Parte 3

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Non era esattamente il tipo di uscita in cui Vergil sperava, ma si accontentò. Vedere come si entusiasmava Brandon davanti alle pitture delle Rovine di Flemminia era appagante.
«Camilla ha trovato queste incisioni sotto la Baia Spiraria. Raffigurano creature che sembrano Pokémon, ma che nessuno ha mai visto. Poi Zoey ne ha scoperte altre che ritraggono esseri diversi, alle Rovine d'Alfa. Dobbiamo vedere se anche qui ci sono pitture simili. Dato che potrebbero essere in qualche modo collegate agli Unown, credo che sia il luogo migliore da cui partire».
«Non so se troveremo quello che cerchiamo» Vergil sembrava preoccupato «Le possibilità sono scarse e poi con il numero enorme di dipinti che ci sono qui... Se solo avessimo qualche studioso ad aiutarci, come alle Rovine d'Alfa...».
«Almeno ci avremo provato. Ci ho fatto metà servizio fotografico con Zoey qui, le conosco un po'. Ti ricordi delle nostre prime esplorazioni al Lago Verità? Mi mancano molto... Facciamo come allora, ti va?».
I due si inoltrarono nella grotta. Le pareti erano tappezzate da incisioni sugli Unown e talvolta da pitture che raffiguravano la vita intorno a quel tempio. Dopo quasi un'ora di ricerca, trovarono un piccolo dipinto rovinato, con alcune scritte.

 Dopo quasi un'ora di ricerca, trovarono un piccolo dipinto rovinato, con alcune scritte

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«Le creature vennero quando fu aperto il buco nel cielo» tradusse Brandon.
Sopra le scritte, c'era la raffigurazione di alcuni esseri dalle fattezze a metà tra il femminile e il coleottero, che terrorizzavano un villaggio.
«Avevi mai visto Pokémon come questi?» domandò Brandon.
«No, mai. E sì che ne conosco molti, dato che sono un Ranger» rispose Vergil stupito.
Brandon accarezzò il dipinto, sovrappensiero.
«Devo farci delle foto e mandarle a Camilla...» cominciò a dire.
«Ti senti bene?».
Il ragazzo aveva iniziato ad accasciarsi contro la parete, come se avesse un capogiro.
«Bran! Cos'hai?».
Vergil era seriamente preoccupato e lo afferrò prima che cadesse. Il suo amico non rispondeva e, nonostante avesse gli occhi sbarrati, sembrava che stesse svenendo. Poi di colpo il rosso balzò in piedi e spinse via Vergil.
«No! Statemi lontano! Dove sono i miei Pokémon... No!».
«Bran, sono io, non mi riconosci?».
Ci vollero un paio di minuti, ma il ragazzo finalmente si calmò e i due si strinsero in un abbraccio.
«Li ho visti... Erano ovunque, uccidevano le persone» sussurrò Brandon.
«Cos'hai visto? Cos'è successo?».
«Credo... Credo di aver avuto una visione. Era molto nitida, fin troppo. Quegli esseri sono scesi da un portale luminoso nel cielo aperto dagli Unown. Hanno attaccato la gente che viveva qui... Sono quasi stati sterminati, prima che riuscissero a rispedirli dentro al portale... Dobbiamo fare le foto...».
«Mi spiegherai meglio. Faccio le foto e poi ti riporto a casa, va bene? Ti tengo d'occhio e poi per la notte mi cerco un albergo lì vicino» disse Vergil.
«No. Resta a casa con me, mi... Mi farebbe piacere».

«Sì, è stato terrificante» disse Vergil.
«Strano» constatò Zoey dall'altra parte dello schermo «Adesso sta bene?».
«Sì, credo di sì. È venuto un medico e ha detto che non ha niente. Ora dorme e i suoi Pokémon non lo perdono d'occhio. Se succede qualcosa lo saprò subito».
«Ed è successo appena ha toccato i disegni. Ancora più strano. Mi chiedo cosa succederebbe se toccasse quelli delle Rovine d'Alfa...».
«Siete incredibili» sbottò Vergil «Anche lui prima mi ha detto di fare le foto, anche se mi è praticamente svenuto tra le braccia. Dovreste rivedere le vostre priorità».
«Beh, a ognuno il suo. Sai, non ti ho mai detto della volta in cui io e Bran siamo stati feriti da un Gyarados al Lago d'Ira, prima che i nostri Pokémon intervenissero. Ma abbiamo comunque continuato a fermare il Team Rocket. Ethan era fuori di sé quando l'ha scoperto...».
«Sì, ma sembrava che stesse morendo! Sono ancora agitato, credo che passerò il giorno in camera sua a controllarlo».
«A proposito... Credevo che non volessi essergli di alcun peso. Non hai cercato un albergo a poco prezzo in quella zona da ricchi? In cui, per inciso, non ci sono posti simili?».
«Mi ha chiesto lui di restare».
«Diglielo, o lo farò io. E sai che sono in grado».
«Ti prego, no» pigolò il ragazzo.
Zoey rise di gusto.
«Tranquillo, ma promettimi che glielo dirai presto».
Vergil annuì.
«Ora mandami le foto, la ricerca deve andare avanti. Ah, dato che ti conosco» gli lanciò uno sguardo accusatorio «Avverti sua mamma. Deve sapere, ma dille anche che non deve preoccuparsi. Poi la chiamerò anch'io. E ricorda sempre: avvertire i genitori per primi. Anche con i tuoi, d'accordo?».
«Sì, hai ragione. Scusa».
«Ci vediamo Vergil, stammi bene».
La comunicazione fu interrotta.
Poco dopo contattò la madre di Brandon, che si preoccupò non poco nell'apprendere quello che era successo, ma poi Vergil riuscì a tranquillizzarla (almeno un po') e lei gli affidò la cura del figlio.
«Resta a casa sua quanto vuoi, sono certa che vuole così anche lui. Fammi sapere, telefonami almeno ogni ora» gli aveva detto.
Poi il ragazzo si sistemò nella camera del suo amico, che dormiva beato in un imponente letto a baldacchino che avrebbe potuto tranquillamente ospitare due persone. Prese una sedia e si sistemò accanto al letto, sotto lo sguardo vigile di Empoleon, Luxray, Pidgeot e Staraptor, i Pokémon di Brandon. La governante Blissey entrò nella stanza più volte, accompagnata dai tre Chansey. Si vedeva che amavano Brandon: gli sistemavano sempre le coperte e gli controllavano la fronte. Una volta portarono perfino una spremuta di bacche a Vergil, che restò stupito dal gesto da parte di Pokémon che a lui erano estranei.
Dopo ore di sonno profondo, Brandon iniziò a muoversi e infine si svegliò.
«Vergil...» lo chiamò, vedendolo «Che ore sono?».
Sembrava completamente ristabilito e perfettamente lucido. Era solo un po' assonnato.
«Le sei di sera. Hai dormito molto. Ti ricordi cos'è successo?».
Brandon annuì.
«Scusa se ti ho spaventato, ma non mi era mai successo prima. Almeno credo... Sai, ora come ora non ne sono sicuro».
«Cioè potrebbe esserti già successo?».
Brandon scrollò le spalle e si alzò.
«Che ne dici se ceniamo insieme? C'è un ristorante ottimo non lontano da qui. Non è ai livelli di quello sul Lago Valore, ma non è male».
«Beh, non ho molti vestiti eleganti qui con me».
«Non devi metterti chissà cosa, per me saresti già perfetto così come sei» Brandon gli sorrise «Se vuoi darti una rinfrescata, vai pure nel bagno di una delle stanze degli ospiti. Se ti serve qualcosa la puoi chiedere a Blissey» il ragazzo pensò per un momento «Ah giusto, poi le farò preparare la stanza per te. Sei stato qui tutt'oggi, ti devo come minimo l'ospitalità».

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