Capitolo 19

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Jasmine

Guardo sbigottita il cadavere del vampiro, Justin è immobile sopra di lui da diversi secondi ormai, non oso fiatare per paura di rompere quella magia che si è creata "Il nostro compagno ci ha rivendicate!!" Cordelia è felice come non lo è mai stata, ma io ho la testa piena di dubbi e domande, perché adesso e non prima? Cos'è successo per fargli cambiare idea? Più ci penso, più la rabbia monta in me come una belva, come si permette di fare così? Non sono un giocattolo che può buttare e riprendere a suo piacimento, sono una persona, con dei sentimenti, decido di ignorarlo e di dirigermi nella mia stanza, abbiamo vinto contro i vampiri, è evidente dal silenzio che è calato nella villa, supero il cadavere e lo guardo disgustata, pensare a ciò che voleva farmi mi fa salire un conato di vomito che reprimo sul nascere <<Ferma>> mi blocco all'istante, si alza dal cadavere e viene dritto verso di me, indietreggio per non farmi toccare, un solo tocco e sono perduta, un solo tocco e potrei sciogliermi tra le sue braccia e dimenticare tutto quello che mi ha fatto <<Ho detto, ferma>> la sua voce è dura, come se si trattenesse a stento dal fare qualcosa, il suo sguardo è fermo sullo squarcio della mia maglietta che si è allargato fino al seno scoprendo un po' di reggiseno <<No, non sto ferma, anzi, me ne vado>> mi volto, mi ci è voluto uno sforzo sovrumano ma ce l'ho fatta, non arrivo neanche a metà corridoio che vengo sollevata di peso <<Justin, ti prego, non è il momento, sono stanca>> non ho più le energie necessarie, mi sento più stanca del dovuto, saranno i cristalli di cui ha parlato il vampiro a rendermi così debole? <<Devo toglierti di dosso l'odore di quel succhia sangue>> parlava come un automa, la voce dura e profonda.

<<Non voglio il tuo aiuto, posso anche lavarmi da sola!>> nella mia stanza, lontana da te! <<Devo farlo io>> si comporta come un bambino <<No! Non devi farlo tu!>> lo spingo lontano da me, ma non si muove di un millimetro, seduta nel letto della sua stanza mi sento ancora più vulnerabile, sta cercando in tutti i modi di levarmi i vestiti <<Justin, no, non capisco cosa ti sia preso ma sei diverso!>> lui mi guarda intensamente, alza una mano a mezz'aria, chiudo gli occhi, penso che stia per colpirmi, per darmi uno schiaffo, invece sento solo l'aria che viene smossa accanto alla mia guancia e poi delle labbra che si avventano fameliche sulle mie, apro gli occhi di scatto, colta di sorpresa, mi butta definitivamente sul letto, in questo bacio non c'è un minimo di dolcezza, è passionale, ardente, divoratore, e come se mi stesse dicendo "Tu sei mia e basta" inebriata da tutte queste sensazioni mi lascio andare ricambiandolo, gli riverso addosso tutta la mia rabbia, per quello che mi ha fatto, che ho dovuto patire, il dolore, tutto quello che fino ad ora non gli ho mai detto, ci stacchiamo ansanti <<Non ti farei mai del male>> era serio, i suoi occhi di un colore rosso acceso mi dicevano che era serio <<Perché?>> mi guarda come se fosse incerto su ciò che dire, ma poi, un barlume di sicurezza lo investe <<Perché tu sei mia, sei la mia compagna, la mia donna, nessuno deve toccarti all'infuori di me, quando ho visto quel vampiro e la tua maglietta strappata non ci ho visto più, doveva morire, come tutti quelli che oseranno minacciarti, chiunque provi a farti del male dovrà passare le pene dell'inferno per mano mia, e che io sia maledetto, ho troppa voglia di te, voglio le tue labbra sulle mie, voglio sentire il tuo corpo contro il mio, voglio abbracciarti mentre stiamo facendo l'amore, voglio tutto di te>> sono scioccata, non so cosa dire, sento le guance andarmi a fuoco <<Non ti devono toccare, nemmeno guardare, per me quel vampiro era già morto quando ti ha messo gli occhi addosso>> sento scendere una lacrima, lui la prende con il pollice <<So di averti fatto piangere tanto, e mi odio per questo, so che sono sempre io il motivo delle tue lacrime, ma ti prometto che non ti farò più piangere, non dovrai più farlo>> mi avvento su di lui come se fosse la mia ancora in mezzo all'oceano, lo abbraccio così stretto da stritolarlo <<Quindi, non mi rifiuti?>> dissi tra i singhiozzi, lui mi stringe ancora di più a se <<No, sei mia e di nessun'altro>> mi abbandonai tra le sue braccia, ormai ero sicura di aver superato quell'ostacolo che non riuscivo a superare. Adesso tutto sarebbe cambiato.


Angolo me:

Ed eccoci qua dopo la pausa week-end, spero che il capitolo sia di vostro gradimento cari lettori eheheh. 

Lasciate le stelline e buona lettura ;) 

The Fate of an Alpha - La morte ha un nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora