Indecisione

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"Come ti permetti! Va al diavolo Damon!" Esclamai io.

Gli diedi uno schiaffo poiché stava tentando di darmi un bacio e proprio in quel momento la porta della villa si aprì di scatto, facendo sobbalzare entrambi.
Era Stefan, accompagnato da Caroline, che non si aspettava né la mia presenza lì, né di vedere me e Damon così vicini.
Ci irrigidimmo ed io ero fortemente imbarazzata da quella situazione, anche perché non è proprio il massimo farsi scoprire a casa del proprio migliore amico con suo fratello, che in quel momento indossava solo uno stupido asciugamano in vita.
Caroline, allibita dalla faccenda disse:

"Elena! Che sorpresa trovarti qui!"

"Ehii... ehm ciao! S-stefan... ecco... p-possiamo parlare?"

Senza dire niente annuì ed entrambi uscimmo fuori in giardino, lasciando gli altri due all'interno.

"Allora... siete tornati presto eh!" Dissi io e lui rispose:

"Già, Caroline non si è sentita molto bene alla festa... ma tu che ci facevi qui? Mi spieghi?"

"Ecco io... volevo parlare con te, poi mi sono dimenticata del tuo appuntamento con Caroline e... beh Damon mi ha detto che potevo entrare e che potevo aspettarti e così ho fatto."

"Mh mh, ok ora capisco e mi vorresti spiegare anche quello schiaffo che hai dato a mio fratello?"

"Ha tentato di baciarmi Stefan e io non posso e non voglio baciarlo d'accordo? Poi non sono qui per parlare di Damon, ma di te.
Io... v-volevo chiederti scusa. Mi dispiace di non esserti stata vicino e di averti abbandonato ai piedi di casa tua per uno stupido ragazzo, anche se in realtà è stata dura pure per me venire a sapere che lui è di nuovo qui tra di noi.
Non succederà mai più Stef, io ci ho riflettuto e non posso lasciarti da solo, sei il mio migliore amico e hai bisogno di me."

"Tranquilla Elena, ti perdono. È successo tutto così in fretta con lui e non me lo aspettavo neanche io, lo sai.
Però tu non devi stare male d'accordo? Non voglio questo.
Dai vieni qui, va tutto bene."

Ci abbracciammo e io ero felice che quel piccolo litigio si fosse finalmente risolto.
Dopodiché tornammo dentro felicemente.
Notai che la bionda era seduta sul divano che ci aspettava e vidi l'altro Salvatore scendere dalle scale di legno, di colore marrone scuro.
Indossava una camicia nera a maniche lunghe e dei jeans del medesimo colore.

*Finalmente si era vestito!* Pensai.

"Caroline, Stef mi ha detto che non ti sei sentita bene alla festa, ora come stai?" Chiesi alla mia amica.

"Mi sento bene, ma forse è meglio che io ritorni a casa mia." Rispose dopo lei.

*Già in effetti non era la sola che doveva tornare a casa, anche io dovevo, poiché era già ora di cena e la mia famiglia di sicuro mi stava aspettando.*

"Si anche io devo andare."

"Volete che vi dia un passaggio?" Chiese il mio migliore amico, ma dopo il suo "caro" fratellino disse a tutti:

"Nahh, Stefan le accompagno io, tu prepara la cena."

Io e Stefan ci guardammo in modo penetrante e senza aggiungere niente, finché lui non mi fece cenno di andare; probabilmente voleva che io e Damon risolvessimo la nostra discussione di oggi.

Poco dopo mi ritrovai con la mia amica nella gigantesca macchina del ragazzo; era una Camaro di colore grigio e blu, una macchina tipica americana di alcuni anni fa e si vedeva che era piuttosto vecchiotta soprattutto dagli interni che erano in uno stile un po' antico, ma nonostante ciò si stava molto comodi in quell'auto.

Passammo prima da casa di Caroline e dopodiché andammo diritti verso casa mia.
Arrivai giusto in tempo per la cena.
Ringraziai Damon, per avermi accompagnato, ovviamente sempre in modo distaccato.
Aprì la portiera dell'auto e andai verso la porta d'ingresso, ma prima di entrare sentii:

"Elena."

Ero già con la mano sulla maniglia dorata della porta, ma a sentir pronunciare il mio nome mi voltai e dissi rispondendo a Damon:

"Si?"

"Scusami."

Speravo davvero che si stesse scusando con me non tanto per fare, ma perché si era pentito sul serio.

"Mh... scusami tu, forse sono stata un po' troppo dura a darti uno schiaffo."

"Tranquilla, le cattive maniere a volte servono." Disse un po' ironicamente.

"Lo so."

Girai la maniglia e feci per rientrare in casa, ma all'ultimo lui mi chiese:

"Allora... amici?"

Amici io e lui? Era un po' fuori luogo quella domanda, ma io risposi lo stesso:

"Non lo so Damon..."

Da quella risposta che gli diedi, iniziò a guardarmi con una faccia da cagnolino bastonato, ma io non mi feci sovrastare da quella sua espressione, così infine aggiunsi:

"Buonanotte."

"Notte." Mi disse infine rassegnato.

Mi chiusi il portone alle spalle e rimasi lì, nei miei pensieri, con la schiena contro di esso, mentre il ragazzo, rientrato nella sua auto, se ne andò.

You changed my mind (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora