylian- disse Enea un po' teso, sapendo che la donna non lo avrebbe mai lasciato andare senza avergli chiesto cosa stava succedendo tra lui e Jessika prima che lei arrivasse.
-Enea Jonson, il rubacuori dei rubacuori, che sceglie di infrangere le leggi dell'Istituto con una come Jessika Russi...che strana generazione- Lylian espose la sua teoria, facendo alterare Enea, che a stento teneva la rabbia. Ma, fortunatamente parlò con calma -Della mia vita privata, non sono affari suoi e se la devo proprio dire tutta, nel regolamento c'è scritto che non si può fare sesso e noi, non lo abbiamo fatto-
Detto questo si allontanò dalla donna e si diresse nel suo dormitorio, cercando di prendere sonno, ma con scarsi risultati. Continuava a pensare a quel bacio, a quella strana sensazione che aveva provato.
Anche Jessika non riusciva a dormire. Era nel suo letto, che guardava la sveglia sul comodino, che segnava le 3:42, e anche lei pensava a quel bacio. Pensava alle parole con cui Enea si era espresso e una domanda, la stava tormentando: era sincero?

Le 7:00 di mattina non tardarono ad arrivare, così tutti gli studenti, iniziarono a prepararsi per quell'inizio settimana di lezioni.
-Oddio Jessika fai spavento!-
-Grazie Am davvero gentile-
-Hai dormito?-
-No Lia non ho dormito! Ma la smettete?! Scusate non volevo ma oggi non è giornata...poi devo tornare da mio fratello e devo inventarmi una scusa per la mia scomparsa di una settimana-
Amatis e Amelia abbracciarono la loro amica, che ricambiò il loro gesto, ma dopo qualche secondo, qualcuno bussò alla porta.
-Chi è?- chiese Amatis
-Am? Sono io, Carl...posso entrare?-
-Ehm...c-certo!- rispose Amatis, diventando leggermente rossa in viso.
Carl aprì la porta ma non era solo. Dietro di lui c'erano Jason ed Enea che entrarono nella stanza.
-J-Jason? C-Che ci fai t-tu qui?- Amelia era rossa come un peperone.
-Ciao! In realtà volevamo percorrere il tragitto insieme a voi per evitare che arrivaste in ritardo come l'altro giorno-
-Ahw che gentili che siete!- esclamò Amatis abbracciando Carl.
Enea e Jessika non parlarono. Rimasero in silenzio per tutto il tempo, senza nemmeno guardarsi.
Arrivarono al pullman e Jessika e Amelia si sedettero vicine, mentre Amatis si sedette vicino a quello sembrava essere il suo ragazzo. Enea e Jason erano seduti dietro alle due ragazze.
-Jessy, Enea ti fissa- bisbigliò Amelia.
-C-Che?-
-Si! Guarda! Fai finta di specchiarti con il cellulare e guarda dietro-
Jessika lo fece. Amelia aveva ragione. Enea la stava fissando. Ma perché?
-Che è successo? Sei strano amico- bisbigliò invece Jason ad Enea.
-Niente. Sono solo stanco- rispose lui.
-Stanco perché non hai dormito o stanco perché hai pensato troppo?- insistette Jason.
-Che vuoi dire?- chiese Enea scocciato.
-Sai che voglio dire-
-No non lo so!-
-Che è successo con la Russi?-
-Con Jessika? Niente! Cosa dovrebbe essere successo?- chiese Enea irrigidendo i muscoli, cosa che non passò inosservata al suo amico.
-Okay...quando vorrai ammettere che ti piace sai a chi rivolgerti-
-Cosa?! A me non piace!-
-Ah ah certo. Davvero amico ti credo-
-Uff...credi a quello che vuoi-
E se avesse ragione lui? No! Impossibile! Quel bacio mi ha confuso. Anzi no! Io so che non sono uno da relazione. Devo metterlo in chiaro prima che Jessika si illuda. Pensò Enea mentre scendeva dal pullman e si dirigeva in classe con i suoi amici.

Come sono morta?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora