Prologo

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Regione di Alola, Aether Paradise

Il suono dei suoi passi veloci riecheggiava per le lustre pareti bianche dell'edificio. Ormai aveva il fiatone e non sapeva per quanto ancora sarebbe resistita correndo. La borsa le pesava sulla spalla, mentre il piccolo occupante tremava leggermente.
«Non preoccuparti» ansimò sottovoce «Tra poco saremo fuori e non riusciranno a trovarci».
Finalmente il corridoio si interruppe e le si parò davanti una porta. La spinse con violenza e irruppe nella sala dell'ascensore triangolare. Si precipitò a bordo e schiaffò la mano sul pulsante, per salire. Approfittò della salita per sistemarsi il cappello sopra i capelli biondi. Lungo il tragitto pensò. Il molo era di certo sorvegliato e da lì non sarebbe scappata. L'ingresso dava su un cortile cieco, quindi l'unica possibilità era sperare in un aiuto dai Pokémon del giardino al piano superiore. Forse lì non ci avrebbe nemmeno trovato dei dipendenti.
L'ascensore si fermò ed eccola lì. Le balaustre bianche permettevano di vedere le piante e le spensierate creature che ci vivevano in mezzo.
«Ferma!» esclamò una voce.
Non la ascoltò, anzi riprese a correre nella direzione opposta. I suoi passi ora erano accompagnati da quelli più pesanti di qualcun altro. Sperò di confondere l'inseguitore facendo il giro e riuscendo ad arrivare di nuovo all'ascensore, ma si sbagliava. Un uomo dalla divisa bianca si parò davanti a lei, sbarrandole il passaggio. Quello dietro la raggiunse.
«Sei in trappola, non puoi sfuggire» dissero all'unisono.
Sentì il piccolo essere blu agitarsi nella borsa. L'aveva deluso. Non sarebbe riuscita a salvarlo...
Ci fu un lampo accecante e si sollevò da terra. La borsa si illuminava e il Pokémon che la occupava si lasciò sfuggire un verso simile a dei sonagli. Vide le guardie coprirsi gli occhi, poi fu attirata in un vortice e svenne.

Aprì gli occhi e si mise a sedere di colpo, tossendo e sputando della sabbia

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Aprì gli occhi e si mise a sedere di colpo, tossendo e sputando della sabbia. I granelli le si erano infilati ovunque e le provocavano fastidio quando si muoveva. Il suo primo pensiero fu rivolto al Pokémon che avrebbe dovuto salvare e che invece l'aveva salvata. La borsa era non lontana da lei, vicina alla risacca del mare. La afferrò prima che l'acqua la portasse via. La creaturina era ancora al suo posto, sfinita e profondamente addormentata.
La ragazza alzò gli occhi e si guardò intorno. Vide una donna dai capelli bianchi e il fisico snello in lontananza che veniva verso di lei.
«Cielo, povera cara, cosa ti è successo?» domandò tutta trafelata quando la raggiunse.
«È una storia lunga...» iniziò la ragazza.
«Vieni, me lo spiegherai dopo aver riposato come si deve. Come ti chiami?».
«Mi chiamo Lylia» rispose la ragazza «e questo Pokémon è Cosmog».

* * *

Regione di Sinnoh, città di Canalipoli, tre mesi dopo

La nave salpò e percorse lentamente il lungo canale, fino a passare sotto il ponte, che si sollevò con un leggero stridio.
«Spero che Lucas si diverta ad Alola» disse Brandon osservando l'imbarcazione.
«Vedrai che sarà così» disse il professor Rowan accanto a lui «E mentre si diverte potrà raccogliere tutte le informazioni che abbiamo bisogno per studiare i Pokémon esotici di quella regione e la loro evoluzione».
Brandon, chiamato da tutti Bran, si passò una mano tra i capelli rossi che portava spettinati. Era un ragazzo piuttosto alto, con gli occhi azzurri. L'acqua del mare gli mandava il riflesso di una camicia nera sopra una maglia bianca e una cuffia anch'essa bianca.
Suo fratello era partito per un'altra avventura, mentre lui sarebbe rimasto a casa a occuparsi di altre faccende. Non era tanto più vecchio di Lucas, no: aveva solo quattro anni in più. Ma ormai ne aveva compiuti venti. Erano passati secoli dalla sua primissima avventura... Quando aveva solo tredici anni e suo fratello nove. Erano partiti pieni di entusiasmo con i loro amici Barry (che ora si stava allenando per diventare un Asso del Parco Lotta) e Lucinda. Insieme avevano affrontato di tutto, perfino i peggiori criminali e incontrato i Pokémon leggendari di molte regioni, oltre ad aver fatto molte nuove amicizie. Ormai aveva perso il conto delle volte che aveva preso l'aereo o la nave. Lucas non era sempre rimasto con lui, ma si erano sostenuti per anni.
Bran si voltò verso Rowan e la sua amica Lucinda, l'altra assistente del professore, nonché ragazza di Barry.
«Allora, Bran» disse «Ora che Lucas è andato via, cosa farai?».
«Beh, continuerò ad aiutare il Team Galassia a ricostruirsi» rispose alzando le spalle.
«Le reclute si comportano bene?».
«È un po' inquietante vederle di nuovo in giro, ma ora che i loro scopi sono cambiati e con me che li tengo a bada, anche la gente li vede in modo diverso. Proprio ora ci stiamo occupando di un progetto».
«È ammirevole che dopo tanti anni siano riusciti comunque a sopravvivere» commentò Rowan «E che ora usiamo le loro più avanzate tecnologie per le nostre ricerche e per aiutare i bisognosi. Bran, tu e Saturno avete fatto un ottimo lavoro».
«E le ricerche con Camilla come vanno?» domandò Lucinda «È un po' che non la vedo».
«Oh, procedono alla grande. Dopo la scoperta della Megaevoluzione abbiamo anche tentato di capire se questa sia stata inserita nei testi antichi e pare che anche qui a Sinnoh la conoscessero, così come certi Cristalli Z» esclamò Bran esaltandosi «Ora lei è a Unima, ospite di Catlina. Pensa che troverà qualcosa di interessante nelle rovine abissali di Spiraria, come è già successo».
«Il Team Galassia ha aiutato molto a decifrare il linguaggio delle iscrizioni che si trovano laggiù» aggiunse Rowan.
«Sì, è vero. Così come ha aiutato con i misteri delle Rovine di Flemminia e delle Rovine d'Alfa. Tutto merito di Venere, la nuova scienziata e della mia amica Yvonne».
Restarono in silenzio per un po', intenti a guardare il mare in fondo al canale. Poi presero l'auto e si diressero verso il laboratorio, a Sabbiafine.

Pokémon Fanfiction-Avventura ad AlolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora