Capitolo 21

388 44 26
                                    

Chiedo scusa, ma mi prendo un momento per ringraziarvi. La storia è arrivata a 1K di visualizzazioni, quindi grazie a tutti. Anche solo dell'attenzione e ora vi lascio al capitolo.

----

Vanitas non aveva mai capito cosa ci fosse di strano nella sorella.
Insomma, lui era un giovane uomo che faceva rispettare i suoi diritti e si faceva valere nelle discussioni, non si piegava al volere altrui, e poi arrivava Valentine, che gli faceva fare tutto ciò che desiderava con il semplice utilizzo di un paio di iridi rosse come il sangue.

Fu così che il parigino si trovò in quella che somigliava più ad una sagra di paese piuttosto che ad una festa, con le bancarelle e le luci. Ciò che -in un certo qual modo- lo consolava era il fatto di non essere l'unico nobile che girava tra la folla.

Posò un secondo le iridi color zaffiro sulla ragazza che gli teneva il braccio e che aveva intrecciato le dita tra le sue. Se non fosse stata visibilmente a disagio avrebbe pensato volesse del contatto fisico.
La guardò bene, quasi volesse imprimere nelle sue memorie quel meraviglioso viso, incorniciato dai capelli (CC).

(NM) era solo pensierosa.
Non capiva perché la duchessa avesse detto loro di partecipare all'evento, soprattutto perché faceva un freddo boia, essendo l'undici gennaio.
In effetti, sin da piccola, avrebbe voluto vedere lo spettacolo con i suoi occhi e accompagnata da Tristan, siccome era un evento per gli innamorati e i due stavano insieme, perlomeno da quando avevano otto anni.

«Stai bene?» chiese il corvino, guardando il viso dell'accompagnatrice e ammirandone i tratti.

E il suo viso assunse un'espressione di pura dolcezza.
Era quello, il suo posto. Accanto a lui, perché nessuno a Whitechapel poteva apprezzare una simile creatura, nessuno poteva far sì che avesse la vita che si meritava, se non un nobile d'alto rango come lui.
Non sarebbe stata felice in quel quartiere, a patire la fame e stipata in una di quelle case popolari, o peggio, obbligata a pagarsi il letto per qualche sterlina, oltretutto non poteva abbandonarla proprio quando stavano​per avere un figlio.

«Sì, è solo che non mi aspettavo ci fossero tante persone. Whitechapel è affollato​, certo, ma quando credi che ci siano quattro gatti le cose cambiano.» spiegò lei brevemente.

Eppure lui non era tranquillo, per niente. Sentiva come una presenza che lo osservava, che lo studiava come un topo in gabbia.
Si guardò intorno, notando che gli sguardi delle persone erano tutti fissi davanti alla strada che stavano percorrendo o su qualche piccolo souvenir, come le statuette o le eleganti lampade a forma​di lanterna.

«Forse, dovremmo iniziare ad andare, così non dovremmo farci strada tra la folla. Che dici?» propose lei, guardandolo con i suoi occhi (CO).

Il corvino annuì e i due raggiunsero la sponda del Tamigi, ove il ragazzo prese una lanterna da una bancarella lì vicino, scrivendoci i loro nomi. In realtà, quando il commerciante gli disse il prezzo fu perplesso. Venti sterline per un simile pezzo di carta piegato era fin troppo, ma appena si girò a guardare la sua fidanzata decise di accettare e prendere quella cosa.

Non era mai stato superstizioso, non credeva nelle leggende popolari come la sorella, ma se c'era la possibilità di rendere felice la sua amata, allora, avrebbe fatto l'impossibile. Se c'era di mezzo lei, non si sarebbe fatto problemi nemmeno ad uccidere un innocente.

Il Duca stava per andare dalla sua signora, quando l'avido mercante se ne uscì con "Per altre trenta sterline potete noleggiare una barca per andare sul Tamigi, signore." e il nobile cedette solo per la sua amata, che voleva avesse una serata perfetta.
Alzando gli occhi al cielo, Vanitas consegnò il denaro all'uomo è si diresse verso la barca.

Sorrise dolcemente alla promessa sposa, che era sulla sponda del fiume e guardava l'acqua. Intanto, lui sentiva ancora gli occhi di qualcuno sulle sua schiena, nonostante non ci fosse nessuno.
Decise di non prestarvi attenzione e, con un gesto galante, fece salire l'amata sull'imbarcazione in legno.
Non andarono lontano, soprattutto perché Vanitas non sapeva come guidare quella cosa.

«É stupendo!» esclamò lei, con gli occhi brillanti fallo stupore. «Grazie per avermi portata qui.»

Anche le altre persone presenti, soprattutto i nobili -siccome difficilmente un povero avrebbe speso venti sterline per una lanterna- avevano iniziato a far fluttuare le piccole mongolfiere di carta, le quali producevano una luce a dir poco spettacolare.
Il rosso mischiato con l'arancione, il fuoco che cerca di raggiungere la carta in una corsa disperata attraverso il cielo. Era una visione romantica, adatta ad un primo appuntamento.

«Voglio solo che tu sia felice, niente di più. Non mi importa cosa sarò costretto a fare.» disse Vanitas, sporgendosi per accarezzarle la guancia con la mano coperta dal guanto nero, come al solito.

(NM) arrossì un poco a quel contatto, non se lo aspettava di certo. E posò le iridi (CO) sul legno dove poggiava i piedi per non far vedere al promesso sposo il colorito assunto a causa di quel contatto improvviso.
Il Duca, dal canto suo, non poté non trovarla stupenda, talmente bella che -senza neanche pensarci- portò due dita sotto il suo mento per far sì che lo guardasse negli occhi.

«Come posso farti innamorare di me?»

Era vero, lei non era innamorata di lui in quel momento. Lo doveva sposare, sia per aiutare i genitori sia per il figlio che sarebbe nato, ma essenzialmente non avrebbe voluto andare all'altare con lui, indossando un candido vestito. Non lo conosceva neanche bene, il Duca. Era un estraneo, un perfetto sconosciuto che era entrato nella bottega del padre e l'aveva chiesta in moglie.

«Non penso che esista una risposta a questa domanda perché, semplicemente, è impossibile trovare un modo per far innamorare una persona. L'amore non si ottiene usando chissà quale stratagemma, si crea.» rispose, quando ormai lui era a pochi centimetri dal suo viso.

E unirono le loro labbra in un bacio puro, romantico come quelli delle fiabe. Privo della lussuria che caratterizza l'età adulta.
Forse era meglio essere bambini, quando si capiva tutto con innocenza e si credeva che il mondo fosse davvero un posto meraviglioso. I grandi, invece, vedevano solo il marcio, la corruzione, l'avarizia.

Vanitas ebbe appena il tempo di guardare il viso rosso dell'amata quando il bacio si interruppe, prima che tutto si fece buio.

————

Yahoo~
Ecco a voi quello che reputo uno dei capitoli più belli -per ora- di tutta la storia. Non so perché, ma mi è venuto il batticuore a scriverlo. (>W<)

Ci tengo a ringraziarvi ancora per le visualizzazioni, che per me contano davvero, davvero tanto~
Grazie mille~

Ditemi che ne pensate, perché non ho scritto così per fare! Voglio sapere i vostri pareri. A
E alla prossima~

Midnight Circus [Yandere! Vanitas X Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora