I corridoi del Midnight Circus erano bui, decaduti e antichi, nulla a che vedere con il palcoscenico nuovo e sgargiante di novità. Inquietante e carino allo stesso tempo come una scatola di giocattoli rotti.
Tappezzati da carta da parati bordeaux e pavimenti in legno scuro, arazzi fatti a mano e quadri inquietanti erano stati appesi alle mura.(NM) provava una strana nostalgia, come se tutto ciò lo avesse già visto da qualche parte, ma non ricordava nulla. Appoggiata alla parete, disperata e impaurita, non sapeva minimamente cosa fare.
Aveva paura delle reazioni di Vanitas, di cosa avrebbe potuto fare non appena l'avrebbe vista.Aveva visto che aveva avuto una reazione controllata, calma, accettando la cosa con passiva indifferenza, ma era anche un nobile ed era stato educato ad un comportamento elegante davanti agli altri, ma aveva paura comunque di ciò che avrebbe potuto farle.
Non poteva dire nulla, le parole della donne erano solo rumore.
Era normale, per lei.
Era cresciuta provando paura, prima per loro e dopo per lo Squartatore di Whitechapel. Credeva di meritarselo, la poveretta, credeva che fosse tutta colpa sua.«Su, piccolina, va tutto bene.»
D'improvviso non era più in un tetro corridoio del Midnight Circus, bensì in una stanza completamente azzurra.
Nel pavimento erano incastrati gli ingranaggi di un orologio ed era ricoperto d'acqua, con persino dei pesci candidi che nuotavano.
Le mura erano blu notte, con dei piccoli puntini bianchi che erano le stelle, un altro orologio era lì appeso. Al centro, un pianoforte nero.(NM) era seduta sulle ginocchia di un uomo, molto più grande di lei, dai capelli scuri che gli coprivano gli occhi. La teneva dolcemente sulle gambe, in un gesto tenero e innocente. Le dita premevano sui tasti del pianoforte, creando una melodia le cui note prendevano forma in quella stanza magica.
«Di cos'hai paura?» chiese.
Sentiva di potersi fidare di lui, come se lo conoscesse da una vita. Percepiva un senso di protezione tra le due braccia, con la schiena appoggiata al suo busto e si lasciò andare, posando la testa sulla sua spalla coperta dalla giacca da fumo.
Quella melodia la tranquillizzava, lui la tranquillizzava. Si sentiva amata, in quel momento.Da quella posizione sentiva il suo respiro regolare e sentiva il suo odore. Era totalmente calma, si sentiva a casa e con una persona che l'amava. Lo conosceva da sempre, lo sapeva, ma non era a conoscenza della sua identità e decise che doveva scoprirlo al più presto. Prima o poi.
«Di tutto, credo. Di Vanitas e la sua gelosia, del figlio che avrò da lui, di Scilla e di Cariddi, della mia malattia, di me stessa e, soprattutto, di essere stata maledetta. Io vedo cose che gli altri non vedono. Insomma, Mary Jane Kelly è morta perché io l'ho sognata come le altre? Sai, a volte penso che mio padre mi odi perché non gli somiglio e perché mamma con me è fin troppo protettiva. A volte penso che tutti mi odino, perché sono malata, perché sento le note di un pianoforte anche se c'è il più totale silenzio. Amo quella melodia, mi fa dimenticare di essere da sola. Mi chiedo: è davvero necessario? Cambia veramente qualcosa prendersela tanto con una ragazza che non ne può nulla?» lo guardò con quei suoi occhi (CC) che avevano incantato più di una persona.
Appena finì di parlare le luci che c'erano in acqua si spensero e calò il buio più profondo. Il pavimento sotto i loro piedi si aprì e li fece cadere cadere verso un inesorabile destino. Lei cacciò un urlo acuto, disumano come quello di una bestia.
(NM) si sentì morire.
Quando toccò il suolo sentì solo del male alle ginocchia e il cuore che le batteva all'impazzata. Non aprì gli occhi per i primi secondi, bloccata da una paura cieca. Non sapeva come fosse rimasta in vita, ma non le importava neanche tanto.Appena le tornò in mente, aprì gli occhi di scatto per ritrovarlo a pochi passi da lei, in piedi e con un mazzo di (FP) in mano. Sul volto un dolce sorriso.
L'uomo si voltò e iniziò a camminare nella direzione opposta, lasciandola da sola.«Aspetta...» disse lei con voce spezzata, allungando una mano verso di lui.
Non si fermò, anzi, non sembrava neanche che l'avesse sentita a dire il vero. La stava abbandonando a se stessa in quel lugubre corridoio da cui era partita. Sembrava non avere segni di rimorso, come se non esistesse. Semplice, fin troppo.
Lei, però, non si diede per vinta.Si alzò velocemente, combattendo contro il dolore alle ginocchia. Faceva male, ma sapeva che sarebbe stato peggio lasciarlo andare.
(NM) iniziò a correre come una forsennata, disperata come le se avessero tolto la sua unica promessa di felicità.Eppure, più lei correva e più lui di faceva lontano, come se fosse il corridoio ad allungarsi. Era in una situazione pietosa e se ne rendeva conto, fin troppo bene.
Aveva paura, quella volta. Lui aveva le risposte che cercava e lei voleva solo quello.«Aspetta! Per favore, aspettami!» urlò come una bestia.
Eppure lei non si attendeva, per quanto si fece lontano quell'uomo. Lo voleva, voleva sentire ancora quella calma e quella protezione, quella meravigliosa sensazione che aveva sentito mentre la teneva sulle sue ginocchia in modo paterno.
Continuò in questo modo finché non cadde a terra a causa di una storta alla caviglia destra.
E si trovò sul tappeto rosso, a terra come una bestia, mentre quella persona si allontanava sempre di più.Non voleva questo.
Lei doveva raggiungerlo, doveva sapere, eppure era miseramente caduta a terra e guardava il pezzo di tessuto sotto di lei.
Alzò lo sguardo e lui continuava ad avanzare, in quello che sembra un corridoio infinito, finché non sparì nell'ombra.«Ti prego, non voglio stare da sola.»
E si lasciò andare in un pianto disperato. Era rimasta da sola, di nuovo.----
Ecco a voi il nuovo capitolo.
Mi è piaciuto realmente tanto scriverlo, sapete? Cioè, siccome gli altri capitoli erano su Vanitas ora è giusto farne uno su Reader.Secondo voi chi era quell'uomo?
Tanto so che non indovinate. 🌚
Comunque, ditemi cosa ne pensate e noi ci ritroviamo nel prossimo capitolo.
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Midnight Circus [Yandere! Vanitas X Reader]
Fanfic{Yandere! Vanitas x Reader AU!} Nel quartiere londinese di Whitechapel, la famiglia (CN) va in rovina a causa dei debiti. Ormai sul lastrico e senza un centesimo, i coniugi arrivano alla conclusione che l'unico modo per ritornare in carreggiata è da...