Capitolo 32

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I tre grandi elementi che governano il mondo non sono mai stati del tutto benevoli o maligni, a differenza degli eroi delle fiabe. Creature effimere e contorte, di cui non puoi pretendere le mosse. Un'eterna partita a scacchi dove nessuno esce vincitore.

Anima, Spirito e Corpo.

Ciò che governa il mondo e che dà origine agli umani non possono che essere quelle tre presenze. Ciò che rende l'essere umano ciò che in realtà è, una creatura fatta di ossessione, pazzia e ideali.

Spirito era la pazzia, la violenza nella sua forma più pura e contorta. La libertà di esprimersi e di vivere, senza catene e concentrandosi con ottimismo sul futuro. Una bellezza meschina, senza Dio, che inganna gli uomini per mangiare i loro fegati e i loro cuori.

Anima era l'amore, l'ossessione per l'oggetto del desiderio. L'eleganza e la raffinatezza che caratterizzano l'uomo. Era la purezza nel cuore e la cavalleria del nobiluomo, che a spada tratta difende la propria principessa. Era il male, ciò che spingeva a compiere delitti per la donna per cui si aveva perso il cuore.

Corpo era gli ideali, la sincerità che doveva essere alla base di ogni cosa. La schiettezza di chi non ha paura di dire la verità e il coraggio di chi non ha nulla da nascondere. Era ciò che spinge l'uomo a realizzare i suoi obiettivi e l'orgoglio che caratterizza chi è riuscito nella sua impresa. L'esibizionismo di chi ha fatto del bene.

Quando Anima si invaghì di Spirito il mondo iniziò a crollare. Più lui la voleva e più lei si allontanava​, più lui la desiderava e più lei gli faceva intuire che non sarebbe mai stata sua. In un rettilineo infinito dove, ogni qualvolta che lui era ad un passo dal raggiungerla, lei si allontanava in una mossa fugace come un alito di vento.
E lui, le promise a malincuore che l'avrebbe resa sua, in quella vita o in quelle successive. A qualsiasi costo.

•••

La giovane donna aveva i capelli rossi, raccolti in un'acconciatura elaborata e il viso coperto da un sottile velo bianco. Percorreva la navata della piccola chiesa scozzese, i cui banchi erano vuoti. C'erano solo lei, vestita di un abito bianco come la neve, un sacerdote e il suo amato Lewis che l'aspettava.
Era così, così bella che le larve di vedere gli occhi dello sposo illuminarsi.

Appena giunse all'altare, le mani vennero prese dolcemente da lui che la guardava sorridendo. Era il giorno più bello della sua vita, tutto era perfetto come in uno dei racconti dei fratelli Grimm.
L'uomo con il colletto bianco iniziò a recitare quella formula che oramai conosceva a memoria, dati tutti i matrimoni che aveva celebrato nei suoi sessant'anni, tanto che non si accorse nemmeno di essere arrivato alla fine.

«Lo voglio.» disse lui, con voce melliflua. E lo sguardo della rossa, poco prima di preoccupazione e malinconia, di paura di vedere il padre irrompere nel luogo di culto, si trasformò in un'espressione incredula. Qualcosa non stava andando per il verso giusto e lei lo sapeva, ma non ci volle credere. Dopotutto era il loro matrimonio da favola.

Purtroppo per lei, Lorina Charlotte non aveva mai creduto nelle favole.

Magdalena Gruber stava ancora pensando alle parole di Lorina Charlotte in mezzo a quel corridoio freddo. Ormai la donna dai capelli rossi aveva alzato i tacchi degli stivali da parecchi minuti, ma la giovane donna si rifiutava di raggiungere gli altri Incubi.

Aveva avuto la fortuna -forse si sarebbe dovuta definire sfortuna, dato il carattere del diretto interessato- di conoscere di persona Aleksander è sapeva che non avevano nulla da temere. Non era un uomo violento, eccezion fatta per la lingua più tagliente di un coltellino svizzero.

(NM) e Vanitas erano al sicuro, non era un tipo avventato o impulsivo, anzi, a volte pensava fin troppo per i gusti suoi e di Lorina Charlotte.

La (CC) era appoggiata debolmente alla parete bordeaux del corridoio e portò la mano destra nel vestito per prendere un ciondolo d'oro, a forma di cuore, nascosto con strategica cura sotto la stoffa che aveva indosso e lo strinse talmente forte da far diventare le nocche bianche, portandoselo vicino al cuore.

«Tobias...» sussurrò debolmente, lasciando che qualche lacrima le rigasse il viso.

Non lo avrebbe dimenticato, neanche se ciò avrebbe significato la sua morte, perché nulla era più forte dell'amore, o almeno era ciò che pensava lei. Non sapeva cosa fosse successo a Lorina, ma sapeva che lei non doveva farsi coinvolgere. Il passato era passato.

Si fece forza e rimise il ciondolo nel suo piccolo nascondiglio, se così si poteva definire. Si asciugò con il palmo della mano le piccole gocce d'acqua salata che stavano cadendo dagli occhi blu.
Non poteva permettersi un momento di debolezza. Era una tedesca, e i tedeschi non erano mai state persone che si lasciavano ostacolare dalle emozioni. Per niente!

Avrebbe salvato Florian, non le importava a quale prezzo. Erano amici, dopotutto.
Quella parola le fece venire una tale nostalgia che poteva essere paragonata solo a quella di una vedova che ripensa al marito, deceduto da anni.

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Il capitolo è piuttosto corto e noioso e non sono apparsi i nostri protagonisti, ma abbiate pazienza. Questo capitolo è piuttosto importante per la trama della trilogia, soprattutto perché spiega una parte non poco importante.

Nel prossimo capitolo vi prometto che appariranno, soprattutto perché i protagonisti sono loro. Lol
Anche se è noioso come una lezione di matematica alla prima ora del lunedì, ditemi cosa ne pensate.

Midnight Circus [Yandere! Vanitas X Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora