IV.Maestro d'orchestra cercasi

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Piero pov

Michele sta discutendo con quel ritardatario cronico di maestro d'orchestra che ci troviamo e dal tono che sta prendendo la telefonata direi che è prossimo al licenziamento.
"Sei completamente innaffidabile...ti avevo avvisato già due volte che dovevi smetterla di rovinarci le serate...sai una cosa evita di venire, sarebbe inutile, ce la caveremo da soli senza problemi! ...cosa vuol dire?! ...vuol dire che sei licenziato, ecco cosa!"
E richiude la chiamata borbottando parole velenose.
《Ecco ...appunto!》
"E ora come facciamo?" chiede Gianluca, tenendo forte la mano di Martina per cercare un po' di appoggio morale.
"Fortuna che siamo usciti dalla sala, sennò sai che figura?!" mi scappa da dire.
"Piero..." mi ammonisce bonariamente Barbara con un sospiro di sconforto "...non ti ci mettere anche tu. Stiamo già messi male senza che ci metti il carico!"
"Scusate, è vero! Ritiro tutto!" dico io alzando le mani.
"Il problema resta comunque!" risponde subito Ignazio "Come facciamo con la serata?! Abbiamo promesso un esibizione con l'orchestra...se cantiamo con la musica registrata non sarà la stessa cosa!"
Sappiamo che ha ragione, primo tra tutti Michele, che lo abbiamo considerato come un secondo padre da quando, a 14 anni, ci ha portato in America per firmare il nostro primo contratto discografico.

***

Martina pov

Ognuno di noi è perso nei propri pensieri alla disperata ricerca di una soluzione che sembra così lontana.
Sento il pollice di Gianluca disegnarmi cerchi sulla mano.
Sospiro, ma nessuno reagisce e solo il mio amore si accorge di qualcosa.
"Amore..."si gira verso di me "...tutto bene?"
"Si Gianluca...mi dispiace solo per voi che vi ritrovate in questa situazione così brutta!"
Lui mi sorride con dolcezza e ci abbracciamo dandoci conforto a vicenda. A differenza di come può sembrare da fuori Gianluca è un ragazzo molto affettuoso, ma il suo essere timido spesso lo frena.
E questo è anche il motivo per cui abbiamo impiegato quasi un anno per confessarci i reciproci sentimenti.
"Io vado a prendere qualcosa da bere, anche perché qui nella hall sento un po' di freschetto!" dico rivolta a tutti strofinandomi le braccia.
Gianluca imita il mio gesto e mi guarda con uno sguardo un po' preoccupato.
《Non fare l'ipocondriaco...non fare l'ipocondriaco...non fa...》
Non faccio in tempo a terminare il mio pensiero che lui mi riporta alla realtà.
"Sicura che è tutto ok? Ti senti male? Vengo con te?"
"Minchia Gianluco e falla respirare 'sta piciridda! Fai diventare ansioso pur a mia!" esclama in siciliano Ignazio. I due si scambiano un paio di occhiate, ma so che non potrebbero essere più legati.
"È tutto ok Gian ...tranquillo...vado a bere qualcosa e faccio un giro per la sala!"
Lascio i ragazzi, Michele e Barbara ai loro problemi, ma oggettivamente io non posso aiutarli. In fondo io sono solo una violinista dell'Orchestra Sinfonica di Asti.
Dopo il percorso formativo al conservatorio ho partecipato ad una selezione rigidissima che però permetteva di avere questo grande onore. È stato proprio grazie alla musica che ho conosciuto i ragazzi, Gianluca in particolare, e da allora non ci siamo più lasciati continuando a girare il mondo con loro e con l'orchestra.
La fila al banco delle bevande è scorrevole, ma quando tocca a me vengo interrotta.
"Due flûte di champagne ...uno per me e uno per questa meviglia!"
Il ragazzo affianco mi guarda come una tigre vedrebbe una preda dopo anni di carestia.
《Fantastico ...e ora? ...respira Martina stai tranquilla...sii educata ma decisa! Sei felicemente fidanzata da quasi un anno con un ragazzo meraviglioso...non cercare rogne inutili!》
"Ti ringrazio tanto, ma non bevo alcolici!"
Il ragazzo mi guarda un secondo di troppo la scollatura con i suoi occhi marroni scuri - quasi neri - ma mi ignora prendendo comunque la sua richiesta.
《Magari mi sono sbagliata...mah!》
"Ad una festa così restare lucidi è peccato!" mi dice lui.
《Eh no...non mi sono sbagliata》sorrido educata cercando di parlare, ma lui mi spinge verso la sala.
"Buona sera Carlos!" dice una voce femminile accanto a noi.
Mi giro e vedo una ragazza leggermente più alta di me con vestito blu scuro che sfuma fino al nero sulla gonna, corta davanti e più lunga dietro. Le maniche sono scese sulle braccia che mette in risalto il ciondolo a farfalla che ha al collo. Come scarpe ha delle semplici decolté nere con un tacco di 10 cm portate con estrema disinvoltura.
I capelli lunghi e neri le arrivano a metà schiena e sono stati lasciati sciolti e ondulati sulle punte.
"E tu che vuoi ...nanetta?"
《Nanetta???...se lei è nana io sono un tappo di bottiglia!》
"Nana ci chiami a tua sorella!" borbotta in italiano.
Appena la sento sgrano gli occhi dalla sorpresa. Mi prende sottobraccio e mi sorride.
"Andiamo cara...quando non ti ho visto tornare stavo cominciando a pensare al peggio" guardò lui, che intanto stava diventando bordeaux dalla rabbia "...e avevo ragione a quanto pare!"
E così ci avviamo da tutta altra parte per sfuggire a biondino californiano dall'ego un po' troppo grande.

***

Buon pomeriggio a tutti...ecco il quarto capitolo. Martina è stata un attimo in pericolo, ma è stata subito soccorsa (fortunatamente 😊) ...chi sarà questa paladina??
Lo sapremo al prossimo capitolo
Un saluto e un bacio a tutti ♡♡♡
A presto

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