Capitolo 40

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«E-E non puoi fare niente? Neanche trovare i colpevoli?» chiese (NM).

Tristan e Lorina Charlotte l'avevano portata in una stanza isolata non appena ne ebbero l'occasione per parlarle in privato. In quel momento si trovava seduta al tavolo, con i gomiti sulla superficie legnosa e le mani nei capelli (CC).
Era disperata, una disperazione tale da sembrare di un altro mondo, inumana. Suo padre era appena morto, ammazzato probabilmente per questioni economiche, per quattro sterline.

«Mi dispiace, (NM). Sono briganti, difficilmente si può risalire a loro.» le spiegò Tristan.

Lo sguardo malinconico rivolto verso la sua amica d'infanzia. Non credeva possibile che la stessa bambina che giocava allegramente con lui potesse essere lì, in quelle condizioni pietose. Da sola, solo con un marito ossessionato da lei è una madre che sarebbe partita per Vienna quanto prima.
Stava per aggiungere qualcosa, avrebbe voluto realmente parlare, ma il rumore di una sedia barbaramente calciata dallo stivale di Lorina Charlotte lo frenò. La rossa, prima di aprire bocca, si mise una ciocca dei capelli dietro l'orecchio.

«Briganti? Quello è un assassinio bello e buono! Dei briganti non si farebbero scrupoli neanche a cercare dell'oro nelle mutande, figurati se non frugano nelle tasche. Suo padre aveva un orologio d'oro nel panciotto. Credi per caso che dei briganti non avrebbero messo le mani lì solo per stronzate come il rispetto? É così difficile credere all'ipotesi dell'omicidio? A qualcuno era d'intralcio e l'hanno fatto fuori. Fine del discorso.» disse acida la donna, sputando quelle parole come se fossero veleno.

Lei era tutt'altro che romantica e dotata di tatto, cosa che il biondo non apprezzava per niente. Le avrebbe detto tutto in faccia, qualsiasi cosa, peccato solo che ci fosse la sua migliore amica che aveva bisogno di lui, in quel momento.
(NM) non aveva bisogno di assistere ad un battibecco, no, aveva bisogno di aiuto e di conforto. Ciò che le dovrebbe dare il marito, insomma. Marito che probabilmente era andato ad ubriacarsi con gli amici piuttosto che stare con la moglie.

«Mia madre?» chiese la duchessa, con voce tremante.

Il biondo non poté che fare un'espressione malinconica.
Lui aveva parlato con Magdalena, l'aveva vista collassare su se stessa in quel momento, quando le dissero che non aveva più nessuno. Che le avrebbero pignorato la casa, che non avrebbe potuto fare niente perché era una donna.
Aveva sbagliato. Era un matrimonio, dovevano festeggia, eppure lui aveva rovinato tutto parlando di quel lutto, di quella barbara uccisione ai danni di un orologiaio.

«Lady Magdalena è caduta a terra dalla disperazione, poi l'hanno accompagnata in una delle sue stanze a riposare. Le ho parlato, ha detto che non si sente al sicuro e che probabilmente tornerà in Austria o andrà a Stoccarda. Attualmente, abbiamo rinvenuto solo un pugnale con lo stemma della famiglia LaBlanc sul luogo del delitto. Cercheremo tra i cavalieri che hanno servito la famiglia e controlleremo i precedenti di ognuno.»

"Patetico." pensò la rossa, seduta sul tavolo che guardava la scenetta. Lei era morta, da tanto tempo, eppure non capiva per niente la loro disperazione. Lei stava bene, era felice a modo suo, non voleva tornare in vita, anche perché quella che stava vivendo era, a modo suo, una vita. Vivere presentando spettacoli circensi fatti con le illusioni di cenere nera, vivere cercando un bambino che sarebbe potuto nascere dopo secoli o che potrebbe essere già morto e sepolto da eoni.
La rossa schioccò la lingua sul palato in un gesto meccanico, mentre era in quel groviglio di spine che erano i suoi pensieri.

«Ora che ci penso ho sentito che c'è un modo per riportare in vita i morti, ma non so se sia fattibile. É l'ambrosia, ovvero la bevanda che si ottiene con la pietra filosofale. Il problema è trovarla, la pietra. Il figlio di Animus e Spiritus che è stato benedetto da Corpus, impossibile dire chi sia.» disse.

(NM), che era rimasta col lo sguardo fisso sulla superficie legnosa del tavolo, alzò la testa per guardare l'amica incredula. C'era un modo per riportare in vita il padre, per resuscitare i morti.

Era una blasfemia, un'eresia, eppure lei lo desiderava con tutta se stessa. Il padre che aveva amato era morto, il padre che le aveva insegnato a camminare giaceva chissà dove, freddo come il ghiaccio.
Avrebbe tentato di tutto, si sarebbe aggrappata a una speranza vana, a un desiderio irrealizzabile che, senza nessuna certezza, credeva la potesse tirar fuori dal baratro in cui si era cacciata.

La porta si spalancò senza preavviso, rivelando Vanitas che, a quanto pareva, aveva corso come un disperato per arrivare da lei. La madre, Geneviève, lo aveva trattenuto fin troppo a lungo.

«(NM)! N-Non so cosa dire. Ti faccio le mie più sincere condoglianze, qualsiasi cosa succeda troverò il colpevole! So che trovare dei briganti è quasi impossibile, ma faremo del nostro meglio.» le disse, avvicinandosi e facendo sorridere la moglie.

Lorina Charlotte, però, vide ciò che l'amica non riusciva a percepire. Il peccato nascosto all'ombra della gentilezza, la macchia nera che sporca le candide ali dell'Angelo.
Lei lo conosceva bene, il suo peccato. Lo aveva visto, ma non aveva intenzione di rivelare nulla all'ignara mogliettina del Duca. Sarebbe stato lui a parlare, pagando intanto per le sue colpe, per ciò che macchiò la sua anima.

I suoi peccati non sarebbero stati impuniti.

Fine primo libro

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Già, il primo libro è finito. Che dire? Grazie a tutti coloro che sono stati con me sin dall'inizio e che sono arrivati fin qui. Oggi stesso uscirà l'epilogo, se riesco a scriverlo in tempo, altrimenti lo si rimanda a domani.

Vi ringrazio di cuore per tutto. Sì, anche voi che non votate uno straccio di capitolo, ma che leggete ogni fottuta parola. Grazie mille davvero. Per tutto.

Vi lascio, stanotte, alle 2.28 del mattino, promettendo un caloroso ringraziamento alla fine dell'epilogo.

Midnight Circus [Yandere! Vanitas X Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora