Un nuovo vampiro in città

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Caro Diario,

Sono passati alcuni giorni dalla mia trasformazione in vampiro. Al mio rientro a casa i miei genitori mi abbracciarono forte e mi chiesero se stavo bene, poiché gli informai, appena entrata, del "piccolo incidente" alla macchina di Bonnie, se così si può definire; almeno quello dovevano saperlo. Inoltre, dissi loro che non glielo avevo detto prima per non farli preoccupare inutilmente. Ci rimasero un po' male e mi dissero che se sarebbe accaduto un'altra volta dovevo avvertirli subito dopo l'accaduto. Per fortuna me la cavai con le bugie e le menzogne alle quali non ero mai stata abituata a raccontare.
Quando mi trovo a casa, riesco con un po' di fatica a controllare la mia fame e la mia brama di sangue difronte ai miei genitori e a Jeremy, che continuano a rimanere allo scuro di tutto.
Proprio per questa situazione, passo molto tempo fuori di casa, specialmente in compagnia di Damon; oppure la maggior parte del giorno in camera mia, per paura di fare del male a qualcuno.
A proposito di Damon... negli ultimi giorni siamo più uniti del solito, sarà per il fatto che è l'unica persona che può capirmi dato che anche lui è un vampiro. Comunque sia sto iniziando a fidarmi di più di lui e quando siamo insieme ridiamo, scherziamo e chiacchieriamo moltissimo, come quella sera in cui io mi sono affacciata dalla mia grande finestra e lui si è presentato per me su quel piccolo tettuccio sotto alla mia camera.
Quella sera parlammo di tante cose, tra cui anche della mia amicizia con Stefan, del fatto che egli è una persona d'oro e del fatto che fino a poco tempo fa entrambi non avevano un rapporto di fratellanza come ce l'hanno ora. I nostri discorsi si prolungarono fino a notte tarda e discutemmo su tante cose, tutto tranne che sulla nostra situazione sentimentale di quel momento, poiché entrambi sapevamo che si sarebbe creato un clima di disagio se ne avessimo parlato.
Ma ritornando alla mia situazione complicata... le uscite con le mie due migliori amiche ormai si sono ridotte e sono diventate pochissime, anzi non esistono quasi più.
Ogni giorno mi reco a casa dei Salvatore, per bere dalle sacche di sangue che i due fratelli tengono in un gran frigo del seminterrato. Le tengono lì per non farsi scoprire da nessuno, siccome sono ecco... "rubate" o per meglio dire, in stile Damon, "prese in prestito".
A scuola tutto procede normalmente, più o meno, poiché riesco a malapena a concentrarmi con lo studio. Inoltre, in quel luogo pubblico riesco a controllarmi grazie al mio migliore amico Stefan, che mi sta sempre attaccato come una sanguisuga e che qualche volta mi fa bere, di nascosto, da una vena del suo polso, ma non voglio farci l'abitudine con lui. Non voglio che pensi che io me ne stia approfittando.
Detto questo... per ora è tutto. Spero di riuscire a migliorare nella mia nuova vita da vampiro, poco per giorno.

Smisi di scrivere, con la mia bella penna nera e oro stilografica, che apparteneva al mio caro e ormai in pace nonno paterno; chiusi il mio diario e mi alzai dalla piccola sedia bianca e cigolante della mia scrivania.
Decisi di prepararmi e mettermi comoda per andare, come ogni giorno, a casa dei Salvatore.
Mi incamminai nel tardo pomeriggio e appena arrivai alla villa, Damon mi aprì la porta d'ingresso, con il suo sorriso sarcastico sempre stampato sulla faccia.

"Ehilà!"

"Ciao Damon!"

"Vieni, entra."

Appena entrai in casa dei due, mi arrivò un messaggio da parte di Caroline e Bonnie, sul nuovo telefonino che Stefan mi regalò esattamente 3 giorni fa, dato che quello che avevo probabilmente si trova ancora sul fondo del lago di Wickery.

-Ragazze è da molto che non usciamo tutte e tre insieme, cosa ne dite di fare qualcosa?-

Subito dopo vidi la risposta di Bon bon:

-Per me è ok!-

Era palese e ovvio il fatto che si erano messe già d'accordo per scrivere sul gruppo quelle cose, per attirare la mia attenzione.
Le assecondai, rispondendo la stessa cosa di Bonnie, così Care disse che la sera del giorno dopo ci sarebbe stata la festa di Halloween a scuola e che tra l'altro l'avrebbe organizzata lei; era praticamente un invito da parte sua ad andarci.
In quel momento il mio volto esprimeva timore e ansia, ormai ero solita ad essere così.
Damon notò il mio sguardo preoccupato e dopo aver chiuso la porta mi chiese:

You changed my mind (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora