[Present and Past] - Paradosso temporale

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«Non ha senso,» borbottò Louis. «Non ha proprio senso.»

Teneva ancora in mano la foto di famiglia... o meglio, quella che era la foto di famiglia, ma che ora si era trasformata in qualcosa di estraneo a Freddie. La cosa peggiore era che la foto non si decideva a cambiare, anzi,forse meglio così: Freddie aveva addirittura paura che potesse cambiare ancora in modo diverso... facendo così scomparire del tutto anche Mark, Maya o Zack, o addirittura Nathan...

«Secondo le leggi dell'universo,» iniziò Louis, farfugliando, « cioè, almeno secondo quanto si dice... anche se nulla è certo,» sottolineò. «Dicevo, che secondo queste leggi se passato e presente entrassero in conflitto ci possono essere due possibilità: numero uno, cioè che si crei un secondo universo, futuro al passato ma estraneo al futuro.» Louis storse la bocca nel vedere l'espressione di Freddie e, prima che quest'ultimo potesse interromperlo, cosa che tra l'altro odiava,  estrasse un blocchetto per gli appunti dallo zaino e dopo aver preso una penna e una pagina pulita, tracciò una linea dritta. «Questo è il passato,» e sulla linea, in fondo, fece un pallino. Poi fece la stessa cosa dall'altra estremità della semiretta. «e questo è il futuro. La prima ipotesi dice che, seil futuro di questo punto entra in collisione con il passato, e se cambiasse qualcosa, allora si creerebbe un ulteriore futuro,» e dal pallino del passato fece partire un'altra retta, parallela al futuro. «Questo è il futuro numero due.»

Freddie, che non era mai stato un genio nè della scienza, matematica e quant'altro, annuì pensieroso. Aveva capito una sola cosa: non era quello il caso. Perchè se si fosse adempita la regoa numero uno della collisione tra il passato e il presente, allora la foto non sarebbe cambiata e di conseguenza il suo futuro non sarebbe cambiato.  E quindi nel suo futuro nulla sarebbe cambiato nel passato.

Louis sembrò leggergli nella mente, perchè, dopo aver tratto un profondo sospiro, disse: «Purtroppo non è questo il caso.»

«L'ipotesi numero due.» gracchiò Freddie. Louis annuì.

«Ipotesi numero due, quella più complessa, che comprende un sacco di leggi della fisica superiori su cui neanche io riesco a capire alcune cose. Ma, in poche parole parlando, il futuro entra in collisione con il passato generando così un paradosso temporale.»

Para... che?

In gola a Freddie si era improvvisamente formato un groppone d saliva, che mandò giù rumorosamente prima di dire: «Aspetta, paradosso temporale... nel senso di quelle cose che distruggono l'universo?»

Louis fece ondeggiare il capo. «Esatto.»

«Aspetta... io non voglio distruggere l'universo. Papà non voglio distruggere l'universo!» urlò ormai Freddie con la voce acuta quasi quanti quella del suo zio acquisito Zayn quando urlava contro i figli per la sua fissata educazione.

«Ssssh, idiota!» sbottò Louis mettendo una mano sulla bocca del ragazzo. «Punto primo: non chiamarmi papà. E punto secondo: non è uno sconvolgimento abbastanza grande per condannare l'intero universo, Freddie, solo il tuo futuro. Però dobbiamo stare attenti in ogni caso.»

«Io non voglio condannare nemmeno il mio, di futuro!» Freddie era ora nel totale panico: cosa avrebbe dovuto fare, a questo punto? Dirlo a Bear e Anne?

«Dobbiamo ripristinare tutto.» sbuffò Louis. «Fare in modo che la linea spazio tempo sia di nuovo ristabilita... cosa purtroppo impossibile del tutto. I fatti sono goià cambiati ma indirizzando i fatti nel modo giusto potremmo, ecco, creare un futuro uguale al vostro cambiando poche cose-»

«Parla come mangi!» sbottò Freddie. «Cosa vuol dire?»

«Dobbiamo ricostruire la storia dei vostri genitori. Passo per passo.»

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