Capitolo 36

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Vanitas si era chiuso la porta della stanza di (NM) alle spalle giusto pochi secondi. Diede una veloce occhiata alle due domestiche ai lati della porta, vestite con la classica uniforme vittoriana, chiedendo loro solamente se la carrozza fosse pronta.
Non appena ricevette una risposta positiva, si diresse verso l'uscio.
Era deciso a fare quella cosa che si era prefissato appena la vide, appena la guardò negli occhi. Non era più tempo dei ripensamenti, non poteva più tirarsi indietro.

•••

Magdalena Gruber, o meglio, (CN) non aveva mai amato il suo stesso modo di fare. A volte credeva di non essere capace a dare una risposta che contenesse un secco "no" e per questo motivo si trovava tra le strade di Whitechapel, con una pesante cassa di mele fresche tra le braccia. Aveva promesso di portarle a Ellen Grossman fino suo banco di frutta e verdura sulle strade del quartiere londinese.
Whitechapel era brulicante di vita a quell'ora, tra il mercato e le numerose persone che effettivamente ci abitavano. Chi urlava a gran voce per la strada per farsi pubblicità o chi si faceva spazio tra la marea di persona per comprare qualcosa.

«Magdalena! Aspetta, lascia che ti aiuti. É pesante.» disse una voce alle sue spalle.

Ella si girò, notando che il promesso sposo della figlia era dietro di lei e si era appena offerto di portarle quella casa -che, a detta della stessa austriaca, non pesava meno di dieci chilogrammi-. In effetti un poco si stupì appena vide non si aspettava di vederlo, tantomeno in quel quartiere, tanto che ebbe il serio timore che fosse successo qualcosa alla sua bambina.

«Vostra Grazia, non è necessario. Davvero. Comunque, siete venuto per parlarmi?» rispose con calma serafica.

Era davvero diversa dalla donna che incontrò, non era più una ventenne esuberante e sognatrice, bensì una donna di circa quarant'anni, calma e matura come l'adulta che, in effetti, era. I suoi occhi, blu come il mare, erano stanchi e scavati, non più vivaci e a tratti infantili.

Magdalena era stanca.
Stanca di essere in Inghilterra, stanca di essere sposata con quello che era suo marito, stanca della sua vita come moglie di un uomo della borghesia. Erano passati quasi diciotto o diciannove anni da quando aveva visto per l'ultima volta la sua Vienna, scomparsa dopo chilometri e chilometri di mare. Non ci tornò neanche nell'ottobre del 1880, quando si celebrarono i funerali del padre.

A malapena se la ricordava, la capitale austriaca. I suoi teatri, il suo romanticismo, la sua arte, quella sensazione che ti colpisce al primo impatto, la vera e unica potenza dell'impero del Kaiser.
Ballando per le strade, fermandosi in un café per un cappuccino e per leggere il giornale, tutto sembrava ricordare l'arte di Mozart, di Johann Strauss, e di Tobias von Teschen, che l'aveva incantata con il semplice atto di muovere su di un pianoforte.

«Perché siete venuto in un quartiere povero come Whitechapel? C'è per caso una motivazione dietro?» chiese, lasciando finalmente la pesante casa di legno.

Iniziarono a camminare, lei tre passi davanti a lui per fargli strada.
A malincuore, Vanitas si era abituato a vedere una ventenne sorridente e non mi una donna sulla soglia dei quarant'anni che guardava il mondo come se fosse un frutto marcio, un quadro malinconico e grigio.

La ragazza di vent'anni prima era diversa. Era esuberante, sognatrice, credeva che il suo vero amore sarebbe venuto a salvarla prima o poi da quella vita, bloccata in un matrimonio senza futuro e senza amore. Credeva che sarebbe giunto il giorno un cui l'avrebbe rivisto, ma gli anni erano passati e la speranza svanita.

«Più o meno. Volevo parlarti, Magdalena. Di quel luogo, del Midnight Circus. Di Lorina Charlotte e gli altri, anche perché ho capito ben poco.» disse il nobile, nell'ingenuità di un momento.

La (CC) si fermò di colpo, girandosi verso il nobile con uno sguardo freddo, che lo fece inchiodare seccamente nel bel mezzo del marciapiede di pietra.
"Ho fatto qualche stronzata." pensò il medico, rizzando la spina dorsale quasi stesse parlando con il fratello. A quella scena, l'austriaca iniziò a ridere di gusto, facendo ​rilassare il giovane.

Non lo avrebbe mai ammesso per orgoglio, il freddo orgoglio tedesco che si ritrovava ad avere, ma credeva che l'amata figlia avesse trovato un partito -quasi- perfetto. Se lo ricordava, quell'uomo. Si ricordava quanto la amava, da quel discorso che pronunciò nel corridoi del Midnight Circus.

«Vostra Grazia, sarebbe meglio discutere da un'altra parte. Qui è pieno di orecchie indiscrete. Consegnamo questa ad Ellen, poi andremmo a casa mia. Mio marito è dovuto andare a Manchester per affari, non tornerà prima di domani.» gli spiegò, guardandolo con il sorriso sul volto.

Ricominciarono a camminare dopo quel dialogo, o meglio, lei camminava mentre il corvino la seguiva e si guardava attorno. Sembrava un bambino, a dire il vero.
Una delle prime cose che notò fu una donna sulla sessantina, seduta su uno sgabello vicino ad uno scatolone, dal quale sentì dei rumori, l'abbaiare acuto di un piccolo canide.

Lui pensò subito a dei cani, dei piccoli e teneri cuccioli che probabilmente non potevano mantenere, così avevano deciso di regalarli o venderli. Gli venne nuovamente in mente la sua infanzia, quando voleva un cane, ma non poté prenderlo perché suo padre ne era allergico. Lo avrebbe davvero voluto, tanto che gli balenò in mente di avvicinarsi e prendere in braccio uno di quei cuccioli.

«Magdalena, a (NM) piacciono i cani?» chiese, per poi correre accanto alla donna dopo essersi reso conto​di essersi fermato troppo a guardare.
La domanda era decisamente fuori luogo, ma forse era meglio sapere se il regalo sarebbe stato apprezzato, senza rischiare di agire impulsivamente e prendere un cane che magari neanche le piaceva.

«Gliene vuoi prendere uno? Sì, o meglio, non mi pare che abbia mai detto di essergli avversa. In realtà ama gli animali di suo, comunque ti consiglio un cane da pastore o un meticcio. Sono quelli che hanno bisogno di meno cure.» rispose, pensandoci un poco su.

Vanitas continuò a camminare al fianco della borghese, la quale ridacchiava. Le somigliava davvero tanto, a volte credeva fin troppo, ma non si poteva lamentare. Dopotutto non era Dio, era un semplice essere umano e ciò non sarebbe mai cambiato.

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Ecco a voi il nuovo capitolo... in ritardo. Lo so, è solo che sto giocando a The Sims 4 e mi sta prendendo tipo un botto. Lol

Comunque, mi dispiace dirvi che la storia è, oramai, agli sgoccioli. Menomale che c'è il sequel, eh? Comunque, massimo sei o sette capitoli e poi tutto finisce. Che poi sono capace a farne ben sessanta lol.

Ho detto tutto. Ditemi cosa ne pensate, alla prossima~

Midnight Circus [Yandere! Vanitas X Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora