Capitolo 1

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20 dicembre 1888, 7. 25 PM

Vanitas non ricordava da quanto non vedeva la neve, probabilmente neanche tanto data la sua pessima memoria.
Doveva ammettere che non fremeva dalla voglia di uscire di casa con quel gelido clima, preferiva di gran lunga passare la serata sul divano bordeaux posizionato al centro della stanza nella quale si trovava, magari con un the caldo tra le mani e della buona musica.

Tuttavia, a smorzare quell'odio viscerale verso il freddo c'era una notizia appresa il giorno prima: la famiglia (CN), proprietaria di una bottega di orologi piuttosto famosa nei quartieri poveri, era caduta in disgrazia ed era sul lastrico. Erano così bisognosi di denaro che erano disposti persino a dare in sposa la figlia per rimettersi in carreggiata.

Sarebbe entrato in gioco in quel momento come il benefattore che avrebbe impedito loro di finire in strada a chiedere l'elemosina, l'eroe che avrebbe salvato la giornata con la sua benevolenza.
I coniugi (CN) non avrebbero sospettato nulla e, anche se gli fosse venuto qualche dubbio, non si sarebbero potuti lamentare.

Il ragazzo sospirò amaramente pensando alla temperatura all'esterno, poggiando una mano sul vetro della finestra ad arco e guardando in basso, facendo cadere qualche ciocca corvina sul viso.
Restò in quella posizione finché qualcuno non bussò all'uscio.

«Signore, la carrozza che stavate attendendo è pronta.» gli comunicò una domestica, vestita con la tipica uniforme ottocentesca.
L'uomo la guardò un secondo, per poi congedarla con un semplice "Grazie, Avril.", frase dopo la quale se ne andò.

Vanitas prese il cappotto nero pece riposto accuratamente sullo schienale del divanetto dinanzi al camino.
Il nobile si diresse senza esitazione fuori dal salottino, varcando la porta in mogano a grandi falcate per prendere la carrozza appena giunta all'entrata della magione.

Si sedette sui sedili in pelle nera, e tirò fuori dalla tasca l'orologio a cipolla fatto d'oro che gli aveva regalato il padre anni prima. Segnava le sette e mezza di sera.
"Sono in perfetto orario." pensò, riponendo l'oggetto nei pantaloni scuri e godendosi il viaggio.

«Signore, va tutto bene? Vi vedo distratto.» chiese d'un tratto Dante, il valletto del nobile corvino. Dai corti capelli castano chiaro e delle ciglia particolarmente lunghe sotto gli occhi. Nonostante formalmente fosse un valletto sottopagato, pareva più un tuttofare.

«Sì, va tutto bene. Stavo solo pensando a Lady (NM) (CN). L'ho osservata a lungo. La prima volta che la vidi fu un anno esatto fa, mentre ballava sotto la neve, incurante del freddo di dicembre. Mi innamorai subito di quella figura, dei suoi capelli, della sua voce,... decisi che la volevo e ora, a dodici mesi di distanza, con la neve che cade, io andrò a prenderla.» disse il Duca in un sorriso stranamente inquietante, guardando fuori dal finestrino.

Continuava a nevicare.
Non che il Duca detestasse i piccoli fiocchi di acqua congelata che cadevano, solo che preferiva le mezze stagioni. In realtà amava il cadere della neve, i fiocchi sembravano danzare in un valzer notturno finché non toccavano il suolo.
Una visione meravigliosa.

La carrozza si fermò in una delle strade principali del quartiere di Whitechapel, davanti alla piccola e ben tenuta bottega di un orologiaio.
C'era da dire che era un quartiere piuttosto vivo, nonostante fosse fortemente sconsigliato per un nobile recarsi lì, soprattutto la sera, dati gli avvenimenti che avevano scosso Londra.

Il nobile Vanitas scese dalla vettura, alitando sulle mani coperte dai guanti neri per riscaldarsi e si guardò intorno con sospetto. Non si fidava per niente, tantomeno in un quartiere con una pessima reputazione come quella che si era fatto.
Il corvino girò lo sguardo verso un manifesto appeso lì vicino, con una notizia sicuramente non indifferente alla popolazione, ma lui non si preoccupò più di tanto.

"Jack has been inactive for over a month, the identity is still a mystery."¹

«Buonasera, signor (CN)» disse Vanitas, entrando nella bottega davanti alla quale si erano fermati. Le pareti erano zeppe di orologi a muro e sugli scaffali c'erano sveglie, cipolle e altri tipi di creazioni, tutti prodotti a mano. «Ho sentito della vostra pessima condizione finanziaria. É davvero una tragedia.» continuò.

Il proprietario della fabbrica quasi saltò sulla sedia alla vista del Duca, cosa piuttosto rara data la triste fama di Whitechapel.
L'uomo si alzò e si avvicinò a quello che credeva fosse un cliente, facendo un gesto rispettoso.

«Oh, Vostra Grazia! Perdonatemi, non aspettavo una vostra visita. Comunque c'è da dire che la sfortuna ha colpito la nostra povera famiglia.» rispose, sistemandosi l'abito in un gesto disperato per essere presentabile dinanzi ad un nobile d'alto rango.

Il nobile fece un sorriso, un sorriso che non aveva nulla a che fare con le dolci espressioni che faceva quando arrivava il figlio della sorella minore alla sua magione, bensì era più simile al ghigno che fa il leone quando sa di aver vinto.

«Mi ricordo che circa sei mesi fa sono venuto a chiedervi di aggiustare un mio orologio d'argento, un cimelio appartenente ai miei nonni, e voi non avete avuto l'intenzione di farmelo pagare. Ebbene, sono venuto a ricambiare il favore. É un problema se mi accomodo dentro la vostra dimora?» chiese cortesemente, per poi vedere il borghese, agitato come non mai, rispondere con un veloce "Ovviamente!"

A Vanitas venne fatta strada verso una scala a chiocciola che conduceva ad un appartamento in perfetto stile vittoriano, posto sopra la bottega dell'orologiaio, il quale chiamò la moglie appena entrati, dicendole di mettere su un the.

Il nobile si sedette tranquillamente sul divano della sala, accavallando le gambe e mettendosi comodo come se fosse a casa propria.
I due uomini scambiarono qualche parola amichevole, le classiche chiacchiere che si facevano tra amici, o almeno fu così finché la signora (CN) non si presentò con il vassoio con le tazze e la teiera, rigorosamente del set usato per le occasioni buone.

«Cosa volevo dire? Ah, sì! Arriverò dritto al punto. Sono disposto ad aiutare la vostra famiglia a risollevarsi ed evitare la bancarotta, anche se vi chiederò qualcosa in cambio.» iniziò il Duca, posando la tazzina che aveva preso e guardando negli occhi l'orologiaio. Seguirono interminabili secondi di silenzio. «Vi chiedo vostra figlia (NM) in matrimonio.»

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1 - Traduzione: Jack lo Squartatore è inattivo da più d'un mese, l'identità é ancora un mistero.

Tadaa~ Eccomi con una nuova storia! Perfetto! Ditemi cosa ne pensate e se la devo continuare, altrimenti ne annullo la pubblicazione.

Midnight Circus [Yandere! Vanitas X Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora