Parte 11

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I jet iniziarono a muoversi. Alcuni disegnavano un cerchio intorno all'isola, mentre altri erano diretti verso il cortile principale, dalla parte opposta rispetto ai ragazzi, probabilmente per lasciar scendere gli uomini della Chronos. Alcune reclute del Team Skull, seppur spaventate da quell'improvviso dispiegamento di forze, tentarono di resistere, venendo però sconfitte miseramente. Dall'interno dell'edificio Lucas sentiva voci ed esplosioni, segno che la Fondazione Aether stava dando battaglia.
«E così credete di poter passare, vero?» domandò un uomo che si parò davanti a loro sul viale.
«Guzman, sparisci» ringhiò Lucas «O dobbiamo darti una lezione come a Poh?».
«Là è stata solo fortuna. Adesso ti sbriciolerò, ragazzino».
«FERMI TUTTI!» ruggì una voce dietro di loro.
Si voltarono e davanti alla porta videro Elvira, nel suo abbagliante cappotto arancione, mentre il suo Tyranitar seminava il panico tra le reclute del Team Skull.
«Ragazzi!» esclamò la donna, notandoli «State bene?».
«Ci mancava solo lei...» sospirò Guzman.
«Tu...!» Elvira si fece di colpo furiosa «Io ti conosco dal Giardino di Malie! Sei l'ingrato babbeo!».
«Già, adesso avrò la mia rivincita!» urlò Guzman, scansando i ragazzi e correndo verso l'anziana.
Lucas guardò inorridito mentre la riempiva di pugni. Quando ebbe finito, la donna era ancora in piedi e con un espressione feroce dipinta in volto.
«Ne vuoi ancora?» chiese beffardo Guzman, quando Elvira rispose ai colpi.
Il volto dell'uomo fu bersaglio di una raffica velocissima di pugni. Andarono avanti così per un po', scambiandosi pugni e insulti, finché Guzman non urlò.
Sputò e un dente cadde per terra, poi colpì ancora Elvira, che invece sputò una dentiera.
La donna lanciò un «Ah ha!» e saltò, colpendo a suon di calci rotanti il volto di Guzman.
Lui tentò di reagire, ma lei gli afferrò la maglietta a livello del petto e girò in un punto con tutte le sue forze. L'uomo gridò di dolore e cadde a terra, dove infine Elvira gli diede un poderoso calcio nelle parti intime.
«Credi che una vecchietta non sappia difendersi?» sputacchiò l'anziana, raccogliendo la dentiera da terra e dandoci una veloce pulita, per poi infilarla di nuovo in bocca «La prossima volta non sarò tanto gentile con te!».
Osservò i ragazzi per un secondo, come per studiarli.
«Che cosa aspettate?» domandò «Andate avanti! Qui ci pensiamo noi!».
Non se lo fecero ripetere due volte. Scattarono, ringraziandola ed entrarono nella villa.

Lucas si guardò intorno. Lo sfarzoso ingresso era illuminato da un lampadario e vi erano diverse porte che conducevano ai corridoi laterali e a scale che portavano ai piani superiori.
«La camera di Lylia è al piano di sopra» disse Iridio «Io provo a vedere là, Hau vieni con me. Zoey, Lucas, andate lì dentro» indicò la porta che si trovava proprio davanti a loro «Quella è la stanza della direttrice, il suo studio. Lei sarà di certo lì, andate a fermarla».
Nessuno ebbe da protestare.
Mentre Hau e Iridio sparivano su per le scale, Zoey e Lucas spalancarono la porta ed entrarono nello studio della direttrice. In effetti lei era lì. Ma non da sola.

La stanza era sfarzosa come l'ingresso, con un letto da un lato e un tavolo dall'altro. Davanti a uno specchio c'era Samina, la direttrice della Fondazione Aether e accanto a lei...
«Lylia!» esclamò Lucas, sentendosi finalmente sollevato.
«Lucas! Sei venuto a salvarmi...».
«Oh, ma guarda, è arrivata la cavalleria» commentò Samina ridacchiando «Sei stata davvero molto furba a farti amico un allenatore così forte, Lylia. Uno che oltretutto ha la possibilità di convocare la Chronos... Veramente, è una delle poche cose che ammiro in te, sei stata intelligente».
Zoey e Lucas restarono a bocca aperta dopo quel commento. La voce della direttrice era intrisa di cattiveria, che si rifletteva nel sorriso dipinto in volto.
«Non mi serve la tua ammirazione, né tantomeno la tua approvazione, mamma» esclamò Lylia di rimando «Loro mi hanno aiutata e mi sono stati vicini, a differenza di te!».
Samina la guardò per un momento.
«Mamma...? Non so di che parli» assunse un'espressione di odio puro e ringhiò: «Io non ho figli».
«Cosa sta succedendo qui? Che state dicendo?» domandò Zoey, al colmo della confusione.
«Non importa» disse Samina «Ciò che conta è che ora abbiamo di nuovo Cosmog. Ho visto che siete entrati tra i nostri file» ridacchiò «Vicio li ha lasciati aperti, ma ormai non conta. I progetti dei macchinari che avete visto sono ormai obsoleti. Per adempiere ai miei scopi ho qualcosa di completamente nuovo, che l'Ultrapattuglia mi ha aiutato a costruire, seppur inconsapevolmente».
«Mamma, ti prego, non fare del male a Nebulino» supplicò Lylia.
«Oh, tesoro caro, non sarai di certo tu a fermarmi».
La donna si girò, premette un pulsante sulla cornice dello specchio e la superficie riflettente scomparve all'interno della parete, rivelando un piccolo vano dietro.
Samina camminò sul pannello circolare che vi si trovava dentro e scomparve con uno sfarfallio.
«Un pannello per il teletrasporto!» esclamò Lucas sorpreso.
«Seguiamola, altrimenti farà del male a Nebulino» fece Lylia.
I ragazzi scomparvero uno a uno sopra il pannello, ritrovandosi in una grande sala completamente bianca, arredata con vari espositori. All'interno di questi, si trovavano decine di Pokémon congelati.
Samina era in fondo alla sala, vicino ad alcuni monitor olografici, accanto a cui si trovava un piccolo contenitore scuro, che stonava con tutto quel bianco.
«Che ne dite della mia collezione?» domandò la donna «I miei piccoli, preziosi Pokémon congelati qui per l'eternità. Così la loro bellezza non svanirà con il tempo».
Lucas vide un Pikachu, uno Slowbro e altri Pokémon dentro le teche, ma dopo un po' dovette distogliere lo sguardo. Gli tornarono in mente dei piccoli Pokémon tenuti prigionieri dal Team Galassia, anni prima...
«Mamma, sei un mostro!» urlò Lylia.
«Non mi importa di quello che pensi, insulsa ragazzina. Sai, una volta eri molto graziosa, ma poi hai iniziato a disobbedirmi e a imbruttirti... Non ti meriti nemmeno di stare qui davanti a me, figurati se puoi pensare di fermarmi!».
Lylia fece un passo indietro, ferita e Lucas andò subito a consolarla.
«Cosa diamine vuole fare?» domandò infine Zoey «Almeno ce lo dica, che non ne posso più di questa storia assurda».
«Oh, come volete, tanto non mi fermerete» Samina sorrise compiaciuta «Vedete, il mio scopo è quello di usare Cosmog per aprire decine e decine di ultravarchi e inondare il mondo di ultracreature. Sono la bellezza assoluta: potenti e incredibilmente violente se arrabbiate. I Pokémon comuni sono interessanti, ma le ultracreature sono su un altro livello. La loro bellezza è incommensurabile».
«Mamma! Se Cosmog userà tutto il suo potere, morirà! Te ne rendi conto?» urlò Lylia.
«Non importa, se questo significa poter stare tra le mie dolci e bellissime ultracreature» ribatté la donna.
«Ma lei è pazza!» esclamò Zoey.
In quel momento, con uno sfarfallio, Iridio e Hau comparvero dal pannello del teletrasporto.
«Ragazzi, state bene?» domandò il ragazzo di Alola «Lylia!».
La ragazza lo salutò stancamente, poi tornò a rivolgersi a Samina.
«Mamma, non capisci che così metterai in pericolo tutti?».
«Cosa vuole fare?» domandò Iridio.
«Vuole uccidere Cosmog per evocare le ultracreature» spiegò Lucas.
«Cosa?!» Iridio era costernato «Ma sei completamente impazzita? Sono pericolose!».
Samina chiuse gli occhi per un momento, poi riprese a parlare, furiosa.
«Ma guardali qui, i miei amorevoli figli! Adesso vi importa di quello che faccio, eh? L'unica cosa di cui siate mai stati capaci è stato rubare del prezioso materiale di ricerca!».
«Zero stava soffrendo!» replicò Iridio «E immagino che anche Cosmog non se la passasse proprio bene! L'abbiamo fatto per loro!».
«Aspettate» intervenne Hau «Lylia, Iridio, siete suoi figli? Siete una famiglia?».
«Oh, dolce Hau» rise Samina «Un tempo forse avresti potuto definirci così. Ma poi questi due insulsi ingrati hanno rifiutato il mio amore e sono scappati. Non li perdonerò mai».
«Ti rendi conto di quello che stai dicendo?» domandò Iridio arrabbiato «Siamo i tuoi figli! Non puoi cancellarci dalla tua vita come hai fatto con la zia!».
«La zia...» Samina scoppiò a ridere «Mia sorella voleva tradirmi e io l'ho eliminata. Ringraziatemi se non vi ho dato la caccia».
Lylia restò a bocca aperta, mentre Iridio lanciò a sua madre un'occhiata di odio puro.
«Tu hai fatto cosa...?».

Pokémon Fanfiction-Avventura ad AlolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora