Capitolo 28

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(NM) era ancora a terra, con le lacrime che sgorgavano libere dagli occhi (CO). Era di nuovo da sola, in quel corridoio buio. Solo la flebile luce delle candele illuminava quella parte del Midnight Circus, apparente dimenticata da Dio.

Se lo meritava.
Lei era rotta, sbagliata, senza cuore. Come poteva seriamente pensare di assassinare una persona gentile e caritatevole come Vanitas? Lui l'aveva accolta, non le aveva fatto mancare niente, era sempre stato gentile, ma allora perché sentiva come se fosse sbagliato?

In cuor suo sapeva che non era giusto, che forse doveva accettare passivamente le scelte dei genitori invece che ribellarsi. Una donna non poteva avere un futuro senza un marito, era la legge a dirlo e lei non poteva fare nulla per ribattere.

Voleva rivedere quell'uomo.
Lui aveva le risposte che cercava, lui aveva quel senso di benessere e calma che cercava da più di dieci anni, quando iniziò a vedere loro e a sentire cose che gli altri non percepivano.
Sentiva la melodia del pianoforte che si faceva strada nelle stanze, la vedeva diventare concreta.
Erano gli altri a non vedere, erano gli altri ad essere ciechi, erano gli altri che non si accorgevano delle figure nere che la circondavano.

"Me ne devo andare. Non voglio stare qui e lamentarsi serve a poco o niente." disse fra sé e sé, rialzandosi e traballando un poco per poi appoggiarsi al muro.

«(NM)!?»

La giovane borghese si sentì chiamare e si voltò, giusto in tempo per vedere Vanitas che correva verso di lei. Era delusa, voleva con tutto il cuore che fosse quell'uomo o qualcuno con le risposte alle sue domande.
Chi era lei, chi erano loro, il perché delle loro apparizioni e della sua malattia,...

Si lasciò cadere a terra, sulle ginocchia e con la testa rivolta verso il tappeto. Era ancora scossa per il momento prima e per lui, che la teneva dolcemente sulle gambe e che la faceva sentire protetta.
Vanitas, che cercò di dire qualcosa senza successo, le metteva ansia.

«No! Vattene, non voglio vedere te! Non sei tu che cerco!» gli urlò, guardandolo negli occhi blu.

Aveva paura di lui, a dire il vero. I sentimenti che provava erano contrastanti, prima apprezzava la sua presenza e poi lo odiava con tutto il cuore. Prima pensava che fosse la soluzione dei suoi mali e poi la causa degli stessi. Era gentile un momento e geloso un altro, prima la obbligò a stare a casa sua e poi le disse che voleva renderla felice.
Le sembrava impossibile che Delia avesse detto il vero.

Non era innamorato, quello non era amore, e se lo era non lo capiva. Non era ciò che leggeva nei libri, era malato e perverso e non le piaceva.
D'altro canto lei era rotta, no? Le cose che accadevano non le vedeva come gli altri. Era malata, una bestia che non meritava amore, eppure lui la voleva con sè e voleva che fosse la madre di suo figlio.

«Sta zitta e ascolta quello che ho da dire!» gridò lui.

Lei sussultò spaventata, odiava quando le persone assumevano quell'atteggiamento rude e adirato, ma non si poté lamentare.
Chiese gli occhi, temendo di ricevere uno schiaffo o quant'altro, ma si sentì avvolgere e ciò la lasciò decisamente perplessa.

Vanitas era in ginocchio che l'abbracciava in un tenero gesto, in una dichiarazione implicita d'amore. E lei, a qual punto, non poté non piangere respirando il suo profumo di Magnolia. Sentì le lacrime uscire dagli occhi (CO) davanti ad un simile gesto d'amore. Era sola, aveva paura e lui era venuto da lei a salvarla come il principe azzurro della situazione.

«Ho avuto paura. Un senso di perdizione che non puoi neanche immaginare, ho seriamente creduto fossi morta. Senza di te, anzi, senza di voi cosa avrei fatto? Tu sei il mio sole, la tua presenza illumina le mie giornate e quando ho visto quella messinscena sono riuscito a percepire solo un buio accecante. Ho bisogno di te, voglio capire cosa la tua luce può ancora far brillare. Tu sei la mia promessa di felicità, (NM).»

(NM) non si trattenne più e pianse, pianse come non ebbe mai fatto prima di quel momento. Erano parole così dolci e non si meritava tutto quello, non se lo meritava per niente, eppure stava succedendo.
Si odiava.
Delia aveva ragione, lui l'amava in un modo che neanche poteva comprendere e lei l'aveva sempre allontanato e trattato con indifferenza e acidità.

Come poteva essere stata così egoista? Lui le stava dando tutto e lei non aveva fatto nulla, neanche una carezza o un gesto gentile che fossero realmente tali. Forse aveva ragione a voler fare saltare il patto con Valentine, lei non poteva realmente cercare di assassinare un uomo che le aveva regalato non solo ogni cosa, persino la sua anima.

«Mi dispiace, Vanitas. Mi dispiace davvero tanto. Sono stata un'egoista, ho pensato solo alla mia felicità è neanche un momento a quella dei miei cari o delle persone intorno a me. È per questo che ho accettato il contratto di Lady Valentine, ho avuto paura. Cerca di capire, ero disperata.» disse tra le lacrime.

Vanitas iniziò ad accarezzarle la testa e a sussurrarle dolci e romantiche farsi per calmarla, mentre lei continuava a parlare e si era lasciata cadere tra le sue braccia, con la testa davanti alla su spalla.

Si fermò solo quando nominò l'amata sorella minore e un contratto. Era curioso, o meglio, voleva sapere cosa diavolo intendesse dire con quella frase. Cosa avrebbe potuto proporle Valentine a lei, in un momento di cieca disperazione.

«Quale contratto?» chiese.

Lei si allontanò di poco e abbassò lo sguardo. Prima o poi lo sarebbe venuto a sapere, a meno che non l'avesse ammazzato prima, e lei ormai aveva deciso di accettare la situazione e di sposarlo, di crescere loro figlio insieme, ma quella sua boccaccia avrebbe potuto rovinare ogni cosa.

Cercò di parlare, di spiegargli ogni cosa, ma le parole non accennavano ad uscire dalla sua bocca, bloccate nella gola dalla paura e dal fatto che non riusciva a formulare una frase di senso compiuto. Iniziò a balbettare, sotto lo sguardo confuso di Magdalena dietro di loro che teneva la giacca del corvino.

«Guarda un po' chi abbiamo qui! Il nostro Romeo e la sua Giulietta che si sono rincontrati. Che carini, quasi mi commuovo!»

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Ehilà!
Questo capitolo mi ha fatto venire il batticuore, vi giuro!
Vanitas è troppo dolce e forse Reader ha messo la testa a posto, la nostra piccola. Non è stupida, è solo confusa. Al suo posto cosa fareste? A parte Vanitas, intendo.

Ditemi cosa ne pensate.
Alla prossima~

Midnight Circus [Yandere! Vanitas X Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora