Capitolo 4

1.1K 96 34
                                    

Fortunatamente, la notte di (NM) non fu agitata, quello su Mary Jane Kelly pareva essere l'ultimo di una lunga serie di incubi abominevoli.
Si sentiva un mostro, come se quelle donne fossero morte solo perché erano comparse nei suoi sogni.

«Io sono una cattiva persona?» si chiese in un sussurro, tirandosi su con il busto. Erano appena le otto di mattina e lei era sveglia, in quella stanza che non aveva nulla a che vedere con lei. Il camino era acceso e fuori dalla finestra nevicava piuttosto forte.

Insomma, una bella giornata.

L'ultima cosa che la stessa (NM) cercava era lui, dopo il discorso che aveva fatto il giorno prima non sapeva bene cosa pensare del nobile Vanitas. Prima era gentile e socievole e dopo sembrava quasi ossessionato da lei.
Non lo capiva proprio, non riusciva ad entrarle in testa il suo schema caratteriale.

«Se gli esseri umani sono tutti così fanno proprio schifo.» disse, alzandosi e notando che quell'uomo le aveva lasciato da cambiarsi, rendendolo -ai suoi occhi- ancora più depravato e ossessivo di quel non fosse già.

L'abito era di candido e con la gonna larga, decorato con dei/delle meravigliosi/e (FP)
Appena lo vide, alla ragazza andò la saliva di traverso. Seriamente si aspettava che indossasse qualcosa di così complicato ed elegante? Lei, che era una ragazza borghese?
Ora che ci pensava, si chiedeva se i nobili potessero accettare l'umile figlia di un orologiaio.

(NM) non ci mise molto a indossare l'abito, che le pareva fin troppo esagerato, e uscì dalla stanza con cautela, per paura di incontrare in certo nobile.

«Oh, buongiorno!» la salutò Vanitas, che era appena fuori dalla porta come se la stesse aspettando. Era raggiante, felice come una pasqua alla vista della sua promessa sposa, e lo divenne ancora di più quando la vide con indosso l'abito che le aveva regalato. «Ti piace? Sfortunatamente sono costretto a darti dei vestiti di mia sorella minore, ma ne sto facendo confezionare uno per te.»

(NM) si ritrasse vedendo l'uomo che camminava verso di lei, non essendo abbastanza in confidenza. Non voleva vederlo, non in quel momento.
«Non è necessario, Duca. Confezionare dei vestiti per me mi pare uno spreco di stoffa. Anche se ad essere sincera mi dà un po' fastidio indossare i vestiti della Duchessa vostra sorella. Non vorrei si offendesse.»

«Sciocchezze! Mia sorella non li indossa più da anni, probabilmente non si ricorda neanche di averli! E poi a te vanno benissimo, anche se li abbiamo dovuti modificare un po', non avete la stessa taglia.» rispose lui, portandosi una mano al mento alla fine della frase. Lei lo guardò storto appena sentita la parola "taglia".

«Duca, avete appena insinuato che abbia un corpo troppo... formoso?» chiese, venendo prontamente ignorata dal nobile, a cui non interessava particolarmente sentire una donna lamentarsi della corporatura. C'era già la sorella che lo stressava con il peso e stupidaggini varie, non aveva bisogno anche della promessa sposa.

Lui le fece segno di seguirlo e si incamminarono verso la sala da pranzo, dove avrebbero consumato la colazione.
Da che aveva ricordi, la ragazza non aveva mai fatto una colazione come quella da nobile ed era sinceramente curiosa riguardo a quali cose deliziose avrebbe assaporato.

«Parlando d'altro, martedì ci sarà una specie di festa. Neanche, arriverà solo mia sorella minore con la sua famiglia. Ti va di partecipare? Se non vuoi non c'è problema.» le propose, guardandola con quei suoi dannati occhi blu che non le piacevano per niente.

Lei ci rifletté velocemente, un po' indecisa. Insomma, conoscere la sorella così presto le sembrava azzardato. Non erano fidanzati neanche da ventiquattro ore e già le proponeva di conoscere la sua futura cognata.

«Confido nella tua presenza.» disse lui, ancor prima che la ragazza potesse rispondere. «L'abito sarà pronto per questa settimana, vorrei indossassi quello, amore.» concluse, sottolineando la parola -o meglio, il nomignolo- "amore".

Le sembrava un insulto.
Non erano innamorati, il loro era un matrimonio di convenienza e non aveva nulla a che fare con l'amore.
(NM) volle rispondere nel modo più rispettoso e formale possibile, soprattutto per sottolineare la distanza che c'era tra di loro, l'abisso che li separava. Prima che potesse aprir bocca, però, il Duca le cinse le delicate spalle e la avvicinò, postandole un bacio innocente sulle tempie.

Le ci vollero pochi secondi per capire cosa successe, facendola arrossire vistosamente come una qualsiasi donna dell'epoca al contatto fisico fuori dal matrimonio. O almeno la maggior parte.
Iniziò a balbettare qualcosa di confuso e incomprensibile che il nobile non capì, come la reazione stessa della promessa.

«Mica hai la febbre?» chiese, liberando la mano dal guanto nero e posandola sulla fronte della ragazza, spostando la frangetta.
A lui sembrava una cosa assolutamente normale, dopotutto si era innamorato di lei e sentiva come di avere il diritto di scambiare effusioni con la donna che amava.

«Tranquilla, dopotutto mancano solo tre mesi, poi saremmo sposati.» disse, rimettendosi il guanto e ricominciando a camminare verso la sala da pranzo.

----

Yahoo! Bello vedervi~
Vi giuro, ci ho messo tipo una vita a scrivere, soprattutto perché devo riordinare le idee. T_T

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia rese allegre, siccome io sono piuttosto stressata.
Ho litigato con il mio ex. Abbiamo risolto, ma è comunque stronzo. -_-

Comunque, ho trovato una foto che mi ha fatto ridere per mezz'ora buona.
Vi giuro, penso di aver smesso di respirare ad un certo punto.

Midnight Circus [Yandere! Vanitas X Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora