7:00 p.m.
La sera stessa, decisi di tornare a casa accompagnata da Damon.
Il fatto di averlo accanto, sotto sotto, mi faceva sentire al sicuro e protetta.
Durante il tragitto in macchina, Damon per rassicurarsi mi chiese:"Come ti senti ora? Stai meglio?"
"Intendi come mi sento fisicamente o moralmente? Perché se dovessi dirti che sto bene moralmente beh... allora sarebbe una bugia."
"Intendo entrambe le cose. Forse non dovevo farti questa domanda."
"No, anzi... hai fatto bene, significa che t'importa sul serio di me..."
"Pensi che non mi importi? Sto cercando di dimostrarti il contrario." Da una parte riuscì a zittirmi con questa risposta.
"...Comunque fisicamente sto bene, cioè per meglio dire mi sento meglio."
Stranamente non disse niente e annuì, con uno sguardo un po' offeso, facendo attenzione alla strada buia di fronte a noi, aiutandosi anche con i fari accessi dell'auto.
Pochi minuti dopo arrivammo di fronte al porticciolo di casa mia ed egli si fermò con l'auto nel vialetto.
Dopodiché spense il motore ed entrambi, con lo sguardo rivolto alla casa, sospirammo profondamente.
Ero in preda al panico e all'ansia, da una parte volevo rivedere la mia famiglia dopo tutto ciò che era successo e magari dire loro la verità, ma dall'altra non intendevo minimamente ad accennare all'incidente, anche perché Damon e Stefan avevano già soggiogato Bonnie, suo padre e sua madre per far sì che non dicessero niente ai miei genitori.
Senza parlare, scesi dalla portiera della macchina e arrivai davanti al solito e scuro portone d'ingresso.
Il vampiro, che si trovava al mio fianco prima, mi seguì, salendo gli scalini e raggiungendomi davanti al porticciolo e prima che io potessi aprire la maniglia della porta, egli fece un gesto carino, unendo la mia piccola mano alla sua.
Mi voltai verso la sua faccia, guardandolo intensamente con i miei occhi color nocciola e lui disse:"Ci sono io qui con te, d'accordo?" Ritrassi indietro la mia mano dalla sua e poi dissi:
"Lascia che io ti faccia una domanda..."
"Certo."
"Ti ha dato fastidio prima?"
"Che cosa?"
"Il fatto che io ti abbia detto sorpresa che ti importa di me, come se non avessi mai pensato questo... il che è vero."
"Elena io..." Non lo lasciai terminare il discorso:
"No, no... Vuoi che ti dica la verità? Pensavo che tu di me te ne fregassi, che mi stavi dando una mano solo perché Stefan te l'aveva chiesto. Sai vi ho sentito quando mi avete lasciata in camera da sola, perché ve l'ho chiesto io, perché avevo bisogno di pensare. Quando vi siete messi lì a parlare in corridoio, davanti alla mia porta... Ho sentito ogni cosa Damon."
"D'accordo... ora te la dico io la verità Elena e tu mi ascolterai.
La verità è che si... mi ha dato fastidio perché mi importa di te e sono arrabbiato con me stesso siccome non so neanche il perché mi comporto così. Sono arrabbiato con me stesso perché l'unica cosa che ho fatto per te negli ultimi anni e stata trattarti male e farti soffrire e lascia che ti dica che sono uno stupido, uno stronzo, un egoista, perché tu non meriti tutto quello che ti è successo. Tu non meritavi questo.
E... Elena... io... quando ci siamo baciati ho provato qualcosa... le cose stanno così. Ho provato qualcosa per te va bene? Te l'ho tenuto nascosto, ma era giusto che tu lo sapessi."Annuì abbassando la testa, ma lui fece in modo che io lo guardassi, prima accarezzandomi la guancia arrivando fino al mio mento e poi a quel punto con l'indice della sua mano destra mi fece rialzare il volto, in modo tale che ci scambiassimo ancora qualche sguardo prima di lasciarci.
I suoi occhi, le sue labbra e i suoi lineamenti erano nettamente delineati e perfetti sotto quella massa di capelli scuri. Quelli zigomi che possedeva, erano il sogno di ogni scultore.
La sua voce, così tenebrosa, misteriosa e meravigliosa, era eccitante.
Non sapevo che cosa dire, non sapevo quali parole spiccicare. Quella situazione e le sue parole mi misero in imbarazzo completo, ancora una volta.
L'unica cosa di cui ero certa era che in quel momento ero attratta da lui più di qualunque cosa, nonostante tutta la rabbia che provassi nei suoi confronti, ed io non avevo mai provato una sensazione simile con qualcuno.
Mi ricordo dei brividi che ebbi quando lo baciai, ma in quel preciso istante essi erano più accentuati, sarà stato per la trasformazione, ma tutto ciò che sentivo, specialmente nei suoi confronti, era reale.
Mille pensieri mi frullarono in testa.
*Io lo odio, non posso provare il contrario, non è possibile.*
I miei sentimenti erano molto contrastanti nei momenti in cui Damon era al mio fianco.
È vero... io prima lo odiavo più di ogni altra cosa, ma se ci ripenso... dopo tutto l'aiuto che egli mi ha dato con il vampirismo, forse per rimediare ai suoi errori passati, dopo quel bacio, dopo il suo fatidico ritorno... odiavo il fatto di odiarlo.
Tutto l'odio che provavo quando ero con lui, si annullò completamente, alla vista dei suoi occhi meravigliosi e sempre azzurri, che esprimevano tanto incoraggiamento e conforto.
Passarono pochi minuti e noi eravamo ancora nella stessa posizione, con lo stesso sguardo fisso dell'uno e dell'altro.
Mentre le nostre labbra avanzavano sempre di più, le une verso le altre, io riuscì a sentire i suoi piccoli respiri che dal naso arrivavano fino al mio bel collo.
Ormai eravamo di nuovo insieme, uniti con entrambe le nostre bocche e con le nostre mani.
Baciandolo di nuovo, provai un'altra sensazione strana, che non avevo mai provato, come un formicolio in tutto il corpo.
Ogni suo tocco, con la sua pelle fredda e asciutta, mi faceva rabbrividire sempre di più. Baciarlo mi faceva sentire in un altro mondo, un mondo in cui c'eravamo solo noi due.
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DAMON'S POV
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You changed my mind (#Wattys2017)
FanfictionElena Gilbert è una ragazza di 17 anni che vive nella piccola cittadina di Mystic Falls, in Virginia. Ha tanti amici, ma si fida ciecamente solo delle sue due migliori amiche Caroline e Bonnie e del suo migliore amico Stefan. Tutto prosegue normalme...