Positività

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"Tieni bevila tutta, hai bisogno di rimetterti in forze." Disse il bel vampiro arrivando davanti al maestoso tavolo della cucina, dove io ero seduta.
Posizionò su di esso una sacca di sangue, che doveva provenire dall'ospedale della città, data la scritta "Mystic Falls Hospital". Con le sue delicate mani poi me la passò, facendola strisciare sulla tavola; la presi tra le mie deboli mani e poi chiesi:

"Ospedale di Mystic Falls? L'hai rubata dall'ospedale?!"

"Diciamo che... l'ho presa in prestito!" Disse sarcastico.

"In prestito? Tu sei totalmente impazzito!" Risposi infastidita.

"Che tu lo voglia o no il sangue ci serve per sopravvivere Elena, quindi ora bevi."

"Per quanto dovrò restare qui?" Chiesi con sguardo offeso.

"Ti sei svegliata da poche ore ed io e Stefan abbiamo detto ai tuoi genitori che rimarrai da Bonnie per tutto il pomeriggio, perciò..."

"Ok, ho capito, grazie."

C'era un silenzio incessante in quella stanza e Damon aspettava solo che io mi nutrissi di quel mezzo litro di sangue rosso scuro che si trovava in quella sacca di plastica.
Guardando essa, il mio volto si trasformò nell'orribile mostro che oramai ero diventata da poche ore, ero affamata. In quel momento capì che non importava quanto sangue io bevessi, perché anche se ne bevevo 2 litri o più, la mia fame sarebbe stata eterna alla vista di esso e non solo.
Era una fonte, che per la mia specie non sarebbe mai bastata abbastanza, mai.
Mi nutrì e nel giro di 2 minuti l'avevo già terminata.
Proprio per il fatto che mi piaceva, mi facevo altamente schifo e quella fu la sensazione più orribile che io abbia mai provato fino a quel momento.
Mi alzai dalla cigolante sedia della cucina e feci per dirigermi in bagno, ma il mio corpo era come se non volesse fare niente in quel momento.
Le mie gambe erano deboli e alzandomi di scatto mi provocai un forte giramento di testa, che quasi mi fece svenire.
Damon mi venne incontro, sostenendomi dalla schiena e allora mi chiese preoccupato:

"Elena, ehi, stai bene?"

Mi stabilizzai e infine gli risposi, con una mano tremante e bianca cadaverica appoggiata sulla fronte:

"Si, è stato solo un giramento di testa, ora è tutto ok, davvero. Scusami devo andare in bagno."

Mi tolse la sua mano candida da dietro la schiena e non parlò, mentre io andavo a rifugiarmi nel gigante bagno, vicino al soggiorno.
Entrai e andai a specchiarmi di fronte ad un grande specchio, che occupava tutta una parete della stanza.
Poggiai le mani, per sostenermi, sul lucente marmo nero, dov'erano situati due lavandini dai rubinetti ottonati.
Guardandomi incominciai a piangere disperatamente, non riuscì a smettere, finché Damon non entrò all'interno della stanza, per assicurarsi che io stessi "bene".
Mi abbracciò forte, un' abbraccio che non avrei mai dimenticato.

"Elena, ehi... cosa c'è?"

"S-sono un mostro...I-io... sono un mostro Damon!" Esclamai.

"No, ascoltami ti prego, vieni con me."

Mi portò su una poltrona delle tante, che era situata vicino al grande camino e mi fece sedere su di essa.
Mi asciugai le lacrime, ma nonostante ciò esse continuavano a scendere.

"Guardami Elena."

Feci come aveva detto, lo guardai con i miei due occhioni tristi e lui poi mi disse, accovacciandosi davanti a me, con il mio viso tra le mani:

"Tu non sei un mostro, d'accordo? Sei un vampiro, il vampiro più buono della storia, accettalo."

Egli per la prima volta aveva ragione, dovevo accettare il mio essere vampiro, ma come potevo farlo? Come potevo riuscirci?

You changed my mind (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora